Meteo, Luca Lombroso sull’arrivo del freddo: "l’evoluzione del vortice polare potrebbe causare sorprese in questa data"

Ultime piogge per il ciclone al sud poi si espande l’anticiclone africano e avremo un nuovo acuto dell’estate di San Martino. Lento cedimento da ovest dal prossimo fine settimana, mentre va tenuta d’occhio la fine del mese. Arriveranno le prime irruzioni fredde?

Bella domenica di sole e di estate di San Martino ieri al nord, con eccezioni di nuvolosità solo verso la Romagna. Bel tempo anche in molte regioni del centro, ma quelle Adriatiche hanno risentito della circolazione depressionaria presente fra Sicilia e Sardegna.

Qualche pioggia sparsa ha interessato l’Abruzzo e il Molise, ma è al sud che le nubi sono state più estese e il radar meteo ha evidenziato varie celle temporalesche, in particolare sulla Calabria e Sicilia tirreniche. Con questo quadro entriamo dunque nella seconda settimana di novembre, con l’attesa e interesse su una possibile svolta fredda e invernale al nord che cresce. I modelli però sono interlocutori, vediamo cosa dicono le tendenze spingendoci anche a fine mese.

Situazione sinottica

Nei primi giorni di questa settimana si va strutturando la prevista marcata ondulazione della corrente a getto. Tuttavia il ramo polare del jet stream come preannunciato si spinge troppo a ovest, con asse inclinato verso est.

La saccatura islandese resterà distante dal Mediterraneo, dove il richiamo da SW indurrà un anomalo rinforzo di alta pressione subtropicale su tutt’Italia.

La parte più umida e perturbata potrebbe avvicinarsi alle nostre regioni occidentali nella seconda metà della settimana, mentre le ipotesi di freddo per ora sono rimandate e da confermare solo verso fine mese.

Prima metà della settimana fin troppo stabile

Da oggi a giovedì il tempo in Italia sarà monotono. Le ultime piogge del sud sono ormai in esaurimento, mentre sul resto d’Italia avremo cielo in genere sereno o a tratti velato. Al solito troviamo eccezioni in pianura Padana, dove aumentano di giorno in giorno le foschie e si fanno più diffuse le nebbie, in genere limitate però alla notte.

Fra mercoledì e giovedì al nordovest i cieli si fanno più grigi e coperti, con qualche pioggia in Liguria, e nel resto del nord pianeggiante potranno persistere nubi basse. Saranno invece stupende giornate in montagna, sia su Alpi che Appennino.

Le prossime mattine saranno fredde solo a causa delle inversioni termiche, di giorno le temperature saliranno invece, come si vede dalla mappa ECMWF, nettamente sopra la media.

Le temperature vedranno una modesta flessione al nord fra domani e mercoledì nelle minime, localmente vicine a zero, fredde mattine anche nelle conche del centro, fra +3 e +5°C, sui +6,+8°C al sud. Massime diurne sopra media, con 14-15°C al nord, anche sui 16°C dove schiarisce, e 18-20°C al centro sud, con acuti sui 22°C in Sicilia e Sardegna.

Qualche pioggia verso il fine settimana

Fra venerdì e domenica le correnti atlantiche sudoccidentali porteranno maggiore nuvolosità al nord e al centro, con qualche pioggia irregolare, ma alcune regioni specie nordorientali alpine e adriatiche resteranno asciutte e con variabilità.

Complice l'anticiclone, ma con la vera causa che risiede nelle emissioni inquinanti, nei prossimi giorni la qualità dell'aria sarà pessima e insalubre su tutto il nord, con picchi record di PM10

Su Lazio, Abruzzo, Molise e su tutto il sud e Sicilia al momento solo velature e nubi medie, senza piogge. Il richiamo da SW aumenterà le temperature al centro sud e innalzerà lo zero termico a quote troppo alte anche sui passi alpini per avere neve. Come si nota dunque fin verso il 15-16 novembre non vi sono svolte fredde.

Tendenza nella seconda metà del mese: attenzione in questi giorni

Per rispondere a chi chiede con insistenza notizie della prima irruzione fredda o perfino di neve a bassa quota, dobbiamo affidarci ai cluster che ci danno la probabilità di vari diversi scenari.

Diciamo subito che la maggior parte dei membri ENS è sbilanciata su scenari umidi e miti, ma attorno al 18-20 novembre compaiono una decina di scenari (su 51) minoritari in cui si vede un indebolimento del vortice polare con ipotesi di irruzione in Italia settentrionale del fronte polare stesso.

Diamo quindi una speranza diciamo del 30-40% a essere ottimisti di poter sentire in alcune zone odore di neve a quote medio basse, scatenando in collina e montagna le prime crisi di lampionismo.