Le acque del Mediterraneo sono diventate un brodo, l'Italia dovrà affrontare a breve fenomeni atmosferici molto violenti
L’intenso soleggiamento e i mari calmi o poco mossi a largo hanno permesso a una maggiore quantità di radiazione solare di raggiungere la superficie marina. L’acqua assorbe questa energia, riscaldandosi, fino a raggiungere temperature mai osservate in precedenza.

Come abbiamo già visto in questo articolo le temperature delle acque superficiali del Mediterraneo, in questi ultimi giorni, hanno raggiunto valori mai osservati in questo periodo dell’anno. In alcune aree del Mare Nostrum le temperature hanno superato la soglia dei +27°C +28°C, avvicinandosi ai +29°C +30°C.
Parliamo di valori già molto elevati per il mese di agosto, figuriamoci se questi dati sono stati misurati nella parte finale del mese di giugno. Questo avrà ripercussioni molto pesanti sull’andamento dell’estate mediterranea, e non solo.
Ma come si sono scaldate le acque del Mediterraneo?
L’intenso soleggiamento e i mari calmi o poco mossi a largo hanno permesso a una maggiore quantità di radiazione solare di raggiungere la superficie marina. L’acqua assorbe questa energia, riscaldandosi. L’enorme quantità di energia assorbita dalla superficie del mare ha permesso all’acqua, in superficie, di scaldarsi in modo abbastanza repentino.
Questo meccanismo fisico ha permesso alla temperatura del mare di scaldarsi in maniera molto veloce e repentina, grazie alla presenza di una scarsa ventilazione e di un moto ondoso significativo a largo.
Quali saranno le conseguenze in atmosfera?
Va precisato che lo strato di acqua riscaldato è solo quello più superficiale, ecco perché parliamo di “riscaldamento pellicolare”, e non l’intera colonna che va dal fondo marino fino in superficie. Ciò vuol dire che anche un rinforzo della ventilazione superficiale, come capita spesso con l’ingresso del “mistral”, può produrre un raffreddamento per il rimescolamento delle masse d’acqua indotto proprio dal fenomeno dell’”upwelling”.

Tutta questa enorme quantità di “energia potenziale” accumulatasi negli ultimi mesi non per forza darà origine a fenomeni meteorologici estremi, come violente manifestazioni temporalesche o eventuali eventi alluvionali.
Ma di certo con queste temperature in superficie, al primo transito di una goccia fredda (cut/off) o un più organizzato sistema frontale atlantico, seguito da aria più fresca oceanica, tutta questa “energia potenziale”, rappresentata dalle acque calde del mare (in questo caso parleremo di “energia termica”), si convertirà in “energia cinetica”, attraverso la formazione di improvvisi e violenti moti convettivi, originando così forti temporali, fenomeni vorticosi, colpi di vento molto forti e nubifragi.
Autunno a rischio eventi meteo estremi
Con l’ingresso delle prime saccature atlantiche e lo sviluppo di profonde ciclogenesi sul bacino del Mediterraneo si aprirà, in autunno, la stagione dei fenomeni meteorologici violenti. Come accade spesso in questi mesi, soprattutto fra il mar Ligure, il Tirreno e i mari che circondano la Sardegna e la Sicilia.

Ad esempio, lo sviluppo delle ciclogenesi secondarie sul mar Ligure o sul mar di Corsica sovente produce una intensa ventilazione dai quadranti meridionali nei bassi strati, con formazione di “linee di confluenza” in mare che generano intensi “forcing” convettivi, con la formazione dei pericolosi “v-shaped storm”.
Tutto il calore e il vapore acqueo immesso nell’atmosfera dalla calda superficie marina rappresenterà un ottimo carburante per lo sviluppo di fenomeni temporaleschi violenti e estremi, già dalle prossime settimane o mesi. E in questo caso tutte le nostre regioni, e non solo quelle costiere, saranno esposte a tale rischio, non appena si assisterà ad un cambio di circolazione, con l’arrivo dei primi refoli di aria fresca e secca in quota.