Se viene emessa l’allerta tsunami in Italia: ecco dove consultare le fonti ufficiali in caso di emergenza
In una situazione di emergenza è fondamentale affidarsi a fonti sicure, senza cercare notizie sui social che potrebbero risultare dei fake. In questi casi ecco quali sono le fonti attendibili da dover consultare.

I maremoti, o tsunami, rappresentano una minaccia reale per le coste italiane, anche se meno frequenti rispetto ad altri fenomeni naturali come i terremoti. L’Italia, affacciata sul Mediterraneo, è esposta al rischio tsunami a causa della sua posizione geografica, in un’area geologicamente attiva, caratterizzata da faglie sismiche, vulcani sottomarini, che possono generare tsunami.
Un rombo sordo dal mare, un improvviso ritiro dell’acqua dalla costa o un forte terremoto vicino al litorale. La storia ci dice che anche l’Italia, ciclicamente, può essere investita da questi eventi.
Dal disastroso maremoto di Messina del 1908, che fece decine di migliaia di vittime, al più recente evento del 2002 a Stromboli, che ha colpito Sicilia e Calabria. Di esempi ne abbiamo tanti.
Quali sono le regioni più esposte?
L’Italia, con i suoi 8.000 chilometri di costa, si trova in una zona geologicamente attiva, tra faglie sismiche e vulcani sottomarini come il Marsili nel Tirreno. Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Basilicata tirrenica sono le aree più a rischio.

Ma in realtà gli tsunami possono avvenire anche sul resto delle coste italiane e di tutta l’area del Mediterraneo. Le onde possono arrivare in pochi minuti, lasciando poco tempo per reagire. Per questo il nostro Paese ha messo in piedi un sistema di allerta all’avanguardia, ma la chiave per la sicurezza sta nella preparazione e nell’informazione dei singoli cittadini.
Questo sistema monitora i terremoti in mare o vicino alla costa, valuta il rischio tsunami e dirama allerte in tempo reale. Va pero detto che non copre i maremoti causati da frane o eruzioni vulcaniche, come quelle di Stromboli del 2002, e la rapidità delle onde nel Mediterraneo può rendere l’allerta un gioco contro il tempo.
I segnali da non ignorare se si è in spiaggia o in mare
Uno tsunami non sempre arriva con un preavviso ufficiale. Per questo, è fondamentale riconoscere i segnali naturali. Un terremoto forte, un rumore cupo come un aereo in avvicinamento, un ritiro improvviso del mare o un’onda anomala all’orizzonte. Se noti uno di questi elementi devi allontanarti dalla costa, raggiungi un’area elevata o i piani alti di un edificio solido. Ogni secondo conta.

Il SiAM prevede due livelli di allerta: arancione (onde sotto i 0,5 metri, rischio moderato) e rossa (onde più alte, pericolo significativo). Le mappe di inondazione, consultabili sul sito di ISPRA, indicano le zone a rischio per ogni livello e aiutano a pianificare l’evacuazione.
Ma come sapere cosa sta succedendo e a chi rivolgersi?
In una situazione di emergenza è fondamentale affidarsi a fonti sicure, senza cercare notizie sui social. In questi casi il sito ufficiale del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile è il punto di riferimento nazionale. Sul sito trovi aggiornamenti in tempo reale, mappe di rischio e consigli pratici su cosa fare. La sezione dedicata al maremoto spiega come funziona il SiAM e come comportarsi in caso di allerta.
Un altro sito molto importante è quello di ISPRA, dove si può consultare in tempo reale la mappa di inondazione, per capire se la tua zona è a rischio e quali aree evacuare in caso di allerta arancione o rossa.

Inoltre i siti istituzionali dei singoli comuni. Ogni comune costiero dovrebbe avere un piano specifico per il rischio tsunami, con vie di fuga e punti di raccolta. Controlla il sito del tuo comune o chiedi informazioni all’ufficio di Protezione Civile. Un esempio virtuoso? Minturno, in provincia di Latina, primo comune italiano certificato “Tsunami Ready” dall’UNESCO.
In alcune regioni, come la Liguria, il sistema di allertamento regionale (es. allertaliguria.regione.liguria.it) integra le informazioni nazionali con aggiornamenti locali. In caso di allerta, il SiAM invia messaggi via SMS, email o, in futuro, chiamate vocali alle autorità e ai cittadini registrati. Tieni d’occhio anche radio e TV per comunicazioni ufficiali.