Neve in pianura, attenzione ai modelli: queste sono le situazioni meteo da nevicate storiche. Sorprese a gennaio 2026?
La neve è permalosa e ostica da prevedere. Oltre alle mappe specifiche di previsione dettaglia di aree e quantità di neve, occorre conoscere le situazioni meteo favorevoli. Ecco quali sono le sinottiche idonee alla neve in pianura. si verificheranno nelle prossime settimane?

Al giorno d’oggi i moderni prodotti ECMWF ci danno anche informazioni dettagliate di DMO, direct model output, sulla quota neve, aree interessate e quantità in centimetri prevista. Non era così fino a molti anni fa, l’analisi meteo richiedeva di conoscere i tipi di situazione favorevoli alla neve in pianura.
Alcune configurazioni meteo infatti sono tipiche delle nevicate al piano, dalle situazioni di addolcimento alle irruzioni retrograde con depressione sul Mediterraneo. Proviamo ad analizzarle in dettaglio per poi confrontarle con i modelli attuali o, a vostro piacere, con situazioni che si presenteranno in futuro.
Il metodo delle analogie
Nella fase intermedia fra l’era delle previsioni sinottiche dei tempi di Edmondo Bernacca e il periodo attuale in cui i modelli ci forniscono previsioni puntuali anche di precipitazioni, vento e nevicate, i modelli erano si disponibili, ma con risoluzioni insufficienti a coprire i dettagli. Per prevedere fenomeni come le nevicate si usava il metodo delle analogie. In pratica, il previsore confrontava le mappe previste con situazioni del passato che avevano causato un certo fenomeno.
Si individuavano così le situazioni alluvionali o le situazioni da neve. Il metodo funzionava, ma non dava dettagli e sulla neve non erano rare delusioni di mancate nevicate o per opposto nevicate impreviste, che avevano il loro fascino proprio perché inaspettate.
Sono così note e ancora utili le conoscenze dei tipi di situazione che favoriscono la neve, per categoria; nell’uso pratico il previsore analizzava poi dettagli come gradienti barici, isoterme, ecc.
Le nevicate da cuscino da aria fredda
È questa la più classica e intuibile delle situazioni da neve, anche se altre situazioni danno maggiori soddisfazioni agli appassionati. In pratica avviene quando dopo un lungo periodo di freddo invernale per irruzioni fredde e lunghi anticicloni termici, arriva una perturbazione.
Col passare dei giorni, l’aria fredda si accumula e ristagna vicino al suolo, formando uno spesso strato con temperatura vicina o sotto zero. All’arrivo di una perturbazione, l’aria tiepida scorre in quota sopra questo cuscino e se lo strato è sufficientemente freddo e denso la neve cade a fiocchi anche grandi.
Per le zone interessate possono avvenire nevicate anche consistenti, ma spesso a termine precipitazione le temperature aumentano e passa a pioggia, causando manti molto bagnati e pesanti. Un esempio, la neve di Natale 2000, che fra l’altro paralizzò l’aeroporto di Milano Malpensa, ma con gelicidio a Bologna.
La perturbazione atlantica invernale
Una situazione che può dare belle soddisfazioni alle attese di neve è quella che vede l’arrivo di perturbazioni dal nord atlantico, con aria fredda polare o meglio artica marittima. Al suo passaggio il fronte freddo spesso induce una ciclogenesi alla mesoscala sulla pianura Padana, in primavera questa configurazione può portare anche spettacolari improvvise bufere con neve fino al piano, specie nella Valpadana centro orientale. Storicamente avvenne per esempio il 3-4 marzo 1984.

Questa situazione porta nevicate di solito non estreme, 10-20 cm di solito, ma a volte anche più, della durata di 12-18 ore, ma con buone soddisfazioni e causando, se transita di notte, anche attacchi acuti di lampionismo.
Neve e gelo con depressione retrograda
Il top della soddisfazione per gli amanti della neve in pianura è l’arrivo di aria gelida artica continentale indotta dal movimento retrogrado di una saccatura che dalla Russia si sposta verso il centro Europa e quindi al Mediterraneo centrale.
La formazione di cicloni mediterranei può così essere associata ad aria anche molto fredda, con maltempo nevoso su gran parte del nord pianeggiante e talvolta perfino al centro o in parte in alcune zone del sud. La nevicata sarà così, in val padana, abbondante, duratura, con neve farinosa e asciutta, seguita da gelate anche intense. La neve in condizioni idonee può arrivare anche a Roma o come nel febbraio 2018 perfino a Napoli.
alcune mappe di renalisi ERA Ecmwf dello storico gelido e nevoso Gennaio 1985 @ilmeteonet pic.twitter.com/GM9QdnJ24W
— luca lombroso (@LucaLombroso) January 5, 2020
La storia ci ha dato questa situazione in modo estremo nel famoso gennaio 1985, quindi nei mesi di febbraio 1991 e 2012, in parte anche a dicembre 2009 e 2010.
Questa situazione, benché rara, nei tempi di cambiamenti climatici resta comunque favorevole al gran freddo e alla neve.
Cosa dicono i modelli per l’inverno 2025/26?
Nel momento in cui scriviamo, anche scrutando i cluster e i singoli membri delle previsioni d’ensemble non si nota nessuna di queste situazioni almeno fin verso il 20 dicembre.
Anche le mappe sub-stagionali sembrano indicare dominio di temperature sopra la media nelle settimane di fine dicembre e fine gennaio. Continuiamo comunque a scrutare i modelli, magari comparirà a sorpresa e quando meno ce l’aspettiamo una di queste sinottiche favorevoli alla neve in pianura.