Trasporti ed emissioni serra: l'auto elettrica è una soluzione valida?

I trasporti sono un'importante settore emissivo globalmente e in Italia ed Europa stanno diventando il maggior emettitore serra. Come decarbonizzare il settore? Ecco alcuni fatti e miti sul ruolo dell'auto elettrica e della mobilità sostenibile.

Un'auto elettrica in ricarica tramite energia proveniente da pannelli solari fotovoltaici.

L’urgenza di agire per limitare l’aumento delle temperature globali dovuto ai cambiamenti climatici è ormai indiscutibile.

Per passare dalle parole ai fatti però servono interventi drastici con decisioni coraggiose e urgenti per decarbonizzare tutti i settori che producono gas serra.

Uno dei settori cruciali sono i trasporti, fa discutere al proposito la recente decisione dell’Unione Europea sullo stop alla vendita di veicoli termici dal 2035. Vediamo perché è urgente agire su questo cruciale settore e quali sono le alternative al motore termico.

Il ruolo dei trasporti nelle emissioni serra

Globalmente i trasporti incidono per il 16.2%, delle emissioni complessive di gas serra, la maggior parte dovute ai trasporti stradali. Non è il primo settore emissivo, ma comunque è una fetta importante, ben superiore agli allevamenti che alcune fonti imprecise indicano come “più inquinanti delle auto” ma che a gas serra assommano al 5.8%.

In Europa e in Italia l’incidenza trasporti è ancora maggiore. In Italia i trasporti incidono per il 24%, percentuale simile al settore energia che finora era il primo settore emissivo.

In Italia i trasporti incidono per il 24%, percentuale simile al settore energia che finora era il primo settore emissivo.

Inoltre i trasporti in Italia ed Europa non mostrano segni di miglioramento nel trend storico delle emissioni.

La transizione a veicoli a emissioni zero: quale soluzione?

A COP 26 di Glasgow, in un side event diversi paesi del mondo e anche imprese e organizzazioni hanno presentato un impegno volontario al passaggio a veicoli a emissioni zero. Questi erano impegni volontari, ora appunto l’Unione Europea ha preso una decisione forte, indicando nel 2035 lo stop alla vendita dei veicoli a motore termico, lasciando solo uno spazio su alcuni tipi di combustibile come gli e-fuel. Questi però, va detto, sono combustibili ancora sperimentali, richiedono molta energia per essere prodotti e non azzero altre emissioni inquinanti. Insomma, in pratica non esistono.

Riguardo i biocarburanti, vi sono molte riserve sia sull’impatto nella produzione di cibo, sia sul fatto che siano realmente carbon neutral. Questi due combustibili poi non toglierebbero le altre emissioni inquinanti.

Anche il ruolo dell’idrogeno appare marginale per lle autovetture, mentre un ruolo potrà averlo nei trasporti pesanti. L’idrogeno infatti non è una fonte di energia ma un vettore energetico fisicamente poco efficiente.

La strada sembra dunque spianata in particolare per i veicoli elettrici.

L’elettrificazione è una priorità

Una obiezione alla transizione verso gli EV secondo alcuni è che l’elettricità è prodotta col carbone o comunque con fonti fossili. In realtà molti paesi europei hanno già oggi un mix con una buona fetta di rinnovabili. In Italia in particolare il 35-38% dell’elettricità viene da energia rinnovabile. Già così, molte analisi evidenziano le minori emissioni complessive rispetto all’auto a motore a scoppio.

In Italia in particolare il 35-38% dell’elettricità viene da energia rinnovabile. Già così, molte analisi evidenziano le minori emissioni complessive rispetto all’auto a motore a scoppio.

Già così, molte analisi evidenziano le minori emissioni complessive rispetto all’auto a motore a scoppio.

Inoltre, è possibile ricaricare l’auto elettrica con i propri impianti fotovoltaici, o con colonnine alimentate da fornitori di energia rinnovabile azzerando così le emissioni. Soprattutto, in prospettiva 2035 la quota delle rinnovabili deve aumentare ulteriormente e in futuro tutta l’elettricità dovrebbe essere decarbonizzata. Questo è necessario anche per elettrificare molti settori e comparti che ora dipendono strettamente da fonti fossili, fra questi appunto i trasporti.

L'auto elettrica è solo una parte della soluzione al problema emissioni e trasporti. Il vero futuro green è una città più a misura d'uomo, con meno auto e più mobilità sostenibile.

Facciamo chiarezza sull’auto elettrica

L’autonomia non è un reale problema, già oggi ci sono auto con autonomia di 400-600 km, e comunque è possibile pianificare un viaggio anche lungo, sfruttando le soste per ristoro e riposo per ricaricare con le sempre più numerose colonnine.

Riguardo il problema smaltimento batterie, anzitutto abbiamo un problema ancora più grosso a cui pochi pensano. Smaltire, per così dire, l’eccesso di CO2 in atmosfera. Pochi ci pensano, ma un singolo autoveicolo termico in un anno emette diverse tonnellate di CO2, che non vediamo e quindi non pensiamo sia un problema per l’atmosfera. Poi, il riciclaggio della batteria certo andrà affrontato, come del resto va affrontato il fine vita di un’auto tradizionale.

Sfruttamento dei minori e inquinamento sono una grave piaga che va combattuta, vale per le terre rare che servono alle batterie come per tutte le estrazioni di minerali e anche di petrolio.

La vera soluzione: la mobilità sostenibile.

L’auto elettrica è tuttavia solo una parte della soluzione al problema gas serra e mobilità. L’IPCC quantifica in circa 1 GtCO2 il potenziale di riduzione di gas serra con la transizione a veicoli EV. Più in genere, la vera soluzione è spostare la mobilità individuale verso la mobilità sostenibile nelle sue varie declinazioni.

Le strade infatti rimarrebbero intasate anche se tutte le auto fossero elettriche, con problemi di parcheggi, di vivibilità e di sicurezza stradale. Incrementare l’uso dei trasporti pubblici può contribuire a ridurre le emissioni di un altro miliardo di tonnellate di CO2, l’uso della bicicletta di circa 0.5 GtCO2, 1.5 GtCO2 si possono eliminare agendo in vari modi sui trasporti pesanti, 0.5 GtCO2 da aerei e navi e via dicendo. Insomma occorre agire su tutti i settori emissivi e non solo sull’impropriamente detto maggiore inquinatore.

Ognuno deve fare la sua parte e come dice Greta Thunberg, nessuno è troppo piccolo per fare la differenza.