Colpo di scena a COP28: parteciperà Papa Francesco e lancia un monito ai leader mondiali. Di cosa si discuterà a Dubai?

Prende il via il 30 novembre la COP 28, si discuterà del Global Stocktake, ecco di cosa si tratta. Tra i dubbi sulla sua riuscita e le polemiche sull’opportunità della sede negli Emirati Arabi Uniti, c’è un segno di speranza a sorpresa: l'importante presenza del Santo Padre.

la 28° Conferenza delle Parti sui Cambiamenti climatici si aprirà giovedì 30 novembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Foto Rafael Henrique - stock.adobe.com

Prende il via giovedì 30 novembre e durerà salvo tempi supplementari fino al 12 dicembre 2023 la 28° Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici. Polemiche e dubbi sull’opportunità della sede, gli Emirati Arabi Uniti nella energivora città di Dubai, dove addirittura vi è un impianto da sci al coperto.

Anche quest’anno sembra di essere ad un appuntamento “ora o mai più”, con l’incognita e le polemiche per una conferenza clima che si svolge in un paese grande produttore di petrolio e accusato di violare i diritti umani.

I temi sul tavolo negoziale però sono importanti al punto da vedere l’annuncio della partecipazione del Santo Padre.

Global Stocktake: ecco di cosa si tratta

Fulcro della COP28 è Il Global Stocktake (GST), un appuntamento quinquennale nell'ambito dell'Accordo di Parigi per valutare i progressi globali verso il raggiungimento degli obiettivi climatici di COP21.

In sintesi, il Global Stocktake è un meccanismo chiave per valutare la direzione in cui il mondo si sta muovendo rispetto agli obiettivi di 1.5°C e 2°C e verso le emissioni nette zero.

Secondo il rapporto stilato dall’UNFCCC sul GST e che sarà discusso a COP28, le emissioni globali di gas serra nel 2030 saranno proiettate a un aumento dell'8,8% rispetto al 2010 e a una diminuzione del 2% rispetto al 2019. Nonostante un lieve miglioramento rispetto alle stime precedenti del rapporto, si stima che senza correzioni di rotta l’aumento della temperatura a fine secolo sarà tra 2,1 e 2,8 °C rispetto ai livelli preindustriali.

Queste conclusioni non sono nuove per scienziati e ambientalisti, che lo dicono da tempo. Ora questa situazione sarà ufficializza da parte degli Stati. A COP28 i paesi dovranno prendere atto di questo “gap” in vista della presentazione impegni climatici più ambiziosi, prevista in realtà solo entro 2025.

Il tema diritti umani

Abbiamo già parlato delle proposte e appelli al boicottaggio della COP 28. Molte organizzazioni ambientaliste storcono il naso di fronte a un Vertice ONU sul clima in un paese grande produttore di petrolio nonché estremamente energivoro.

Ora si aggiunge il tema diritti umani. Gli Emirati Arabi Uniti sono accusati di gravi violazioni dei diritti umani, mettendo in dubbio la riuscita della COP28. La restrizione della libertà di espressione e riunione pacifica, insieme a pratiche di spionaggio digitale, preoccupano la società civile. Amnesty International ha redatto un rapporto sulla situazione dei diritti umani nel paese. L'industria dei combustibili fossili degli Emirati sarebbe tra i principali ostacoli alla transizione energetica. Amnesty e altre ONG sollevano interrogativi e chiedono le dimissioni del presidente di COP28 di Sultan Al Jaber, amministratore delegato della compagnia petrolifera di stato. L’evidente conflitto di interessi, sostengono, minaccia il successo della Cop28 e evidenzia l'influenza della lobby dei combustibili fossili sulla conferenza climatica.

Sarà una COP su finanza e tecnologia, e la mitigazione?

Oltre al Global Stocktake a Dubai torneranno sul tavolo negoziale temi in sospeso e rimandati ormai dalla COP 25 di Madrid. I paesi in via di sviluppo chiedono a gran voce i soldi promessi da quelli più industrializzati addirittura dai tempi della fallimentare COP15 di Copenaghen.

A questi si aggiunge il meccanismo Loss&Damage, istituito a COP 19 nel 2013 e reso operativo ma non finanziato lo scorso anno alla COP 27 in Egitto. Con questo fondo si dovrebbero risarcire i paesi più poveri e meno responsabili del climate change dei danni che subiscono con gli eventi meteo estremi.

Secondo l’associazione giovanile Italian Climate Network, ci saranno annunci su raddoppio degli stanziamenti per l'adattamento e sul triplicare gli investimenti per le rinnovabili, ma sul Loss&Damage si attendono grossi scontri politici nei negoziati.

Assente invece di fatto la mitigazione: a Dubai non sono attesi nuovi reali tagli delle emissioni di gas serra.

Il colpo di scena: Papa Francesco a COP28

La crisi climatica però incombe, il consueto report WMO sui gas serra vede ovviamente nuovi record di CO2, metano e altri gas climalteranti. Le temperature globali anche se per un sol giorno hanno superato la soglia dei 2°C.

Così ecco il colpo di scena: la Santa Sede, da poco formalmente membro UNCCC, ha annunciato la presenza del Pontefice Papa Francesco. Il Santo Padre secondo le ultime notizie dovrebbe presenziare a Dubai dal 1 al 3 dicembre. il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, ha dichiarato che il Papa andrà a Dubai per ribadire i valori della "Laudate Deum”. Nella lettera di esortazione apostolica il Santo Padre si rivolge ai potenti del mondo invitandoli a pensare ai loro figli e ai loro nipoti e li invita a rispondere alla domanda: come mai potete lasciare un mondo rovinato ai vostri figli e vostri nipoti?