Cambiamenti climatici, "una pandemia senza stato di emergenza"

L'associazione Greenpeace invita a riflettere con articoli e pubblicazioni sul diverso modo di reagire alla crisi sanitaria e alla crisi climatica: "servirebbero misure urgenti, subito, per affrontare l'emergenza climatica", avvertono, ma non si fa abbastanza.

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Associazioni ecologiste invitano a riflettere sul diverso modo con cui si affronta la crisi climatica e quella sanitaria.

Da decenni le associazioni ecologiste ed ambientaliste si sono fatte eco dei risultati scientifici sul fatto che la Terra sta andando verso una fase di cambiamenti climatici troppo rapida a causa delle emissioni di gas serra nell'atmosfera. Quegli studi scientifici confermano anno dopo anno, mese dopo mese, che senza una riduzione drastica delle emissioni di CO2 e altri gas serra da parte dell'umanità i cambiamenti climatici saranno drastici e drammatici.

L'associazione Greenpeace ha pubblicato recentemente un articolo che invita a riflettere su come i governi di tutto il mondo abbiano preso misure drastiche per contenere l'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19, ma di come quelle stesse misure drastiche non vengono prese per fermare la crisi climatica.

"Una pandemia senza stato di emergenza"

Con il titolo "una pandemia senza stato di emergenza", Greenpeace Spagna ha cercato di capire come mai l'emergenza climatica non viene affrontata con la stessa urgenza con cui si è affrontata la crisi sanitaria.

Molti paesi del mondo hanno dichiarato negli ultimi mesi, anche sull'onda delle mobilitazioni del Movimento Fridays for Future nel periodo 2018-2019, lo stato di emergenza climatica. Ma queste dichiarazioni, non accompagnate da misure drastiche di riduzione delle emissioni di gas serra, a poco servono per affrontare l'emergenza.

Eppure, scrive Greenpeace, ci sarebbero dei modi immediati per affrontare l'emergenza climatica: l'equivalente climatico del confinamento imposto a seguito della pandemia di Covid-19 sarebbe la sospensione immediata di tutti quei consumi di combustibili fossili non essenziali.

L'equivalente del vaccino contro il coronavirus, ancora non disponibile, secondo Greenpeace sarebbero invece una serie di strumenti già a nostra disposizione, come le energie rinnovabili. Nonostante l'evidente aumento e la rivoluzione energetica in corso, c'è ancora tanto da fare per sostituire il modello energetico con un sistema al 100% verde.

In un articolo di Greenpeace Italia si toccano gli stessi temi, con una nota di ottimismo: secondo la storica associazione ecologista, è possibile nei prossimi dieci anni abbattere del 60% e emissioni di CO2. Si sottolinea l'importanza della decarbonizzazione dei nostri sistemi, ancora fortemente basati sull'uso di combustibili fossili, e sulla necessità di produrre cibo in modo sano ed ecologico, lavorando anche ad una riduzione degli allevamenti intensivi.