La nuova isola nata a largo del Giappone si ingrandisce resistendo all'erosione del mare

Il suo nome è Niijima, ed è stata sopranominata “l’isola che non c’è”. Parliamo del grazioso atollo nato a sud di Iwo Jima, in Giappone, a seguito dell’eruzione di un vulcano sottomarino.

Isolotto
L'eruzione risale allo scorso 21 ottobre, quando il vulcano sottomarino ha cominciato ad eruttare, formando l'isolotto in questione nel giro di una settimana soltanto, senza creare danni.

Il suo nome è Niijima, ed è stata sopranominata “l’isola che non c’è”. Parliamo del grazioso isolotto a sud di Iwo Jima, in Giappone, a seguito dell’eruzione di un vulcano sottomarino. L'eruzione risale allo scorso 21 ottobre, quando il vulcano sottomarino ha cominciato ad eruttare, formando l'isolotto in questione nel giro di una settimana soltanto, senza creare danni.

Il luogo dell'eruzione, 1.200 chilometri a sud di Tokyo, è noto per una certa attività vulcanica sottomarina, essendo parte della catena delle isole Ogasawara nel Pacifico occidentale.

Un’area caratterizzata da forte attività vulcanica

L’eruzione di queste settimane sta ad indicare come nell’area l’attività vulcanica si sia intensificata ulteriormente. La nuova isola potrebbe ingrandirsi e cambiare forma se le eruzioni continuassero, ma potrebbe anche scomparire sotto le onde, come già accaduto a quelle che si erano create nella zona nel 1904, 1914 e 1986, conseguenza diretta dell'erosione.

Un po’ come accaduto alla nostra Isola Fedinandea, che una volta nata venne erosa dall’incessante azione del moto, lungo il Canale di Sicilia, uno dei mari più ventosi dell’intero Mediterraneo.

Sempre più isole attorno al Giappone

Dall'ultimo censimento dei geografi, risalente a inizio 2023, sulla base di un riconteggio il Giappone ha visto il suo numero di isole raddoppiare rispetto ai dati finora noti di quattro arcipelaghi e circa 6mila isole.

vulcani
L’eruzione di queste settimane sta ad indicare come nell’area l’attività vulcanica si sia intensificata ulteriormente.

Utilizzando la tecnologia di mappatura digitale, l'Autorità nazionale per le informazioni ha identificato un totale di 14.125 isole, 7.273 in più di quanto si pensasse in precedenza. Un numero, peraltro, destinato ad aumentare ulteriormente nei prossimi decenni.

Rimane alta l’attenzione anche in Italia e in Indonesia

Sappiamo benissimo che le eruzioni vulcaniche possano cambiare la geografia fisica della terra almeno in chiave locale. Quanto sta accadendo in Giappone, infatti, riporta l’attenzione a quanto sta succedendo per esempio in Italia, nell’area del super vulcano Campi Flegrei, la cui attività vulcanica e il suo bradisismo sono in costante evoluzione.

L’ultima eruzione significativa è vero che risale al 1538 e, pur essendo fra le minori dell’intera storia eruttiva dei Campi Flegrei, ha interrotto un periodo di quiescenza di circa 3000 anni.

Ma nel giro di pochi giorni, ha dato origine al cono di Monte Nuovo, alto circa 130 metri. Ma oltre al Giappone e all’Italia, dove attivo in queste settimane c’è anche l’Etna, altri vulcani sembrano essere tornati alla piena attività.

Vulcani
In Indonesia, il Monte Marapi sull'isola di Sumatra, uno dei 130 vulcani attivi presenti in Indonesia, dal 4 di dicembre sta eruttando, proiettando una colonna grigia di cenere a 3 chilometri in alto oltre la sua vetta di 2.891 metri.

In Indonesia, il Monte Marapi sull'isola di Sumatra, uno dei 130 vulcani attivi presenti in Indonesia, dal 4 di dicembre sta eruttando, proiettando una colonna grigia di cenere a 3 chilometri in alto oltre la sua vetta di 2.891 metri. Questa sua attività ha causato, purtroppo, già 23 morti.

È proibito avvicinarsi al vulcano e l'allarme eruzione diramato dall'istituto di vulcanologia dell’Indonesia è di livello 3 su una scala di 4. Alla gente che lavora nelle vicinanze del Monte Marapi viene chiesto di indossare occhialoni, maschera e cappello. La cenere mista a pioggia è caduta sulla città di Bukittinggi, la terza in ordine di grandezza di Sumatra con circa 100.000 abitanti.