L'intelligenza artificiale come rischio climatico: il consumo energetico dei data center decuplicato entro il 2030

Le previsioni sul consumo energetico global dell'IA rivelano cifre impressionanti. Ma anche l'aumento del consumo di acqua e il problema dei rifiuti devono essere affrontati con urgenza.

Gli esperti mettono in guardia dal crescente consumo energetico dei data center basati sull'intelligenza artificiale. Immagine: Alexandra Koch/Pixabay
Lisa Seyde
Lisa Seyde Meteored Germania 6 min

Da un lato, l’intelligenza artificiale (IA) ha reso possibile un rapido progresso nel campo tecnologico. Dall’altro lato, comporta senza dubbio anche rischi per l’ambiente. Un’analisi recente dell’Öko-Institut, commissionata da Greenpeace Germania, avverte ora con urgenza delle conseguenze dell’uso sempre più massiccio dell’IA.

La crescente domanda energetica dei data center che eseguono sistemi di IA porterà a un aumento drastico del consumo di elettricità, delle emissioni di gas a effetto serra e dell’uso delle risorse nei prossimi anni.

Secondo le previsioni, la domanda di elettricità dei data center esclusivamente dedicati all’IA in tutto il mondo aumenterà di oltre dieci volte tra il 2023 e il 2030, passando da circa 50 miliardi di kilowattora oggi a circa 550 miliardi di kilowattora nel 2030.

Se si includono i data center convenzionali, il consumo totale di elettricità per l’elaborazione dei dati arriverà a circa 1,4 trilioni di kilowattora.

Altri impatti sull’ambiente

L’impronta climatica di questo sviluppo è enorme: anche se si presume che le energie rinnovabili continuino a espandersi, si prevede che le emissioni di CO₂ dei data center aumenteranno da 212 a 355 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030, secondo l’Öko-Institut.

Insieme al consumo di energia, aumenteranno anche il consumo di acqua e la generazione di rifiuti. Immagine: Elchinator/Pixabay
Insieme al consumo di energia, aumenteranno anche il consumo di acqua e la generazione di rifiuti. Immagine: Elchinator/Pixabay

Oltre all’impatto climatico, esistono altri potenziali impatti ambientali. Secondo il rapporto, il consumo di acqua per raffreddare i sistemi quadruplicherà fino a raggiungere i 664 miliardi di litri.

Oltre all’impatto climatico, esistono altri potenziali impatti ambientali. Secondo il rapporto, il consumo di acqua per raffreddare i sistemi quadruplicherà fino a raggiungere i 664 miliardi di litri.

E anche la quantità di rifiuti sta aumentando significativamente: come risultato dell’espansione dell’infrastruttura digitale, si potrebbero generare fino a cinque milioni di tonnellate di rifiuti elettronici aggiuntivi.

Inoltre, sono necessarie grandi quantità di materie prime, tra cui 920 kilotoni di acciaio e circa 100 kilotoni dei cosiddetti materiali critici.

La sostenibilità sempre più in discussione

Allo stesso tempo, è discutibile se i bisogni energetici futuri possano essere soddisfatti in modo sostenibile. Le reti elettriche stanno sempre più raggiungendo i propri limiti. Rinunciare ai combustibili fossili non è ancora realistico.

"Nei prossimi anni, i data center continueranno a dipendere da combustibili fossili come il gas naturale e il carbone, con i conseguenti alti costi ecologici.
– Jens Gröger, coordinatore della ricerca sulle infrastrutture digitali sostenibili presso l’Öko-Institut

I cosiddetti effetti indiretti dell’IA sono anch’essi preoccupanti. Anche se l’attenzione si concentra spesso sugli impatti ambientali diretti, come il consumo di elettricità o le emissioni, l’IA sta anche modificando le strutture economiche.

Ad esempio, viene già utilizzata per rendere più efficiente lo sviluppo di fonti energetiche fossili o per intensificare l’agricoltura industriale. Allo stesso tempo, l’IA favorisce il consumo attraverso la pubblicità o le raccomandazioni personalizzate.

Dati di addestramento errati, modelli inadeguati o ipotesi errate nel funzionamento dei sistemi di IA possono inoltre generare impatti ambientali indesiderati. Finora questi effetti sono stati appena registrati, anche se non bisogna sottovalutarne la rilevanza ecologica.

Cosa si può fare?

Per contrastare tutto ciò, lo studio dell’Öko-Institut chiede misure politiche concrete. La prima priorità è l’introduzione di obblighi legali di trasparenza per i data center e i fornitori di servizi di IA. Questo include anche la pubblicazione obbligatoria dei dati ambientali a livello di impianto e lo sviluppo di etichette di efficienza per i servizi di IA.

Le strutture di rete dovrebbero inoltre essere adattate ulteriormente. In futuro, il consumo elettrico dei data center sarà più collegato alle energie rinnovabili, ad esempio attraverso un controllo flessibile del carico o l’uso di batterie proprie.

Infine, ma non meno importante, i sistemi di IA devono essere rivalutati approfonditamente dal punto di vista legale: prima che nuove applicazioni arrivino sul mercato, dovrebbe essere obbligatoria una valutazione dell’impatto ambientale, chiedono i ricercatori. Questa è l’unica via per evitare che il progresso tecnologico avvenga a spese del clima.

Le conclusioni del rapporto rendono chiaro che la digitalizzazione non è una via sicura per raggiungere la sostenibilità. In assenza di decisioni politiche e di linee guida ecologiche chiare, la crisi climatica potrebbe essere ulteriormente accelerata dall’IA.

Riferimenti alla notizia

Gröger, J., Behrens, F., Gailhofer, P., & Hilbert, I. (2025): Environmental Impacts of Artificial Intelligence. Evaluation of current trends and compilation of an overview study. Öko-Institut, Berlino, per Greenpeace e.V., Amburgo.