Clima, domenica inizia COP27 in Egitto. L’ONU: finestre chiuse sugli 1,5°C

Verso COP 27 a Sharm el Sheikh fra speranze e malumori delle ONG. L’Agenzia Ambiente dell’ONU: finestre quasi chiuse sull’obiettivo 1.5°C, servono azioni drastiche e urgenti. Cosa aspettarsi dal nuovo vertice sul clima?

Si svolge in Egitto nella nota località turistica di Sharm el Sheikh dal 6 al 18 novembre 2022 il 27° vertice ONU sul Clima. Nonostante la location ricca di ricettività, sono esplosi i costi e le polemiche sui diritti umani in Egitto. Foto Timon - stock.adobe.com

Si inaugura ufficialmente domenica 6 novembre a Sharm El Sheikh, in Egitto, la 27° Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici.

La COP, ricordiamo, è l’organo di governo della convenzione ONU sul clima; vi partecipano i delegati di 198 Stati, la società civile attraverso ONG accredita, Agenzie intergovernative e media da tutto il mondo.

L’appuntamento di quest’anno è meno carico di aspettative rispetto alla scorsa COP26 di Glasgow, ma alcuni passaggi sono importanti per l’implementazione dell’Accordo di Parigi sul Clima. Non mancano però polemiche e malumori, e l’ultimo GAP Report sembra far sfumare le speranze di stare entro i limiti stabili a COP 21.

Accordo di Parigi: cosa prevede

A COP 21 nel 2015 tutti i paesi del mondo approvarono questo trattato internazionale, che va a sostituire il precedente Protocollo di Kyoto che risaliva a COP 3 nel 1997. Kyoto prevedeva impegni di riduzione “top down”, dall’alto e inclusi nell’accordo stesso, solo a carico dei paesi più industrializzati e fino al 2020.

A Parigi i paesi del mondo hanno concordato un obiettivo comune:

limitare le temperature “ben al di sotto di 2°C rispetto all’era preindustriale”, facendo sforzi per stare entro l’obiettivo più prudenziale e ambizioso di 1.5°C.

Gli impegni nazionali però non sono inclusi nel trattato, ma sono presentati dagli Stati attraverso gli NDC, National Determited Contribution. L’accordo di Parigi prevede anche impegni e azioni di adattamento, cioè per convivere e proteggere la società dai cambiamenti climatici.

Così facendo, con metodo Bottom Up, impegni dal basso, tutti i paesi del mondo, incluso Cina e India, hanno assunto impegni. Ma, e qui vengono le dolenti note, non sono sufficienti e non sono vincolanti.

Il GAP Report: finestre chiuse sugli 1.5°C

Il GAP report, Rapporto sul Divario, è un rapporto che ogni anno l’Agenzia Ambiente dell’ONU presenta alle COP. Nel report viene dettagliata la differenza tra dove si prevede che le emissioni di gas serra saranno nel 2030 e dove dovrebbero essere per evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici.

Il rapporto 2022 appena pubblicato mostra che gli impegni nazionali aggiornati alla COP26 di Glasgow sono molto lontani da entrambi gli obiettivi di 2 gradi e ancor più per gli 1.5°C.

Le politiche attualmente in vigore implicheranno un aumento della temperatura di circa 2,8°C entro la fine del secolo. L'attuazione degli impegni più recenti ridurrà solo di poco l’aumento della temperatura, a 2,4-2,6°C.

Viene poi sottolineato che la crisi climatica richiede una rapida trasformazione delle società. Sono necessari infatti enormi tagli delle emissioni di gas serra entro il 2030: il 45% rispetto per arrivare a 1,5°C e il 30% per stare entro 2°C. Esistono soluzioni per trasformare le società, ma è giunto il momento di un'azione collettiva e multilaterale.

Greta Thunberg a un side event a COP 24 di Katowice, Polonia, nel 2018 quando ancora non era così famosa. La giovane non parteciperà a COP27 e non si recerà in Egitto. Foto Luca Lombroso.

Malcontento, assenti Greta Thunberg e Re Carlo III

Prosegue a far discutere la scelta dell’Egitto come sede del grande evento. Molte ONG soprattutto che si occupano di diritti umani sarebbe state escluse. La nota località di Sharm el Sheikh è militarizzata come fosse una zona di guerra.

Il governo di Abdel Fattah al-Sisi teme infatti dimostrazioni anti-governative in quanto su alcuni social si vocifera di una grande manifestazione di protesta durante COP27.

Assenti poi due grandi personaggi, di Re Carlo III già si sapeva, ma ora giungono altri particolari. Il neo sovrano del Regno Unito ha intenzione di convocare un evento con oltre 200 ospiti a Buckingam Palace, invitando oltre 200 politici, scienziati, manager di imprese green, attivisti ambientali e ONG.

Anche Greta Thunberg sarà assente dalla COP e non andrà nemmeno in Egitto. La giovane ha dichiarato, polemica, “Non andrò alla COP27 per molte ragioni, ma lo spazio per la società civile quest’anno è molto limitato”, aggiungendo che le persone al potere usano le conferenze sul clima per interessi personali e come greenwashing.

Parteciperà invece il premier inglese Rishi Sunak, che ha dichiarato che “non c’è sicurezza energetica senza investire nelle rinnovabili. Ecco perché parteciperò a Cop27”. Per l’Italia sarà presente la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, e probabilmente intervenire nella sessione alto livello il 7 o 8 novembre.

Cosa aspettarsi da COP27?

Con queste premesse, è chiaro che sono scarse le aspettative da questo vertice. Non sono in discussione nuovi tagli alle emissioni o impegni concreti, ma solo questioni procedurali, tecniche, burocratiche e di regolamentazione di alcuni aspetti formali dell’accordo di Parigi.

L’aspettativa maggiore è da parte dei paesi in via di Sviluppo che attendono concretezza negli stanziamenti dei famosi 100 miliardi di dollari promessi dai paesi industrializzati fin dalla COP 16 del 2010 a Cancun.

Per quanto ci riguarda, seguiremo l’evento on line e vi aggiorneremo con articoli e approfondimenti, alle COP le sorprese e i colpi di scena sono sempre possibili in ogni direzione.