Il meteo in Italia la prossima settimana: rischio maltempo estremo in Sicilia e Calabria per i resti di Gabrielle

Pur dissolvendosi sulla Spagna i resti dell'uragano Gabrielle immetteranno in atmosfera, sul Mediterraneo, un enorme quantitativo di energia, in termini di vapore, che potrebbe alimentare una forte ondata di maltempo all'estremo Sud.

Come abbiamo già avuto modo di scrivere, in questo articolo, l’uragano Gabrielle fra poche ore raggiungerà le coste dell’Europa occidentale, impattando sulle coste della Spagna sud-occidentale, nei pressi del Golfo di Cadice.

E’ vero che avvicinandosi all’Europa subirà un processo, noto come "transizione extratropicale", durante il quale perderà le sue caratteristiche tropicali.

Anche se la sua struttura tropicale simmetrica si dissolverà, il suo "cuore" di umidità verrà incorporato nel sistema più ampio, rappresentato da un’ampia onda di Rossby in transito sull’Europa occidentale.

Perché Gabrielle influenzerà il tempo sull’Italia?

Pur perdendo buona parte della sua forza i resti dell’ex uragano Gabrielle, la prossima settimana, si evolveranno in una saccatura corta, inclinata negativamente, pronta ad entrare sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo, dopo aver attraversato l’entroterra della Spagna meridionale.

Le correnti occidentali in quota spingeranno, fin dentro l’area mediterranea, l’ingente nucleo di umidità tropicale che caratterizzava il nucleo dell’ex uragano, trasportando enormi quantità di energia e calore latente, che potrebbe accentuare l’instabilità, favorendo lo sviluppo di temporali, anche molto intensi.

Maltempo.
Ecco il nucleo di umidità tropicale lasciato in atmosfera dai resti di Gabrielle raggiungere la Sicilia e il Mar Ionio il prossimo giovedì 2 ottobre. Quest'umidità alimenterà una forte ondata di maltempo sul Sud Italia.

A preoccupare sono i quantitativi di acqua precipitabile attesi nei prossimi giorni su tutto il Centro-Sud, a causa di questa eredità lasciata da Gabrielle. Quest’ultimi potrebbero offrire molto carburante a una perturbazione che si svilupperà attorno l’Italia meridionale.

Il nucleo di umidità di Gabrielle verso le Isole Maggiori

Dalle ultime simulazioni dei nostri modelli matematici, ECMWF e GFS, si evince come fra mercoledì 1 e giovedì 2 ottobre 2025 l’avvezione di umidità, proveniente dai rimasugli di Gabrielle, raggiungerà sia la Sardegna che la Sicilia.

Quest’umidità incontrando una circolazione depressionaria in sviluppo sui mari dell’Italia meridionale, dove prevalgono moti ascensionali, si condensa rapidamente, dando origine a piogge abbondanti e, in alcuni casi, a situazioni di dissesto idrogeologico e alluvioni.

L’Italia, per la sua posizione geografica e la conformazione del territorio, potrebbe trovarsi in una situazione di particolare vulnerabilità.

Il flusso di aria umida e calda proveniente da Ovest, interagendo con l’aria più fresca presente da Est, rischia di ampliare l’intensità delle precipitazioni, determinando fenomeni anche intensi.

Le regioni a rischio

Sebbene ancora mancano parecchi giorni all’arrivo della perturbazione atlantica già oggi possiamo dire quali saranno le regioni più a rischio.

Le regioni del medio-basso Adriatico, ma in particolare la Calabria e la Sicilia, potrebbero subire piogge intense a causa dell’effetto di sbarramento dell’Appennino e dei monti dell’isola, che costringe l’aria umida a condensarsi rapidamente.

Sicilia e Calabria saranno le regioni più penalizzate, con accumuli che potrebbero raggiungere e superare anche i 100-150 mm, ma localmente avvicinarsi ai 200 mm.

Piogge autunnali.
Le intense precipitazioni attese sulla Sicilia dal modello ECMWF nel corso della prossima settimana. Attese precipitazioni molto abbondanti, specie in Sicilia.

Il pericolo maggiore non risiede solo nella quantità di pioggia, ma nella sua persistenza. Visto le grandi quantità di vapore acque presenti in atmosfera le precipitazioni in queste aree del Sud potrebbero divenire persistenti, col rischio di saturazione dei terreni e aumentando il rischio di frane e allagamenti, specialmente in zone già fragili dal punto di vista idrogeologico.

A proposito di umidità e fiumi atmosferici

Non è la prima volta che si parla di fiumi atmosferici in relazione all’Italia, ma il loro impatto sembra essere sempre più frequente e intenso, un segnale che molti esperti collegano ai cambiamenti climatici.

L’aumento delle temperature globali, infatti, permette all’atmosfera di trattenere maggiori quantità di vapore acqueo, alimentando eventi meteorologici estremi.

Questo specifico “fiume atmosferico” potrebbe essere un esempio lampante di come il clima stia evolvendo, portando con sé nuove sfide per la gestione del territorio e la protezione civile.