Addio alla cometa 3I/ATLAS! Un'ultima scoperta prima dell'addio definitivo a questo straordinario oggetto interstellare
Gli astronomi hanno pubblicato un nuovo articolo in cui hanno scoperto sulla cometa molecole importanti per processi complessi.

Nel luglio del 2025, l’osservatorio ATLAS ha identificato per la prima volta un oggetto in ingresso nel Sistema Solare. Questo oggetto è stato presto classificato come oggetto interstellare e ha ricevuto il nome 3I/ATLAS, diventando il terzo visitatore interstellare confermato. La sua traiettoria iperbolica, l’alta velocità e la composizione hanno confermato la sua origine interstellare nelle osservazioni effettuate nei giorni successivi alla sua scoperta.
Dalla sua scoperta, il 3I/ATLAS è stato oggetto di molta disinformazione e sensazionalismo, inclusi argomenti secondo cui potrebbe trattarsi di un veicolo artificiale. Tuttavia, queste ipotesi non hanno mai avuto alcun supporto osservativo e tutti i dati ottenuti indicano un comportamento compatibile con una cometa naturale.
Anche nel momento del suo addio, questa settimana è stato pubblicato un articolo che presenta nuove osservazioni del 3I/ATLAS e una scoperta importante. Il gruppo di ricercatori ha annunciato la rilevazione di molecole considerate fondamentali per processi chimici complessi.
Queste rilevazioni rafforzano l’idea che mattoni chimici essenziali possano essere comuni in altri sistemi planetari e trasportati da comete interstellari. È importante sottolineare che ciò non indica la presenza di vita sul 3I/ATLAS, né che esso abbia avuto origine in un ambiente biologicamente attivo.
3I/ATLAS
3I/ATLAS è una cometa interstellare scoperta nel luglio del 2025 dal sistema ATLAS, identificata come il terzo oggetto interstellare confermato. Fin dalla sua prima osservazione, numerosi telescopi e osservatori di tutto il mondo hanno seguito l’oggetto. In pochi giorni, le agenzie spaziali avevano confermato la sua orbita iperbolica, la velocità e la composizione. La sua orbita avrebbe attraversato la regione compresa tra le orbite della Terra e di Marte quando avrebbe raggiunto il punto di massima vicinanza, ora a dicembre.
I dati spettrali hanno mostrato che la composizione della cometa contiene materiali simili ad altre comete, con composti volatili e metalli. Recentemente, un altro studio ha mostrato che il 3I/ATLAS presenta evidenze di criovulcanismo, possibilmente alimentato da interazioni chimiche tra acqua liquida transitoria e grani metallici.
Sebbene queste caratteristiche siano leggermente diverse da quelle delle comete del Sistema Solare, rientrano comunque tra quelle attese in oggetti come asteroidi e comete.
Perché è una cometa?
Dalla sua scoperta, il 3I/ATLAS è stato bersaglio di speculazioni infondate secondo cui potrebbe trattarsi di un veicolo artificiale o di un oggetto tecnologico. È a causa di queste speculazioni che il 3I/ATLAS è stato uno dei temi più discussi del 2025. Tuttavia, tali interpretazioni ignorano prove osservazionali basilari e i dati già noti sulle comete. L’origine interstellare dell’oggetto è stata correttamente dedotta dalla sua orbita iperbolica e non implica alcuna natura artificiale.
Dal punto di vista fisico, tutti i dati raccolti sin dall’inizio sono coerenti con quelli di una cometa attiva. Il 3I/ATLAS ha mostrato lo sviluppo di una chioma, una variazione di luminosità dolce e sostenuta compatibile con la sublimazione di volatili. La cometa presenta inoltre spettri che indicano la presenza di ghiaccio e composti ricchi di carbonio. Ha anche seguito le previsioni della sua traiettoria e della sua attività attesa, senza accelerazioni non gravitazionali o segnali artificiali.
Molecole trovate
Ulteriori osservazioni con ALMA hanno rilevato la presenza di metanolo e cianuro di idrogeno nella cometa. Questi composti sono molecole organiche semplici, ma rappresentano blocchi chimici rilevanti perché partecipano a reazioni che possono portare alla formazione di molecole complesse, come amminoacidi e basi azotate. L’analisi spettrale ha mostrato che il cianuro di idrogeno può provenire dalla sublimazione del nucleo, mentre il metanolo proviene anche dalla chioma.
Nonostante la rilevanza chimica di queste rilevazioni, la presenza di metanolo e cianuro di idrogeno non implica l’esistenza di vita o processi biologici nel 3I/ATLAS. Queste molecole sono formate da reazioni fisico-chimiche in ambienti freddi del mezzo interstellare e sono comuni nelle comete. Ciò che rende il 3I/ATLAS particolarmente importante è il fatto che presenta rapporti tra le molecole leggermente elevati, il che può indicare come la cometa si sia formata. Questi risultati rafforzano l’idea che le molecole organiche siano distribuite nell’Universo e possano essere trasportate dalle comete.
Addio al 3I/ATLAS
La cometa ha raggiunto il suo punto di massima vicinanza alla Terra il 19 dicembre 2025 ma, anche in quel momento, non rappresentava alcun rischio per il nostro pianeta. Questo momento finale della cometa è stato importante per svolgere alcune delle ultime osservazioni necessarie a completare lo studio della sua composizione, attività e dinamica orbitale. L’analisi della traiettoria ha confermato che la sua orbita è iperbolica e che l’oggetto non è gravitazionalmente legato al Sole.
Dopo questa vicinanza, il 3I/ATLAS inizia ora la sua traiettoria di uscita definitiva dal Sistema Solare, accelerando man mano che si allontana dal Sole. Ora la sua traiettoria lo conduce di nuovo nello spazio interstellare, senza possibilità di ritorno. Nonostante la sua breve permanenza, l’oggetto ha rappresentato un traguardo importante per l’Astronomia, permettendo osservazioni inedite di una cometa formatasi in un altro sistema. Il 3I/ATLAS è stato un visitatore temporaneo, ma che ha portato molte informazioni per comprendere meglio l’Universo.