Papa Francesco e la crisi climatica: dall’ecologia integrale all’appello per una conversione ecologica

L'enciclica Laudato Si’ sulla cura della casa comune è stato un documento di svolta per il mondo ambientalista. Papa Francesco ha lasciato il segno anche con l’esortazione Apostolica Laudate Deum e con l'adesione del Vaticano all'UNFCCC. Ripercorriamo la storia di questi importanti momenti del suo Pontificato.

4 ottobre 2018, ennesimo evento nel giorno di San Francesco: a Piazza San Pietro si radunano giovani e attivisti del mondo ambientalista, sociale e cattolico da tutto il mondo. Parte il pellegrinaggio "In Cammino per il Clima" verso Karowice dove era in programma un mese dopo la COP24. Foto Luca Lombroso.

Papa Francesco ha lasciato il segno e sarà ricordato, fra le altre cose, per essere stato il primo Papa ad esprimersi in modo chiaro e forte per le questioni ambientali, in primis la crisi climatica. La questione clima è stata affrontata in più occasioni, inquadrandola in un contesto più ampio, morale, sociale e spirituale.

Due i documenti che passeranno alla storia, l’enciclica Laudato Si’ del 2015, pubblicata in vista di COP 21 a Parigi, e la lettera di esortazione apostolica Laudate Deum, con cui nel 2023 lanciò il suo grido di allarme alla COP 28 in programma quell’anno a Dubai.

L’enciclica Laudato Si’ sulla cura della casa comune

Un testo rivoluzionario quello pubblicato il 24 maggio 2015, il giorno di Pentecoste come sottolineò il Santo Padre nel datare il testo. Altrettanto non casuale il sottotitolo “sulla cura della casa comune”. Una lettera enciclica pubblicata proprio per fungere da appello e riferimento ai politici di tutto il mondo in vista della COP 21 di Parigi, ma rivolto anche come dice al punto 62 a tutte le persone di buona volontà.

Un testo ineccepibile dal punto di vista scientifico, che chiaramente fa riferimento ai rapporti IPCC, mettendo però spesso le frasi tecniche dei report in un modo chiaro e semplice per tutti.

Per la parte scientifica dell'enciclica Laudato Si’, Papa Francesco si è avvalso del climatologo Hans Joachim Schellnhuber, fondatore del Potsdam Institute, e dell’economista Jeffrey Sachs, entrambi consulenti della Pontificia Accademia delle Scienze. Il climatologo brasiliano Carlos Alfonso Nobre, esperto del clima dell’Amazzonia, ha contribuito alla visione “interconnessa” della biosfera.

L’ecologia integrale e Greta Thunberg

Un aspetto, l’ecologia integrale, su cui Francesco è più volte intervenuto e che è stato di spunto per i movimenti ambientalisti, portando anche alla nascita e del Movimento Laudato Si’ e di reti cattoliche ecologiste. Sull’onda della Laudato Si’ seguì una decisione inedita di molte organizzazioni cattoliche: disinvestire dai combustibili fossili.

Il 17 aprile 2019 in Piazza San Pietro Papa Francesco incontrò Greta Thunberg, che gli disse: “Grazie per aver difeso il clima, per aver detto la verità. Significa molto”.

Clima, ambiente, giustizia sociale ed etica sono aspetti intrinsecamente connessi. Non si può difendere la natura se non si difendono anche i più poveri. Un intero capitolo, il quarto, è dedicato a questo argomento. Fra le frasi, scegliamo e vogliamo ricordare questo passaggio:

Un’ecologia integrale è fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo. Viceversa, il mondo del consumo esasperato è al tempo stesso il mondo del maltrattamento della vita in ogni sua forma.

La Laudate Deum

Il 4 ottobre 2023, giorno che si celebra San Francesco d'Assisi, uscì poi la lettera di Esortazione Apostolica di Papa Francesco sulla crisi climatica "Laudate Deum".

Oltre a ribadire l’urgenza della crisi climatica con nuovi dati scientifici, il Papa ha rimarcato che non si può contare solo sulla tecnologia ma bisogna considerare anche aspetti etici, morali e comportamentali in quanto “non ci sono cambiamenti culturali senza cambiamenti nelle persone”.

Sottolinea il limite delle COP e dell’accordo di Parigi: la mancanza di controlli, di verifica e di sanzioni per gli inadempienti, e lancia proposte di riforma e rafforzamento del multilateralismo.

In vista di COP 28 invitava a sognare una COP di svolta e una decisa accelerazione della transizione energetica.

La svolta ecologica della Santa Sede

Il Vaticano ha messo in pratica molte delle cose che il Santo Padre ha lanciato con Laudato Si’ e Laudate Deum. Col progetto “Ecological Conversion 2030” si sta provando a raggiungere la neutralità climatica della Città del Vaticano attraverso la graduale decarbonizzazione degli edifici e l’uso di energie rinnovabili.

La Santa Sede è anche entrata formalmente nella Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), fino al 6 luglio 2022 infatti era presente come stato osservatore. Il 4 ottobre dello stesso anno, San Francesco d'Assisti, ha anche ratificato l’Accordo di Parigi sul clima.

Più volte si sperava e vociferava della presenza di Papa Francesco alla plenaria COP nella sezione alto livello, purtroppo proprio le condizioni di salute unite ai rischi geopolitici ne hanno impedito la partecipazione. Sarà il nuovo Pontefice a compiere questo ulteriore passo storico?