Realizzata per la prima volta in laboratorio una bomba "a buco nero”. Di cosa si tratta e quali sono i pericoli?
In laboratorio è stata realizzata una bomba a “buco nero”. E’ fenomeno teorizzato oltre 50 anni e che consiste nell’amplificazione di energia da parte di un buco nero fino al suo improvviso rilascio, come nell’esplosione di una bomba (cosmica).

L’attenzione della comunità scientifica è stata recentemente attirata da un interessante esperimento di laboratorio presso Southampton. Un team ha realizzato una bomba “a buco nero” dimostrando la correttezza di quanto ipotizzato oltre 50 anni fa.
Si tratta di un fenomeno di amplificazione dell’energia grazie alla rotazione di un buco nero e del suo improvviso rilascio a seguito di instabilità.
Cosa è una “black hole bomb”
La “black hole bomb” potremmo definirla come una bomba "a buco nero”. Alla stregua della bomba “a idrogeno”, la “black hole bomb” è un processo fisico in grado di rilasciare istantaneamente una enorme quantità di energia (da cui il termine bomba).
Instabilità, che si possono verificare in questo campo magnetico, possono determinare il rilascio improvviso di questa energia accumulata e quindi una sorta di esplosione della bomba.
Due eminenti scienziati, il premio Nobel Roger Penrose e il fisico Yakov Zel’dovich oltre 50 anni fa avevano teorizzato l'esistenza nel cosmo di tali “black hole bombs”. Rispettivamente, Penrose aveva ipotizzato la possibilità che energia venisse estratta dalla rotazione di un buco nero, mentre Zel’dovich che questa energia come sorta di onda potesse venire amplificata in successive riflessioni.
Cosa sono riusciti a creare in laboratorio
A distanza di 50 anni, si è riusciti a creare un apparato sperimentale in grado di riprodurre questa bomba a “buco nero”.
Attenzione!
Non è stato creato artificialmente un buco nero, piuttosto un dispositivo che ruota seguendo la stessa fisica di un buco nero.
Iniettando onde nel dispositivo si è verificato come a seguito di ripetute riflessioni questa energia venga amplificata.

In sintesi, si è dimostrato sperimentalmente come l'energia possa essere amplificata utilizzando principi simili a quelli che governano i buchi neri.
Il tutto è stato realizzato nel Regno Unito, nei laboratori dell’Università di Southampton da un team di ricercatori guidato da Marion Cromb.
Il Principal Investigator di questo esperimento assicura che nessun disastro ambientale è derivato o potrà mai derivare da un simile esperimento. I risultati, recentemente pubblicati, (al momento disponibili su ArXiv) segnano la prima conferma del fenomeno basata su esperimenti di laboratorio.
Questo esperimento ha notevoli implicazioni scientifiche e tecnologiche. Da una parte permette di conoscere meglio l’interazione tra i buchi neri e l’ambiente circostante, spiegando alcuni dei fenomeni più energetici dell’Universo. D’altro canto, i principi alla base della bomba a buco nero potrebbero ispirare nuove tecnologie per la generazione o l'amplificazione di energia, anche se le applicazioni pratiche sono ancora lontane.
Il team di Southampton informa che gli esperimenti continueranno per esplorare altri aspetti del fenomeno e magari per avere idee su possibili “osservabili”, cioè di eventuali fenomeni collegati da andare a ricercare con telescopi quali il James Webb, in modo da avere supporto osservativo a quanto ottenuto in laboratorio.
Riferimento allo studio
"Creation of a black hole bomb instability in an electromagnetic system" Cromb et al. 2025 ArXiv 2503.24034v1