Gli zoo europei al fianco di api, farfalle e altri insetti impollinatori: prende vita il progetto "Zoo Life Pollinators"

Dalla Svezia alla Spagna, otto zoo europei trasformeranno 900 ettari di terreno in nuovi habitat per ospitare numerose specie di insetti impollinatori autoctoni: un contributo concreto alla conservazione della biodiversità

Il progetto "Zoo Life Pollinators" dal 2025 al 2029 in 8 zoo europei, dal nord al sud del continente

In passato gli zoo erano soprattutto mete per famiglie e bambini, luoghi in cui la presenza degli animali aveva principalmente una funzione attrattiva.

Nel tempo il loro ruolo è cambiato in modo significativo: bioparchi, acquari e centri faunistici hanno sviluppato una forte vocazione educativa, impegnati a sensibilizzare il pubblico sui temi della tutela ambientale e della conservazione della biodiversità.

Oggi queste strutture partecipano attivamente a progetti di ricerca e di protezione degli ecosistemi, contribuendo in maniera concreta ad affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la perdita di habitat naturali e il declino di molte specie animali e vegetali.

Non solo giraffe, rinoceronti e scimpanzè: otto zoo a misura di insetto

Un esempio recente di questo impegno è il progetto europeo Zoo Life Pollinators (2025-2029), che coinvolge otto parchi zoologici tra l'Italia e altri paesi europei. A guidare l’iniziativa è il Bioparco Zoom di Torino, che di recente ha acquisito e incorporato al suo interno il Parco Natura Viva di Bussolengo, affiancati da altri sette zoo in diverse zone d'Europa: Zagabria (Croazia), Copenaghen (Danimarca), Debrecen (Ungheria), Brasov (Romania), Fuerteventura (Spagna), Hunnebostrand e Goteborg (Svezia).

Non solo grandi animali: otto zoo a misura di insetto

Ciascuno di questi zoo, internamente alle proprie strutture, metterà a disposizione aree verdi inutilizzate per la creazione di habitat favorevoli agli insetti impollinatori: l'obiettivo è creare spazi idonei all’alimentazione, alla riproduzione e alla protezione di api, farfalle, bombi e altre specie entomologiche che hanno un ruolo fondamentale nel mantenimento degli equilibri ecologici locali e nella produzione di cibo.

Complessivamente la superficie totale, ottenuta dalla somma del contributo di tutti gli zoo, raggiunge una cifra davvero notevole: circa 900 ettari, pari a oltre 1200 campi da calcio.

Oggi interventi di questo tipo assumono un'importanza fondamentale: il mondo degli insetti, infatti, è fortemente minacciato da numerosi fattori come cambiamenti climatici, inquinamento, frammentazione degli habitat naturali e diminuzione delle risorse alimentari, responsabili di un declino quantitativo e qualitativo che non ha precedenti nella storia dell'umanità.

Un modello replicabile altrove...

Un aspetto centrale del progetto è la possibilità di replicare i modelli sperimentati in altri contesti, al di fuori degli zoo.

Le aree che verranno predisposte per gli insetti nei parchi zoologici saranno infatti monitorate nel tempo, così da valutarne l’efficacia e migliorare progressivamente le pratiche adottate.

I risultati ottenuti potranno quindi essere trasferiti all’esterno, ad esempio in parchi pubblici, giardini urbani, aiuole stradali o zone agricole periurbane, contribuendo alla creazione di nuovi ambienti favorevoli agli insetti impollinatori.

Specie fiorali spontanee (‘wildflowers’) come queste offrono nettare e polline essenziali per api, farfalle e altri insetti impollinatori; in commercio si trovano mix di semi per creare macchie di fiori selvatici in qualsiasi spazio all'aperto, non solo utili ma anche belle esteticamente

In questo modo, il progetto mira a diventare un modello di gestione sostenibile del verde, applicabile su larga scala e utile per integrare le strategie europee di tutela della biodiversità e di promozione di soluzioni basate sulla natura (nature-based solutions).

...anche nel giardino di casa

L’attenzione agli impollinatori, però, non riguarda soltanto i grandi progetti internazionali: ciascuno di noi può contribuire con piccoli gesti quotidiani. Anche un giardino privato, un balcone fiorito o un piccolo orto possono diventare rifugi preziosi per numerosi insetti utili.

