Emissioni CO2 in aumento, allarme degli scienziati: carbon budget esaurito?

Le emissioni globali di CO2 per il 2022 sono aumentate dell'1,5% rispetto al 2021 e sono tornate oltre i livelli pre pandemici. A COP 28 si discuterà il Global Stocktake, ecco di cosa si tratta. A rischio gli obiettivi 1.5°C e 2°C, cos’è il carbon budget?

Ciminiere scaricano in atmosfera gas serra, CO2 in primis e altri inquinanti. Esiste però una strada alternativa: le energie rinnovabili.

Gli scienziati già nel 2020 ammonivano che per stare negli obiettivi dei trattati internazionali sul clima la riduzione delle emissioni doveva diventare strutturale e permanente, evitando di tornare in fretta oltre i livelli pre pandemia. Ora uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Nature annuncia che nell’anno 2022 le emissioni sono già oltre quelle del 2019.

Questi dati, insieme al bilancio globale delle emissioni, saranno al centro della prossima COP 28. Quanto tempo resta per stare negli obiettivi di Parigi?

Le emissioni dal 2020 al 2022

Durante la prima fase della pandemia si osservarono diminuzioni record delle emissioni di CO2 in atmosfera. Nell’anno 2020 le emissioni da combustibili fossili e uso del cemento diminuirono globalmente del 5.4% rispetto al 2019. Questa percentuale corrisponde numericamente a 1.9 GtCO2 (miliardi di tonnellate). Già nel 2021 però questo vantaggio indiretto della pandemia fu annullato. Le emissioni tornarono infatti a livello pre pandemia, aumentando del 6.3% sul 2020, pari a 2.1 GtCO2 . Ricordiamo che pre pandemia le emissioni erano di 35.3 GtCO2.

Le stime per il 2022 indicano 36.1 GtCO2 che corrisponde ad un aumento del 2% rispetto al 2019. Questo dato induce a pensare che il “picco delle emissioni” non è ancora stato raggiunto. Varie fonti, ambientaliste e scientifiche e la stessa ex Segretaria Esecutiva UNFCCC Christiana Figueres affermavano che per stare negli obiettivi dell’Accordo di Parigi era necessario raggiungere il picco entro il 2020.

La suddivisione per settori e paesi

La ripartizione per settori emissivi del 2022 risulta simile a quella prepandemica. La produzione di energia è il primo settore col 39.3% delle emissioni, seguono l’industria col 28.9%, trasporto terrestre col 17.9%, residenziale 9.9%, navi e aerei internazionali 3.1%, aviazione nazionale 0.9%.

Il balzo maggiore lo ha avuto il settore aeronautico, nel 2022 aumentato del 44% sul 2021. Tuttavia, le emissioni di carbonio dell'aviazione internazionale non si sono ancora completamente riprese e rimangono inferiori del 25% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019.

Sorprese invece a livello dei singoli paesi maggiori emettitori. La Cina nel 2020 registrò ancora un aumento, dell’1.2% e addirittura +6% nel 2021. Nel 2022 invece forse a causa della politica zero COVID ha registrato per la prima volta una diminuzione dell’1.5% sull’anno precedente.

Nel 2022 invece la Cina forse a causa della politica zero COVID ha registrato per la prima volta una diminuzione dell’1.5% sull’anno precedente.

Ciò nonostante le emissioni sono ora del 5.6% superiori ai livelli pre pandemici. L’India continua a crescere, +7% nel 2022, mentre la Russia registra un -1.8%.

Secondo l'IPCC le emissioni globali non raggiungeranno il picco prima del 2025 e questa crescita continua ridurrà ulteriormente il budget di carbonio rimanente.

A Madrid durante la grande manifestazione popolare con Greta Thunberg giovani issano un cartello con scritto: "restano solo 8 anni di tempo per gli 1.5°C: come osate?"

Cos’è il Carbon Budget: quanto tempo resta?

Il carbon budget è l’ammontare totale di CO2 che il mondo può emettere per avere una buona possibilità di rispettare gli obiettivi dell’accordo di Parigi. E’ da questo concetto che nasce lo slogan “Abbiamo 10 anni di tempo”. Infatti prima della pandemia nelle ipotesi piu ottimistiche la scienza stimava che il budget per i 2°C si sarebbe esaurito nel 2045, quello per 1.5°C nel 2030-2035.

Nel 2022 invece la Cina forse a causa della politica zero COVID ha registrato per la prima volta una diminuzione dell’1.5% sull’anno precedente.

Numericamente, l’IPCC nel 2021 ha stimato il budget di carbonio per i 2°C in 1150 e per gli 1.5°C in 400 GtCO2 per avere il 67% di probabilità di stare negli obiettivi. Per aver maggior probabilità però, all’83%, il budget scende rispettivamente a 900 e 300 GtCO2 .

Ai ritmi attuali le emissioni del 2022 hanno eroso il 10% del budget degli 1.5% e il 3.5% di quello per i 2°C, con l’ipotesi del 67% di probabilità. Di conseguenza rimangono 26 anni di emissioni per i 2°C e 7 per gli 1.5%.

Stime più recenti peraltro abbassano notevolmente il budget, ad appena 110 GtCO2 dal 2020 per gli 1.5% con probabilità del 66%. Ciò significherebbe che resterebbero solo 1.7 anni per essere fuori dall'obiettivo più ambizioso.

Ai negoziati di conseguenza si inizia a parlare di overshotting, superamento temporaneo delle soglie stabilite a COP21. Confidando per questo in massicce rimozioni di CO2 dall’atmosfera con tecniche futuristiche di emissioni negative.

L’inventario globale delle emissioni a COP28

Si svolgerà negli Emirati Arabi dal 30 novembre al 12 dicembre il prossimo vertice ONU sul clima, la COP 28.

Al centro della discussione sarà il primo Global Stocktake (GST), un “inventario globale” che fornirà una valutazione completa dei progressi compiuti dall'adozione dell'accordo di Parigi.

Ciò dovrebbe contribuire poi ad allineare le azioni per il clima, per colmare le lacune in corso.

Non mancano però dubbi e polemiche, a partire dalla Presidenza di COP 28, assegnata al Sultano Ahmed Al Jaber, ministro dell’Ambiente nonché CEO della Abu Dhabi National Oil Company, la compagnia petrolifera di Stato del paese ospitante COP28.