Si attenua l'accelerazione delle temperature globali, ma il trend di fondo al rialzo rimane invariato

Sebbene i picchi di calore come quello del 21 luglio attirino l’attenzione mediatica, il vero problema climatico è il riscaldamento di fondo, ovvero l’aumento costante della temperatura media globale.

Riscaldamento globale.
Negli ultimi 170 anni, le temperature globali sono aumentate di circa +1,1°C rispetto all’era pre-industriale, con regioni come il Mediterraneo che registrano incrementi ancora più marcati, come i +2,4°C in Italia.

Lo scorso 21 luglio 2024 è stato registrato come il giorno più caldo nella storia recente, con una temperatura media globale di +17,09°C, superando di un soffio il record precedente del luglio 2023, di +17,08°C, secondo i dati ERA5 del Copernicus Climate Change Service (C3S/ECMWF).

Questo evento si inserisce in un contesto di 13 mesi consecutivi di temperature record, evidenziando un trend climatico preoccupante. Tuttavia, mentre i picchi di calore estremi catturano l’attenzione, il vero problema rimane il riscaldamento di fondo, un fenomeno costante e inesorabile che continua a trasformare il clima globale.

Il picco di caldo guidato dall’emisfero meridionale

L’attuale aumento delle temperature globali è guidato principalmente dall’emisfero sud, in particolare dall’Antartide, dove si registrano anomalie termiche significative. Un raro evento di stratwarming (riscaldamento stratosferico improvviso, o SSW) sta destabilizzando il vortice polare antartico, permettendo l’intrusione di aria calda dalle latitudini più basse.

Questo fenomeno ha portato a un’impennata delle temperature medie sull’Antartide, con anomalie positive che, nel settore orientale, potrebbero raggiungere una media di quasi +8°C in sette giorni. Al contempo, le aree marine circostanti registrano temperature più basse a causa della ridistribuzione del calore atmosferico, un processo che però non riesce a compensare completamente il riscaldamento netto.

Scioglimento dei ghiacciai.
Sebbene i picchi di calore come quello del 21 luglio attirino l’attenzione mediatica, il vero problema climatico è il riscaldamento di fondo, ovvero l’aumento costante della temperatura media globale.

Per i lettori meno esperti, lo “stratwarming” può essere immaginato come un’improvvisa “ondata di calore” nella stratosfera polare, che altera la circolazione atmosferica e spinge aria calda verso l’Antartide, mentre l’aria fredda dal Polo Sud viene espulsa verso regioni come il Sud America, l’Australia e il Sud Africa. Questo fenomeno, pur raro, contribuisce a esacerbare le anomalie termiche globali.

Continua il trend di aumento delle temperature

Sebbene i picchi di calore come quello del 21 luglio attirino l’attenzione mediatica, il vero problema climatico è il riscaldamento di fondo, ovvero l’aumento costante della temperatura media globale.

Tale trend, iniziato con l’era industriale e accelerato negli ultimi decenni, è alimentato principalmente dall’aumento dei gas serra, come il biossido di carbonio (CO2) e il metano. Nel 2023, le concentrazioni di CO2 hanno raggiunto 419 ppm e quelle di metano 1902 ppb, con incrementi rispettivamente di 2,4 ppm e 11 ppb rispetto all’anno precedente.

Il riscaldamento globale non si manifesta solo in giornate record, ma in un’alterazione sistemica del clima. Negli ultimi 170 anni, le temperature globali sono aumentate di circa +1,1°C rispetto all’era pre-industriale, con regioni come il Mediterraneo che registrano incrementi ancora più marcati, come i +2,4°C in Italia.

Questo si traduce in ondate di calore più frequenti, intense e prolungate, siccità più severe e fenomeni meteorologici estremi più comuni, come le alluvioni in Emilia-Romagna o gli incendi in Patagonia.

Ecco perché il 2023 e il 2024 sono stati anni eccezionali

Il 2023 è stato un anno record per il salto termico rispetto agli anni precedenti, e il 2024 sta seguendo lo stesso copione. Diversi fattori naturali e antropici si sovrappongono al trend di fondo del riscaldamento globale. Tra questi, il passaggio rapido da tre anni di “La Niña” a “El Niño” nel 2023 ha rilasciato calore accumulato negli oceani extratropicali, amplificando le temperature globali.

Riscaldamento globale.
Il 2023 è stato un anno record per il salto termico rispetto agli anni precedenti, e il 2024 sta seguendo lo stesso copione. Diversi fattori naturali e antropici si sovrappongono al trend di fondo del riscaldamento globale. Tra questi, il passaggio rapido da tre anni di “La Niña” a “El Niño” nel 2023 ha rilasciato calore accumulato negli oceani extratropicali, amplificando le temperature globali.

Inoltre, la riduzione delle emissioni di aerosol di zolfo (SO2) dalle navi, dovuta a normative ambientali, ha paradossalmente contribuito al riscaldamento, poiché gli aerosol di zolfo hanno un effetto di raffreddamento. L’eruzione del vulcano Hunga Tonga, invece, sembra avere un impatto trascurabile, con il suo contributo al riscaldamento, ben bilanciato dal raffreddamento indotto dagli aerosol vulcanici.

Fenomeni atmosferici naturali, come “La Niña” e “El Niño”, contribuiscono a influenzare l’andamento delle temperature globali, su scale e intervalli di tempo brevi. Più nello specifico “El Niño” contribuisce ad accelerare il riscaldamento globale, mentre “La Niña” favorisce un rallentamento del riscaldamento.

Ma entrambi, purtroppo, hanno uno scarso impatto su scale temporali molto più lunghe, senza influire più di tanto sul riscaldamento di fondo, che continua imperterrito.