Ecco alcune regole di base per renderli più accoglienti:

  • Scegliere piante autoctone e non, che producano fiori melliferi e nettariferi, capaci di fornire nutrimento in abbondanza.
  • Garantire fioriture scalari durante l’anno, così da assicurare risorse alimentari in tutte le stagioni.

  • Evitare pesticidi e insetticidi chimici, dannosi per gli insetti e per l’ambiente.

  • Gestire il prato con attenzione: ridurre la frequenza dei tagli, soprattutto in primavera, lasciando che le fioriture spontanee facciano il loro corso. Sostenitore simbolo di questa pratica è il movimento “No Mow May”, nato in Inghilterra nel 2019, che invita a non tagliare l’erba a maggio per favorire api e farfalle. In alternativa, è possibile tagliare solo alcune porzioni del giardino, alternando zone curate ad altre lasciate libere di crescere, oppure mantenendo strisce o forme geometriche (cerchi, rettangoli) di prato non falciato.

"No Mow May": non tagliare il prato a maggio
  • Lasciare aree di terreno non lavorato, con piccoli cumuli di sabbia, legna o pietre, che possono diventare siti di nidificazione per api solitarie e altri insetti.

  • Installare piccoli “hotel per insetti”, facilmente reperibili o realizzabili con materiali naturali, utili come rifugio in diverse stagioni.

  • Prevedere punti d’acqua poco profondi o ciotole con sassi, così da offrire agli insetti un luogo sicuro dove abbeverarsi.

Sono interventi semplici e alla portata di tutti che, se diffusi su larga scala, possono creare una rete di micro-habitat capace di rafforzare la presenza degli impollinatori nelle città e nelle campagne.

I precedenti: storie di successo dagli zoo

Il progetto Zoo Life Pollinators si inserisce in una più ampia strategia che vede molti zoo, ma purtroppo non ancora tutti, impegnati nella conservazione della biodiversità animale e vegetale.

Negli ultimi anni, infatti, diverse strutture hanno dato un contributo importante con azioni concrete e risultati tangibili. È utile distinguere due tipi di intervento possibili.

1) Riproduzione in cattività di specie minacciate

Negli zoo possono nascere animali appartenenti a specie a rischio di estinzione. Questi eventi rappresentano una buona notizia per la sopravvivenza della specie, anche se gli individui nati non potranno essere reintrodotti in natura e resteranno in cattività per tutta la vita. Tra gli esempi si possono citare:

  • la Tigre di Sumatra, specie classificata come “in pericolo critico”, con diverse nascite negli zoo europei e asiatici;
  • il Panda Gigante, allevato con successo in strutture come lo Zoo di Chengdu (Cina) e oggetto di programmi internazionali di riproduzione;
Panda gigante (Ailuropoda melanoleuca)
  • il Rinoceronte di Sumatra, quasi estinto in natura, a partire dagli anni 2000 ha visto alcune rarissime nascite in cattività in zoo selezionati degli USA e dell'Indonesia.

2) Riproduzione finalizzata alla reintroduzione in natura

In altri casi, gli zoo svolgono un ruolo fondamentale per riportare in natura specie che rischiavano di scomparire del tutto. Questi progetti, spesso coordinati a livello internazionale, hanno prodotto risultati rilevanti, come nel caso di queste specie:

  • il Cavallo di Przewalski (Equus ferus przewalskii): estinto in natura negli anni ’60 e oggi di nuovo presente nelle steppe della Mongolia, grazie anche ai programmi di allevamento negli zoo europei;

Cavallo di Przewalski (Equus ferus przewalskii)
  • la Lucertola delle Eolie (Podarcis raffonei): nati i primi esemplari all’interno del Rettilario del Bioparco di Roma ad agosto 2025, saranno reintrodotte in natura sulle isole dell'omonimo arcipelago siciliano;

  • l’Orice d’Arabia (Oryx leucoryx), dichiarato estinto in natura negli anni ’70 e oggi tornato a vivere in Oman e in altri Paesi mediorientali grazie a esemplari allevati in cattività.

Riferimenti:

https://www.corriere.it/animali/animali-selvatici/25_settembre_22/l-alleanza-degli-zoo-europei-per-salvare-gli-impollinatori-selvatici-alla-guida-il-bioparco-zoom-di-torino-387e361c-dda0-40a1-9bb8-237e7f735xlk.shtml