Chernobyl, incendi domati grazie alla pioggia: ecco i video

Sono stati domati gli enormi incendi divampati intorno la centrale di Chernobyl. La pioggia ha aiutato gli oltre 400 pompieri impegnati da giorni. Le fiamme sono arrivate a meno di due chilometri dal reattore esploso nel 1986, oggi coperto da una struttura di acciaio e cemento.

Negli ultimi giorni i vasti incendi nei dintorni della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, dove avvenne il disastro dell'aprile 1986, hanno fatto temere il peggio. Secondo Greenpeace sono stati gli incendi più vasti dall'incidente nucleare di 34 anni fa. Nelle ultime ore le autorità ucraine hanno informato che gli incendi sono ormai sotto controllo. Un aiuto enorme è arrivato dalla pioggia, caduta abbondante il 14 aprile. Oltre 400 pompieri hanno lavorato nei giorni scorsi allo spegnimento con l'aiuto di aerei ed elicotteri.

Il 16 aprile si sono diffuse intanto le foto di Kiev, la capitale dell'Ucraina, invasa da polvere e fumo, e sui social questo è stato associato ai vasti incendi avvenuti nell'area di Chernobyl.

Per giorni le fiamme hanno divorato molti ettari di bosco (decine per le autorità, circa 20mila ettari secondo Greenpeace che ha analizzato foto satellitari e scoperto che i roghi erano molto più estesi di quanto dichiarato dalle autorità), avvicinandosi al reattore nucleare che ancora oggi è coperto da un enorme sarcofago di acciaio cemento, per impedire che le radiazioni del reattore esploso nel 1986 si disperdano nell'ambiente.

Le fiamme sono arrivate molto vicino alla zona dell'incidente, circa un chilometro e mezzo. Si temeva anche che le fiamme raggiungessero il sito di smaltimento delle scorie radioattive di Pidlisny, liberando particelle radioattive nell'aria. Le fiamme hanno raggiunto anche la cittadina fantasma di Pripyat, abbandonata in seguito all'incidente del 26 aprile 1986. Ancora oggi, a 34 anni dall'incidente nucleare più grave mai avvenuto in una centrale elettrica nucleare, la zona intorno Chernobyl presenta elevati livelli di radiazione. Le misure di confinamento per l'emergenza coronavirus, vigenti anche in Ucraina, hanno evitato che le persone che vivono a decine di km dalla centrale si esponessero all'aria.

Secondo la polizia un uomo di 27 anni è stato arrestato, ma non è ancora chiaro se questa persona sia responsabile dell'enorme rogo. Non è la prima volta che i boschi intorno Chernobyl, cresciuti negli ultimi 30 anni per l'abbandono da parte dell'uomo, sono soggetti a incendi, soprattutto per pratiche agricole e per i cambiamenti climatici, che hanno reso più facile la propagazione dei roghi.

Fra pochi giorni si compieranno 34 anni dalla più grande catastrofe nucleare avvenuta nel mondo. Era la notte fra il 25 ed il 26 aprile del 1986 quando esplose uno dei reattori di questa centrale situata in Ucraina, che allora faceva parte dell'Unione Sovietica. Gli effetti della nube radioattiva in Europa e in Ucraina furono enormi. Ancora oggi è difficile avere una stima delle vittime causate da quell'incidente, ma furono migliaia.