Maltempo in arrivo già dalla Vigilia di Natale con pioggia e forte vento, neve oltre i 1000 metri in queste aree

Una circolazione depressionaria nel Mediterraneo rimescola le carte della settimana natalizia: tornano piogge, vento e neve in montagna. Vediamo come cambierà il tempo tra oggi, la Vigilia, Natale e Santo Stefano, con un’analisi da Nord a Sud.

Il Natale 2025 non si presenta “da cartolina” per tutta l’Italia: un vortice mediterraneo e un flusso più umido da ovest manterranno il quadro dinamico e spesso perturbato, con fasi di pioggia, vento e nevicate in montagna.

Se cercate un Bianco Natale, conviene guardare verso le Alpi (e in parte l’Appennino). Per il resto, più che fiocchi… servirà l’ombrello.

Di seguito la tendenza giorno per giorno: maltempo più insistente tra Nord-Ovest e versanti tirrenici, neve soprattutto sulle Alpi a quote mediamente intorno ai 1000–1200 m (localmente più in basso nelle fasi più intense).

23-24 dicembre: primo peggioramento

Nella giornata di domani 23 dicembre il tempo tende a peggiorare soprattutto sulle regioni più esposte alle correnti umide occidentali: Nord-Ovest, Liguria e alto Tirreno sono spesso in prima linea con nubi compatte e precipitazioni. Altrove si alternano pause asciutte e passaggi nuvolosi, ma l’atmosfera resta impostata su una progressiva instabilità.

La Vigilia è la giornata da tenere maggiormente d’occhio: diversi scenari convergono su una fase più organizzata di maltempo, con precipitazioni diffuse e localmente abbondanti.

Piogge in aumento sull’Italia verso Natale
Accumuli più consistenti su Nord-Ovest, Liguria e settori tirrenici, mentre sul resto del Paese le piogge risultano più intermittenti ma diffuse.

Al Nord, le precipitazioni risultano più frequenti a ovest: Piemonte e Liguria restano tra le aree favorite per piogge più continue. Gli accumuli pluviometrici potranno risultare significativi, soprattutto sui settori liguri e prealpini occidentali, mentre sul resto del Nord le precipitazioni saranno più irregolari ma comunque presenti.

In montagna torna protagonista la neve sulle Alpi, con quota mediamente attorno ai 1000–1200 metri, localmente più bassa nelle fasi più intense sulle Alpi occidentali.
Le temperature si mantengono tipicamente invernali, senza gelo diffuso in pianura ma con valori più bassi nelle valli interne e in montagna.

Sul Centro Italia attenzione ai versanti tirrenici e alle zone appenniniche: la neve rimane confinata alle quote più alte, ma nelle fasi più fredde può spingersi a quote medio-alte, specie sui rilievi.

Al Sud e sulle Isole il tempo diventa più instabile con piogge e rovesci a tratti, e ventilazione in aumento: in questa fase, più che la neve, conta la combinazione piogge e vento.

Natale 25 dicembre: neve sulle Alpi, piogge ancora protagoniste

Il giorno di Natale dovrebbe mantenere un contesto ancora movimentato, con fenomeni che insistono soprattutto su alcuni settori e una quota neve mediamente oltre i 1000 metri sulle Alpi (localmente più bassa su Alpi occidentali se le precipitazioni risultano intense).

Neve accumulata sulle Alpi fino a Natale.
Neve accumulata sulle Alpi fino a Natale.

Sul Nord-Ovest il maltempo può risultare ancora presente, mentre su parte del resto del Nord si aprono anche spazi per qualche attenuazione dei fenomeni. Al Centro rimangono possibili piogge, specie su alcune aree adriatiche e interne, con neve sui rilievi; al Sud e sulle Isole alternanza tra rovesci e pause.

In montagna, il segnale più “natalizio” resta la neve: oltre 1000–1200 m sulle Alpi con accumuli più interessanti sui settori meglio esposti.

Dal 26 dicembre in poi: variabilità ancora protagonista

Guardando oltre il Natale, a partire dal 26 dicembre, la tendenza rimane orientata verso una persistente variabilità, segno che la circolazione atmosferica sul Mediterraneo continuerà a essere piuttosto dinamica. Non si intravede una stabilizzazione duratura: nuovi passaggi perturbati potrebbero alternarsi a brevi pause più asciutte, mantenendo il tempo spesso instabile su diverse regioni.

Le temperature non mostrano segnali di freddo intenso e generalizzato: resteranno prossime alle medie del periodo, con valori più contenuti al Nord e sulle aree interne, mentre al Sud si manterrà un clima relativamente più mite. In montagna continueranno condizioni invernali, con nevicate possibili a quote medio-alte, soprattutto sulle Alpi e, a tratti, lungo l’Appennino.