COP 25, irrompe il ciclone Greta

Arriva Greta Thunberg e termina la prima settimana di lavori alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Madrid. Chi sono gli Stati che più si sono distinti, negativamente e positivamente ai negoziati?

Greta Thunberg e altri giovani di Fridays For Future alla Conferenza Stampa a La Casa Encendida. Foto: Bego Solís.

Si chiude la prima settimana di lavori al Vertice ONU sul clima, ma la vera protagonista è stata Greta Thunberg. Insieme a lei, i giovani e la società civile sono scesi sulle strade di Madrid per mandare un segnale chiaro ai negoziatori che continuano la lenta strada di implementazione dell’accordo di Parigi sul clima.

Nel frattempo che la diplomazia lavora con i suoi tempi, la scienza lancia nuovi allarmanti segnali ai politici: è il momento di agire, non c’è più tempo per i passaggi graduali e a fianco della mitigazione sono sempre più urgenti azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici. Ecco il punto della situazione al termine della prima settimana di COP 25.

Greta Thunberg

La giovane attivista svedese è arrivata al mattino del venerdì in treno da Lisbona, dopo un lungo viaggio notturno. Nonostante la stanchezza, provata anche dalla difficoltosa traversata dell’Atlantico in catamarano a vela, si è quasi subito recata, non preannunciata, nei grandi spazi della Fiera di Madrid. Il suo passaggio fra i delegati e osservatori è stato degno di una vera star, fra ali di folla che la acclamavano e la sicurezza che la proteggeva. All’interno di COP 25, Greta Thunberg si è recata nella zona VIP per incontri riservati, ma ancora non è intervenuta in Plenaria. Probabile un suo intervento nella seconda settimana di negoziata.

Nel pomeriggio, Greta Thunberg è stata protagonista di una conferenza stampa insieme ai giovani portavoce di Fridays for Future di vari paesi. Greta è stata naturalmente al centro dell’attenzione, ma ha voluto subito sottolineare di fare domande anche agli altri giovani, che sono i veri protagonisti, e che lei non è altro che una di loro.

La manifestazione della società civile

Mentre la politica discute chiusa nel suo mondo, a Madrid la società civile è scesa nelle strade per chiedere azioni sul clima. Una manifestazione così durante le COP non si vedeva dalla fallimentare COP 15 di Copenaghen del 2009. Oltre 500000 persone hanno marciato pacificamente lungo i grandi viali di Madrid, con striscioni coloriti, cartelli, e slogan. Particolarmente colorito il gruppo dei popoli indigeni, gli stessi presenti a COP 25, con danze, canti, pipe e fuochi della loro tradizione.

Durante il passaggio sotto un cavalcavia, dall’alto due giovani si sono calati con attrezzatura alpinisti e un grande striscione con scritto mancano solo 8 anni agli 1.5°C e in grande la frase, ispirata sempre dalla Thinberg, how dare you? Ovvero, Come osate?

Al termine del corteo, nuovamente Greta Thunberg protagonista, con un discorso in cui ha detto, fra le altre cose, che “stiamo scioperando da un anno, ma ancora non è successo nulla” e ha ricordato che la COP 25 è un vertice di passaggio, in vista della cruciale conferenza del prossimo anno, che si terrà a Glasgow e in cui gli Stati dovranno presentare i nuovi impegni volontari. Alla conclusione, ha sottolineato che il cambiamento, piaccia o no, sta arrivando, fra ovazioni da stadio della folla.

Il punto sul negoziato

Il vero cuore di COP 25, il negoziato, per il momento non ha visto, come gli scorsi anni, grossi scontri o rotture, ma procede lentamente. La pressione popolare nelle sale di negoziazione e i delegati hanno lavorato a lungo. Diverse consultazioni sono durate anche oltre quanto programmato. "È un giorno triste per adattamento e paesi vulnerabili", ha lamentato un negoziatore dei paesi in via di sviluppo dopo l'incontro informale sull'obiettivo globale dell'adattamento.

Ogni giorno, gli ambientalisti assegnano un premio speciale detto Fossil of the day, ai paesi che più si sono distinti negativamente nel negoziato. Ieri è stato assegnato a Stati Uniti e Russia, per la scarsa ambizione nel negoziato sul Loss&Damage, una sorta di assicurazione per gli Stati più vulnerabili.

E’ stato però assegnato anche un riconoscimento ai più virtuosi, il premio Un Raggio di sole è andato, come segno di speranza, a Canada, Colombia, Vanuatu, Messico, Nuova Zelanda, Australia, Norvegia, Svizzera per l’impegno sui Diritti Umani nell’art.6 sul mercato del carbonio.