Il più forte terremoto della storia d'Italia

Il terremoto dell'11 gennaio 1693 ebbe una magnitudo momento 7.4 e devastò ampie aree della Sicilia orientale, scatenando uno tsunami che aggravò i danni ed il numero di vittime.

ragusa
Una veduta attuale di Ragusa. Insieme a tante altre città della Sicilia orientale venne praticamente rasa al suolo dal terremoto del 1693.

L'11 gennaio del 1693 si verificò uno dei terremoti più forti che siano avvenuti nel Mediterraneo in epoca storica, il più forte nella storia dell'Italia degli ultimi mille anni. Conosciuto come il terremoto della Val di Noto, ebbe una magnitudo 7,4 con effetti catastrofici nella Sicilia orientale. Il sisma generò anche un maremoto, con onde di tsunami che sconvolsero le coste dello Stretto di Messina e che raggiunsero probabilmente anche le Isole Eolie.

Il terremoto dell'11 gennaio 1693 è stato il più forte sisma che ha colpito l'Italia in epoca storica: la magnitudo raggiunta fu di 7.4. L'epicentro, tra Ragusa, Siracusa e Catania.

Inoltre, secondo quanto riporta sul suo sito ufficiale l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), per vastità dell’area colpita, per numero di vittime e gravità degli effetti provocati fu uno dei terremoti più distruttivi della storia sismica italiana. Causò almeno 60.000 vittime e danni enormi.

Il più forte terremoto della storia d'Italia sconvolge la Sicilia

Un forte terremoto aveva colpito l'area della Val di Noto già due giorni prima, il 9 gennaio, con una magnitudo 6.0. Il sisma aveva causato gravissimi danni ad Augusta, Noto, Avola, Floridia e Melilli.

La seconda scossa però, di magnitudo 7.4, oltre a causare la distruzione praticamente totale (XI grado di intensità nella scala Mercalli-Cancani-Sieberg MCS) di oltre 70 località situate tra Catania e Ragusa, causò devastazioni su un territorio molto più ampio - oltre 14.000 chilometri quadrati - praticamente l'intera Sicilia orientale.

terremoto 1693
Distribuzione degli effetti del terremoto dell’11 gennaio 1693 secondo Guidoboni et al. (2007) [fonte: DBMI11]. I pallini colorati indicano le diverse intensità. In certe aree si raggiunse l'intensità 11, che equivale a distruzione totale.

Il sisma generò inoltre un maremoto, che raggiunse ad Augusta i 15 metri di altezza. Anche Catania venne colpita, ed il maremoto raggiunse probabilmente anche le Isole Eolie.

La città di Augusta venne devastata dallo tsunami che seguì al terremoto. Gravi danni ci furono lungo la costa orientale della Sicilia.

Il terremoto devastò le attuali province di Catania, Siracusa e Ragusa

Le aree più devastate dal terremoto furono le attuali province di Catania, Siracusa e Ragusa. Decine di località vennero cancellate dalla mappa, e vennero gravemente colpiti tutti i centri di grande importanza economica e culturale di quest'area geografica.

Catania, che era stata colpita pochi anni prima dalla grande eruzione dell'Etna del 1669, subì danni enormi e contò migliaia di vittime.

La città di Catania, che era stata colpita pochi anni prima dall'eruzione dell'Etna del 1669, subì danni gravissimi e qui si contarono migliaia di morti. Gravissimi i danni anche ad Acireale e nei piccoli centri del versante sud-orientale dell’Etna.

I centri abituati della Val di Noto vennero praticamente rasi al suolo, da Ragusa a Noto, ed anche Augusta, Modica, Melilli, Lentini, Avola. Ci furono gravi danni anche a Siracusa. Alcuni di questi centri vennero ricostruiti in luoghi diversi.

Gravi danni fino a più di 100 km di distanza dall'epicentro

Gli effetti del sisma si fecero sentire fino a Messina, Palermo e Reggio Calabria, ed anche nell'arcipelago maltese.

La storia sismica dell'Italia grazie ai documenti scritti

La conoscenza dei terremoti del passato è indispensabile per conoscere la sismicità del nostro paese e per prepararci al futuro. L'Italia è purtroppo un paese sismico, in Europa uno dei luoghi più esposti a terremoti, ma ha una fortuna: quella di avere a disposizione moltissime testimonianze scritte sul suo passato.

L'area della Sicilia sud-orientale, colpita dal terremoto del 1693, è una delle zone con maggior pericolosità sismica d'Italia.

I terremoti che hanno colpito l'Italia negli ultimi mille anni, ed anche prima, sono noti grazie ai documenti scritti arrivati fino a noi. L'enorme lavoro dei geologi storici e di altri professionisti che hanno trovato e studiato le testimonianze nelle biblioteche e negli archivi d'Italia, ha portato alla creazione di un enorme inventario di eventi sismici, il Catalogo dei Forti terremoti in Italia (CFTI5Med). Questo enorme archivio include 1.259 terremoti per la sola area italiana dal 461 a.C., ed anche nell'area Mediterranea, dal 760 a.C.

Gli eventi vengono poi sottoposti anche ad analisi e revisione geologica. Il risultato è un enorme archivio di terremoti del passato, che ci ricorda quanto sia importante la prevenzione, per prepararci ad eventi che purtroppo, prima o poi si ripeteranno. L'unica nostra arma al momento è la prevenzione, grazie ad esempio all'adeguamento sismico degli edifici.