Lo splendido rettilineo rinascimentale nel cuore di Roma fatto costruire da un Papa 500 anni fa

Alla scoperta di questa affascinante strada nel cuore di Roma, uno splendido rettilineo rinascimentale fatto costruire da un Papa 500 anni fa e con un grande valore storico e culturale.

L'Arco dei Farnesi in Via Giulia, a Roma.

Nel cuore di Roma, a pochi passi dalle rive del Tevere, tra gli stretti vicoli del Rione Regola, esiste una via che si differenzia dalle stradine spesso brevi e contorte del tessuto urbano irregolare della Roma medievale. Questa strada non è un grande viale ampio e imponente, ma conquista con la sua elegante semplicità.

È un tracciato lungo e lineare che scorre parallelo al fiume, tra palazzi rinascimentali e portoni monumentali, e che venne costruita a poca distanza da luoghi celebri come Campo de’ Fiori e piazza Farnese.

Questa strada, che porta il nome di un papa che regnò oltre 500 anni fa, custodisce una delle visioni urbane più nitide e moderne concepite nel primo Cinquecento.

L'elegante strada di Roma voluta da papa Giulio II

Fu papa Giulio II, della famiglia Della Rovere, a volere una nuova arteria che razionalizzasse l’intrico medievale dei vicoli in quella zona. Era il 1508, e al servizio del pontefice fu chiamato uno degli architetti più stimati dell’epoca, Donato Bramante.

La targa che indica il nome della celebre strada romana: Via Giulia.

L’idea era quella di creare un viale ampio, diritto, capace di ospitare uffici giudiziari, dimore nobiliari e nuove chiese, dando così forma a una città che potesse riflettere l’autorità e la misura della Chiesa rinascimentale. Un piano ambizioso, che si inseriva in quel grande progetto di trasformazione urbana che avrebbe poi coinvolto anche il Vaticano e il Borgo.

La sua apertura rispondeva a una visione chiara e ambiziosa. Da un lato, si voleva tracciare un rettilineo moderno che semplificasse il caos del tessuto urbano medievale, fatto di vicoli tortuosi e irregolari. Allo stesso tempo, la strada doveva ospitare edifici prestigiosi, segno tangibile della rinnovata autorità della Chiesa nel cuore di Roma. Infine, l’obiettivo era creare un nuovo polo amministrativo, giudiziario e bancario in prossimità del Vaticano, spostando il baricentro del potere da quel Campidoglio allora ancora dominato dalle antiche famiglie nobiliari, spesso ostili al papato.

Il nome con cui oggi è conosciuta questa via – Via Giulia – venne adottato solo più tardi. In origine si parlava infatti di “via magistralis” o “via recta”, proprio per sottolinearne la regolarità geometrica, allora straordinaria vista la topografia di Roma.

Oggi, infatti, le uniche grandi vie del centro che hanno un carattere rettilineo sono quelle realizzate a partire dall'ottocento. Prima, la città era un dedalo di viuzze che si espandeva ovunque.

Una immagine con uno scorcio di Via Giulia, nel cuore di Roma.

La via rettilinea, della lunghezza di un chilometro, rappresenta uno dei primi e più riusciti esempi di urbanistica moderna nella città, concepita non solo come passaggio, ma come visione politica e simbolica.

Via Giulia nel corso dei secoli

Nel corso dei secoli, Via Giulia è diventata il rifugio di artisti, cortigiani, ambasciatori. Tra gli edifici più noti si ricordano il Palazzo Sacchetti, la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, l’Arco Farnese (rimasto incompiuto), e il maestoso Palazzo Falconieri, ampliato da Borromini.

Alcuni tratti del progetto iniziale – come la costruzione del Palazzo dei Tribunali – non furono mai completati, ma l’impianto generale è sopravvissuto.

Lungo questa strada storica si trova anche lo storico liceo ginnasio statale "Virgilio.

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I tetti delle case lungo via Giulia, nel cuore di Roma.

La posizione geografica di Via Giulia può essere letta come un asse urbano simbolico, in dialogo con i due poli religiosi e civili della Roma rinascimentale. Se la guardiamo su una mappa geografica, appare come una linea retta che punta simbolicamente su San Pietro verso nord-ovest, e sull'isola Tiberina verso sud-est.

Oggi, percorrere Via Giulia significa camminare in uno spazio sospeso tra rigore e bellezza, tra la città dei papi e quella dei romani. E, a differenza di tante strade celebri, qui non serve un monumento che imponga attenzione: è la via stessa, con il suo ritmo sobrio e la sua storia antica, a parlare.