Coronavirus, crolla l’inquinamento in Cina. E in Italia?

Le immagini da satellite mostrano un crollo del 35% dell’inquinamento in Cina. In calo anche le emissioni serra. I primi dati indicano un calo anche in Italia.

L'efficacia della protezione della mascherina è dubbia sia pe ril Coronavirus che pe rlo smog, solo quelle professionali di adeguata categoria proteggono.

L’occhio attento dei satelliti della NASA e dell’agenzia Spaziale Europea ESA hanno confermato ciò che era, è il caso di dirlo, nell’aria. In Cina i livelli di inquinamento atmosferico sono scesi notevolmente. In particolare le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) in febbraio sono diminuite vistosamente e il calo è attribuibile almeno in parte al rallentamento dell’economia per i provvedimenti volti ad arginare l’epidemia causata dal coronavirus denominato COVID-19. Calate anche le emissioni serra.

Anche in Italia a fine febbraio si sono osservate vistose diminuzione dell’inquinamento, in particolare da polveri PM10 e PM 2.5. Più incerta però per il nostro paese la valutazione.

Le mappe NASA ed ESA

Le mappe elaborate dalla NASA e diffuse attraverso il portale Earthobservatory sono eloquenti sia per la città di Wuhan che per la Cina intera. Le concentrazioni di NO2, un inquinante primario emesso direttamente dal traffico veicolare, dagli impianti energetici e industriali mostrano un calo da valori di oltre 500 umol/m3 nel periodo 1-20 gennaio a meno di 100-150 umol/m3 dal 10 al 25 febbraio.

I dati sono stati raccolti dal sofisticato sensore TROPOMI del satellite Sentinel-5 dell'ESA. Lo strumento Ozone Monitoring Instrument ( OMI ) a bordo del satellite Aura della NASA, ha confermato questi dati.

"Questa è la prima volta che vedo un calo così drammatico su un'area così ampia per un evento specifico", ha dichiarato Fei Liu, ricercatore della qualità dell'aria presso il Goddard Space Flight Center della NASA.

Le emissioni serra

Riguardo alle emissioni serra, le prime stime indicano una riduzione di un quarto delle emissioni serra della Cina. E’ la conseguenza della riduzione dal 15 al 40% della produzione industriale e di conseguenza anche dei trasporti. A queste si aggiunge la riduzione di circa il 70% dei voli da e per la Cina. In concreto, in sole due settimane le emissioni serra sarebbero calate di 100 milioni di tonnellate.

Il Capodanno cinese, a seguito del quale il paese ha una settimana di vacanze e sempre ha visto in concomitanza un calo del consumo di carbone, non è sufficiente a spiegare il crollo di consumi ed emissioni, quest’anno infatti il fermo è stato prolungato più a lungo, e il consumo di carbone risulta quasi dimezzato rispetto agli scorsi anni.

A livello globale, la IEA stima una riduzione dei consumi di prodotti petroliferi del 0.5%

La situazione in Italia

Per l’Italia ancora mancano stime precise al riguardo. Le prime immagini da satellite indicano anche nella zona di Milano un calo delle concentrazioni di NO2. Diminuite notevolmente, soprattutto in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna anche le concentrazioni di PM10 e PM 2.5, da valori oltre la soglia di legge di 50 ug/m3 a valori quasi da montagna, talora soli 15-20 ug/m3

Ma in concomitanza allo scoppio dell’epidemia nel nostro paese sono anche transitate perturbazioni foriere di forti venti.

E’ una buona notizia?

No, questo calo dell’inquinamento e delle emissioni serra non è una buona notizia. Anzitutto perché il coronavirus COVID-19 è un grave problema sanitario, sociale ed economico. Il beneficio ambientale avviene di conseguenza non per virtù ma per necessità, come fu in occasione della crisi economica.

Alla auspicata ripresa della vita normale i benefici svaniranno o peggio potrebbe esserci una accelerazione dei consumi per rilanciare l’economia.

Occorre altro, dobbiamo affrontare la crisi climatica e ambientale con la stessa forza e coraggio con cui combattiamo il coronavirus.