Seminare con la Luna giusta funziona davvero? Cosa dice la scienza sulla tradizione agricola più famosa
Una tradizione antichissima che ha unito generazioni di coltivatori, nata dal fascino senza tempo che la Luna esercita sull’essere umano. Un patrimonio culturale e simbolico da non confondere, però, con ciò che la scienza dimostra.

C’è chi ancora oggi, prima di spargere i semi nell’orto, alza lo sguardo al cielo per controllare in che fase si trova la Luna. La regola, tramandata da secoli, recita così: "gli ortaggi che crescono verso l’alto vanno seminati con la Luna crescente, quelli che si sviluppano sotto terra con la Luna calante".
Questa credenza ha origini antichissime e, soprattutto in passato, l'essere umano ha ceduto al suo fascino (e alla sua facilità di applicazione), poiché mette in gioco forze soprannaturali, mischia scienza e fantasia e ha come interlocutore principale la Luna, da sempre oggetto di studi, attenzioni, curiosità, storie e misteri.
Nonostante le critiche mosse dal metodo scientifico, fin dalla sua nascita nel XVII secolo, questa tradizione agricola ha attraversato generazioni di contadini, arrivando fino ai giorni nostri ed entrando a far parte di calendari e almanacchi popolari, ancora diffusi e consultati.
Le origini
Le tracce più antiche di questa credenza risalgono alle civiltà mesopotamiche: i Babilonesi, attenti osservatori del cielo, legavano i raccolti (così come aspetti della vita quotidiana e della religione) alla Luna come divinità e alle sue fasi.

Più tardi Plinio il Vecchio scriveva, nella Naturalis Historia, che la Luna influenza la linfa e l’umidità delle piante, in particolare nella fase crescente le piante sarebbero più ricche di linfa e avrebbero più energia per crescere.
Infine, l’idea che la Luna fosse una guida affidabile per le attività agricole si consolidò nel Medioevo con il Ruralium Commodorum Libri XII, un manuale di agronomia redatto tra il XIII e il XIV secolo dal giurista bolognese Pietro de’ Crescenzi, che ebbe enorme fortuna in Europa e divenne una sorta di riferimento per i contadini del tempo.
Fasi lunari e calendario agricolo
Le fasi lunari sono quattro e costituiscono un ciclo di circa 29 giorni:
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Luna nuova (novilunio): inizio del ciclo.
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Luna crescente: la parte illuminata cresce attraversando le fasi dette "Primo quarto" e "Gibbosa crescente", fino alla Luna piena.
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Luna piena (plenilunio): fase di massima luminosità.
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Luna calante: la parte illuminata diminuisce attraversando le fasi dette "Gibbosa calante" e "Ultimo quarto", fino al ritorno alla Luna nuova.
Secondo la tradizione agricola più famosa e tramandata, questo ritmo celeste si traduce in precise indicazioni pratiche: durante la Luna crescente sarebbe più favorevole seminare e trapiantare gli ortaggi che sviluppano la parte aerea, mentre durante la Luna calante si dovrebbero mettere a dimora le colture che crescono sottoterra.

Ecco un elenco di queste due categorie di ortaggi:
Ortaggi a crescita aerea: verdure a foglia (lattuga, spinaci, bietole, cicoria, rucola, catalogna, radicchio), a frutto (peperoni, melanzane, zucchine, cetrioli, fagiolini, peperoncini, zucche), a fusto o germoglio (sedano, finocchio, asparagi), erbe aromatiche (prezzemolo, basilico, menta, erba cipollina, coriandolo, timo, salvia), leguminose (fagioli, piselli, fave).
Ortaggi a crescita sotterranea: carote, patate, cipolle, aglio, porri, ravanelli, rape, barbabietole, pastinaca, topinambur, sedano rapa, scorzonera, rafano, zenzero.
Secondo la tradizione contadina, anche altre attività dovrebbero seguire le fasi lunari, ad esempio il taglio della legna, la potatura delle piante da frutto e la vendemmia.
Parola alla scienza
Quando si passa dal piano della tradizione a quello della ricerca scientifica, il quadro cambia radicalmente.
A determinare il successo di una semina o di un raccolto sono invece fattori ben più concreti e misurabili: la qualità e composizione del terreno, la temperatura del suolo e dell’aria, la quantità di luce solare disponibile, la disponibilità idrica (piogge o irrigazione), le rotazioni colturali e, più in generale, l’andamento climatico stagionale.

Seguire il calendario lunare non arreca di per sé danni, ma rischia di distogliere l’attenzione da ciò che davvero conta per l’agricoltura.
In un contesto di cambiamenti climatici sempre più rapidi, dove siccità, piogge intense, grandinate o gelate tardive possono alterare in pochi giorni la stagione agricola, sono il meteo, le caratteristiche del terreno e la messa in atto di strategie di resilienza e adattamento a fare la differenza, piuttosto che l'osservazione del cielo notturno.
La Luna tra mito e scienza
La Luna ha sempre esercitato un forte richiamo sull’essere umano, che le ha attribuito nel corso dei secoli diversi influssi su molti aspetti della vita quotidiana: crescita dei capelli, umore, sonno, fertilità, parto... La tradizione popolare ha costruito attorno al nostro satellite un insieme di credenze che testimoniano il suo ruolo simbolico e culturale.

Ma guardando ai dati scientifici l’effetto più evidente è quello sulle maree, che a loro volta possono generare piccole deformazioni della crosta terrestre e influenzare i cicli biologici di alcune specie marine.
La scienza tra terra e cielo
Il calendario lunare può essere visto come un utile strumento di organizzazione, un’agenda simbolica che scandisce i lavori dell’orto e dei campi. Tuttavia, chi coltiva la terra sa bene che le vere variabili da considerare sono altre.

Continuare a guardare il cielo, invece, resta fondamentale per motivi diversi: per le persone comuni significa tramandare un’usanza antica, che ha suscitato curiosità e meraviglia in generazioni di uomini e donne; per la scienza, è uno strumento prezioso per cercare risposte ai grandi misteri dell’universo.