Secondo gli esperti in Europa violenti temporali come nel 2022, il Mediterraneo caldo fornisce "combustibile di qualità"

Il Mediterraneo occidentale sta raggiungendo temperature record, paragonabili a quelle raggiunte nel giugno 2022, quando in tutta Europa si sono verificati temporali estremamente violenti.

Le temperature insolitamente elevate del Mediterraneo costituiscono un combustibile di qualità per le tempeste.

Secondo uno studio pubblicato su AGU Advancing Earth And Space Sciences, le alte temperature del Mar Mediterraneo nel 2022 hanno fornito un carburante extra di qualità per l’innesco di temporali estremi registrati in quell’anno in Europa.

Il riscaldamento del Mar Mediterraneo

In questo mese di giugno, gran parte della superficie del Mar Mediterraneo sta registrando livelli di riscaldamento estremo per il periodo dell’anno, superiori al 90° percentile. Le sue acque raggiungono temperature inedite in questi giorni, con valori più tipici di fine luglio o agosto.

“Le boe di Socib e Puertos del Estado, in Spagna, hanno rilevato valori di 25-26 ºC e localmente anche di più, in alcune zone del Golfo di Valencia, Mar Baleari e Capo di Palos. Valori molto anomali per la metà di giugno”, dichiara l’esperto Samuel Biener. Ma nel Mediterraneo italiano, ad esempio nel Tirreno meridionale al largo della Calabria e della Sicilia settentrionale, le temperature del mare sono anche superiori.

La temperatura dell’acqua del Mar Mediterraneo si trova sopra il 90° percentile.

Questo ha già una serie di impatti che iniziamo a notare in Europa. Durante la notte le temperature faticano a scendere, con notti torride sulla costa mediterranea e brezze più deboli che rinfrescano meno.

Il Mediterraneo in questo momento è un serbatoio di calore e umidità, benzina di prima qualità per i temporali che si formeranno quest’estate sulla Penisola e nell’entroterra europeo. Può favorire fenomeni avversi ancora più estremi.

Uno dei fenomeni più estremi del Mediterraneo

A metà agosto 2022 si verificò un temporale estremo, con un fenomeno meteo chiamato “Derecho”, mai visto prima in Catalogna. Un’atmosfera carica di energia favorì lo sviluppo di imponenti nubi convettive e intense turbolenze, come in una pentola in ebollizione.

L’aeroporto di Barcellona venne paralizzato da un temporale molto violento, e venne dichiarata la situazione di “Rate 0”. In ambito di controllo aereo, si tratta della restrizione temporanea degli arrivi in aeroporto per motivi operativi o di capacità. Il temporale fu violento e incessante, con una frequenza di fulmini impressionante.

Ma inoltre, di fronte alle coste di Barcellona si formò simultaneamente quella che è stata definita la madre di tutti i temporali: il cosiddetto “Derecho”. Si tratta di un fenomeno di magnitudo ineguagliabile, mai registrato prima in questa regione del Mediterraneo occidentale, come spiega il dott. J.J. González Alemán, che assistette e fotografò l’inizio del Derecho.

Lo stesso giorno la devastazione colpì l’isola di Corsica e il nord Italia. Una tempesta massiccia con raffiche di vento di circa 225 km/h colpì improvvisamente le zone costiere. Le condizioni cambiarono rapidamente, raggiungendo l’intensità di un uragano di categoria 2 o 3. Oltre ai danni materiali milionari, si contarono 12 vittime e numerosi feriti.

La madre di tutte le tempeste si sviluppò e organizzò a partire da un gruppo di temporali preesistenti che colpivano la costa del Barcelonés e il nord di Minorca. Successivamente attraversò il Mediterraneo da ovest a est, passando per Corsica e nord Italia, fino a raggiungere la Repubblica Ceca.

L’attribuzione al cambiamento climatico

Secondo lo studio ‘Ruolo importante dell’ondata di calore marina e del cambiamento climatico antropogenico in un evento di grandine gigante in Spagna’, che ha analizzato le cause della formazione del Derecho nel Mediterraneo occidentale, il cambiamento climatico e la storica ondata di calore marina che colpiva il Mediterraneo furono i responsabili dell’innesco di questa tempesta così distruttiva.

Immagine dopo il passaggio della tempesta mortale in Corsica, agosto 2022. Fonte: Pascal Pochard-Casabianca / AFP

Lo studio conferma la formazione di un “Derecho” o grande tempesta poco frequente, che avviene quando un gruppo di temporali si organizza e acquista maggiore entità, rafforzandosi e causando un impatto devastante.

È stato un evento eccezionale perché raramente si verifica nel Mediterraneo, e per l’intensità storica con cui si è manifestato. Paragonabile ai Derecho più intensi registrati nelle zone più colpite degli Stati Uniti.

Nelle conclusioni dello studio si dettaglia come il “Derecho” si sia sviluppato grazie alla corrente a getto (Jet Stream) e a una storica ondata di calore marina senza precedenti nei registri moderni, con temperature marine oltre i 3 ºC sopra la media.

Lo studio afferma che il cambiamento climatico antropogenico ha giocato un ruolo essenziale, agendo come detonatore di questa tempesta colossale. Senza le attuali condizioni di riscaldamento globale, il “Derecho” non si sarebbe sviluppato.

La necessità di ulteriori studi

Un altro dei risultati dello studio mostra che se la stessa tempesta si sviluppasse in uno scenario con condizioni climatiche più avanzate, potrebbe essere fino al 50% più intensa, con raffiche di vento fino a 300 km/h. Purtroppo, i danni e le perdite potrebbero essere anche maggiori.

Nel corso dell’estate 2022, inoltre, si verificò un supertemporale che colpì duramente la regione del Baix Empordà, a Girona, lasciando grandine gigante di 12 cm, mai documentata prima in Spagna, causando la morte di una bambina.

Lo studio conclude che si è trattato di una supercella particolarmente influenzata dal riscaldamento antropogenico, che ha avuto un ruolo chiave durante quell’estate.

Si tratta del primo studio che dimostra l’influenza del cambiamento climatico antropogenico su una tempesta convettiva organizzata estrema, e sulle morti da essa causate. E anche il primo studio che dimostra l’influenza del cambiamento climatico sulla dimensione della grandine estrema di un temporale.

Senza dubbio, i risultati dello studio e l’aumento inarrestabile della temperatura dell’aria e del Mar Mediterraneo, con un mese di giugno che potrebbe diventare il più caldo della storia in Spagna da quando esistono rilevazioni, evidenziano la necessità di approfondire gli studi e di adattare le conoscenze sulle previsioni e la modellizzazione degli eventi estremi ai diversi scenari del cambiamento climatico.

Riferimenti allo studio

M. L. Martín, C. Calvo-Sancho, M. Taszarek, J. J. González-Alemán, A. Montoro-Mendoza, J. Díaz-Fernández, P. Bolgiani, M. Sastre, Y. Martín (2024) Major Role of Marine Heatwave and Anthropogenic Climate Change on a Giant Hail Event in Spain. Geophysical Research Letters. Advancing Earth And Space Sciences. https://doi.org/10.1029/2023GL107632