Cos’è e come funziona il RADAR Meteo: guida pratica per interpretare le immagini e affinare le previsioni

Il radar meteo è un importante strumento di monitoraggio non solo per i meteorologici. Ci dice dove e quanto sta piovendo, come si spostano i temporali. Con opportune tecnologie si possono distinguere pioggia, neve, grandine e tornado, ecco come interpretare le immagini. Qual è lo stato dell’arte dei RADAR meteo in Italia?

Un centro meteorologico con una grande antenna Radar Meteo dotata di "Dome", l'apposito schermo a protezione della parabola dalle intemperie stesse che misura.

Il radar meteo è uno strumento fondamentale che usano i meteorologi per la previsione detta di “nowcasting”, cioè a poche ore. E’ anche un importante strumento di monitoraggio che fornisce dati ai modelli idrologici per la previsione delle piene e in particolare delle alluvioni lampo.

Il radar di per se non fornisce previsione, ma monitoraggio. Ci dice dove sta piovendo, con che intensità e con tecniche particolare anche di che tipo di precipitazione si tratta, la velocità del vento ed altre informazioni. Tutti noi possiamo oggigiorno consultare le immagini radar, ma cosa c’è dietro e come funziona?

Principio di funzionamento del Radar Meteo

Il RADAR, "RAdio Detection And Ranging," è uno strumento che utilizza onde elettromagnetiche nato in origine per scopi militari e poi civili.

Il principio di funzionamento è abbastanza semplice: un’antenna emette un impulso di onde radio e registra l'eco di ritorno prodotto quando le onde colpiscono un ostacolo

Consente di individuare la posizione di “ostacoli”, che possono essere anzitutto aerei, ma anche navi. Fondamentale in aeronautica, anche la pioggia o una nube sono un “ostacolo” che riflette le onde radio e genera un eco che torna all’antenna.

Consulta qui il RADAR meteo disponibile su sito e app Meteored!

Nei radar aeronautici la pioggia o una nube sono un problema che i tecnici devono risolvere. Al contrario, un radar meteo è ottimizzato per monitorare la pioggia e in genere le idrometeore.

La riflettività, ovvero la percentuale di energia delle onde di ritorno, è proporzionale proprio alla quantità di precipitazione rilevata. Le cose però sono complesse, esistono vari tipi di radar e diversi problemi possono sfalsare la misura.

Un semplice schema del principio di funzionamento del RADAR meteorologico e della tecnologia necessaria all'elaborazione delle immagini.

Un po’ di tecnologia radar: le bande, polarimetrico, doppler

Esistono varie tipologie di radar a seconda della frequenza utilizzata. Le più diffuse sono le bande S, C e X, a seconda delle esigenze. La banda S (2-4 GHz) è molta diffusa in USA, perché idonea alle grandi distanze.

In Italia si usano solitamente radar in banda C (4-8 GHz), un compromesso che riduce la distanza, inutile una grande portata dei Radar S nella nostra orografia complessa, ma da più dettaglio.

La banda X (8-12 GHz) ha scarsa portata ma da molto dettaglio e consente lo studio della microfisica delle nubi. Poco usata operativamente, ma utili nella ricerca e nei radar mobili.

Un cenno infine alla tecnologia polarimetrica, che consente di vedere il tipo di precipitazione e distinguere perfino pioggia, neve e grandine. In radar doppler poi si possono osservare i movimenti dell’aria, misurando il vento anche con la quota; particolarmente utili questi per individuare i tornado.

I problemi tecnici dei radar

La radarmeteorologia è una disciplina complessa. Montagne, colline, torri, perfino uccelli o insetti possono determinare echi errati. I forti temporali possono far ombra a quanto si trova dietro, o generare una sorta di eco fantasma, un riflesso, non corrispondente a vera pioggia.

Il fascio Radar dato che l’antenna è inclinabile a una certa distanza dal sito del radar non vede la pioggia al suolo ma le gocce sollevate , anche di diversi km dal suolo. A grande distanza poi entra in gioco anche la curvatura della terra.

La zona di passaggio pioggia-neve forma una fascia particolare detta bright band, banda luminosa, che inganna e sembra precipitazione intensa.

Di tutto questo se ne deve tenere conto nei software, correzioni sono possibili mettendo in rete più radar con sovrapposizione di parte di immagini.

Consultare e interpretare le immagini radar

Abituarsi a consultare il radar consente di capire la dinamica delle piogge e dei temporali, vederne lo spostamento e quindi affinare le previsioni sul luogo dove ci si trova. Consultatele spesso, per prenderci confidenza, ma tenete conto che non sempre le piogge e temporali sono conservativi. Ovvero a volte si formano “sul posto” o si dissolvono mentre si avvicinano.

Attenzione in particolare alla forma degli echi di precipitazioni: zone piccole ma con alti valori di riflettività indicano forti temporali anche con grandine. Se si scorge poi forma a V, o a uncino, è alto che lì sia presente grandine grossa, downburst e tornado.

L’uso del radar comunque specie nel caso di allerta meteo gialla per temporali, situazione di forte incertezza nella localizzazione dei fenomeni ma con potenziali rischi, vi sarà molto utile non solo per gite ed escursioni ma soprattutto per auto protezione.

I radar meteo in Italia

L’Italia ha una buona rete radar meteo, ma la situazione non è ottimale. Alcune regioni del nord si dotarono di loro iniziativa di radar fin dagli anni 1980 , altre sono state messe a copertura radar solo da pochi anni, dalla protezione civile nazionale. Restano purtroppo alcune lacune e alcuni malfunzionamenti frequenti in alcune zone specie del sud, in particolare la Sicilia.

Le immagini sono consultabili nei vari siti dei servizi regionali in forma singola, in mosaico radar nazionale nel sito della protezione civile e nel nostro sito nella apposita sezione Radar in una forma semplice su mappa georeferenziata, non solo per l’Italia ma per tutti i paesi europei e per molti paesi dell’America.