“Il buco nero sul Sole”, sensazionalismo a tutti i costi?

Attirare l’attenzione del lettore su un articolo usando un titolo sensazionalistico è sempre una grande tentazione a cui si cede a volte. Ma stavolta ci si è spinti un tantino oltre!

Buco coronale solare
Esempio di buco coronale osservato sul Sole ai raggi X dal satellite Solar Dynamics Observatory. "Courtesy of NASA/SDO and the AIA, EVE, and HMI science teams."

Lo scorso fine settimana sono apparse sui mezzi di stampa notizie il cui titolo riportava della scoperta sul Sole da parte di un satellite della Nasa (il Solar Dynamics Observatory) di un "buco nero” grande 20 volte le dimensioni della Terra!

Se per molti lettori questi titoli hanno suscitato curiosità, per altrettanti hanno prodotto una certa inquietudine! Infatti, se come dice il titolo stiamo parlando di un buco nero, cioè proprio di quell'oggetto che risucchia a se tutto ciò che gli sta vicino, e posizionato proprio sul nostro Sole (garanzia di vita per Terra) e proprio a due passi dalla Terra...allora ce n'è abbastanza per inquietarsi.

Nulla di più sbagliato. Si, perché il termine buco nero in astronomia ha un significato univoco e non equivoco.

Cosa sono i buchi neri

Il buco nero è lo stadio finale dell’evoluzione delle stelle più massicce che, dopo un'esplosione finale detta di supernova, danno luogo alla formazione di una stella di neutroni o, se particolarmente massicce, a un buco nero.

Questo oggetto particolarissimo, successivamente alla sua formazione, accresce la propria massa attraendo a sé, per mezzo della forza di gravità, tutti i corpi celesti che si trovano entro la sua sfera d'azione.

E invece i buchi coronali

Cosa completamente diversa sono i buchi osservati sul Sole e chiamati "buchi coronali". Sono questi il tipo di buchi osservati la scorsa settimana dal satellite della Nasa e poi, a onor del vero, correttamente descritti nella stampa che ne aveva annunciato la scoperta con titoli "discutibili".

I buchi coronali, non sono un'esclusiva del Sole, ma sono presenti in tutte le stelle simili al Sole, o meno massicce. Queste stelle, possiedono intensi campi magnetici che si formano al loro interno con processi magneto-idro-dinamici. Quando questi campi magnetici emergono in superficie, la loro energia magnetica viene dissipata sotto forma di calore che ne riscalda le atmosfere.

Eclisse totale di Sole
Immagine della corona solare visibile da Terra durante una eclisse totale di Sole. Credit: Bernd Thaller from Graz, Austria

Gli strati più esterni di queste atmosfere vengono chiamati corone ed hanno temperatura fino a milioni di gradi. A motivo di queste altissime temperature esse emettono soprattutto raggi X, che sono nocivi (o letali, dipende dal dosaggio) per la salute umana.

La Natura ha dotato la Terra di un’atmosfera in grado di bloccare questi raggi X.

Ed è proprio per questa proprietà dell’atmosfera terrestre che la corona solare non può essere osservata dalla Terra. L’unica circostanza in cui parte ottica della corona è visibile da Terra è durante le eclissi totali di Sole, quando la Luna si frappone esattamente tra Terra e Sole e, bloccando la forte luminosità del disco solare, permette di osservare questo strato esterno simile a una corona, come mostrato in fotografia.

Perché i buchi coronali meritano attenzione

Succede che nella corona solare si possano formare delle regioni a densità e temperatura più bassa che, per un effetto di contrasto visivo, appaiono scure e vengono per questo chiamati buchi coronali.


La presenza di buchi coronali non è una novità per il Sole né anticipa eventi catastrofici.

Ciò che rende i buchi coronali degni di attenzione è il fatto che sono sorgente di emissione del vento solare, in particolare di quella componente ad alta velocità (circa 700 km al secondo). Il vento solare è costituito da particelle elettriche, quali protoni ed elettroni, che viene soffiato dal Sole in tutto il sistema Solare.

La particolarità di questo recente buco coronale è che si è formato sul lato del Sole che guarda la Terra, per cui noi ci siamo trovati potenzialmente nella traiettoria del vento solare emesso da questo buco.

Anche in questo caso la Natura ha fornito la Terra di una protezione contro il vento solare, e cioè il campo magnetico terrestre. Ciò che generalmente succede nell'interazione tra vento e campo magnetico terrestre sono le tempeste geomagnetiche, che come effetto visivo producono il fenomeno delle aurore boreali (ma anche australi).

Durante le aurore le particelle di vento solare catturate dal campo magnetico terrestre vengono trascinate attraverso la ionosfera producendo, quando perdono parte della loro energia, quella bellissima luminescenza colorata caratteristica delle aurore.

Nel caso presente era prevista una tempesta di intensità G2 (su una scala di 4) definita di intensità moderata. Tuttavia, trovandosi questo buco coronale a latitudini solari abbastanza alte, cioè non esattamente in direzione della Terra, non ha prodotto effetti significativi sulla Terra.

Le sentinelle della Terra

Esiste un programma di "space weather" (meteo spaziale), che consiste nel monitoraggio continuo del Sole da parte di satelliti, finalizzato a individuare, proprio nel momento del loro nascere, fenomeni solari quali buchi coronali o emissione coronale di plasma in modo da prevederne la traiettoria e le possibili conseguenze per la Terra.

Allora, nessun panico! Non ci sono buchi neri che inghiottiranno prima il Sole e poi la Terra con tutti gli altri pianeti. Ciò che si è manifestato sul Sole è stato un buco coronale, fenomeno normale per il Sole, che ha prodotto solo aurore e qualche disturbo in più nei sistemi di telecomunicazione.


Pertanto, concorderete sicuramente che citare nel titolo i buchi neri al posto dei buchi coronali è stato forse un tantino esagerato.