Possibile ciclone mediterraneo fra Italia e Grecia: piogge torrenziali

Un raro ciclone mediterraneo, conosciuto come "medicane", si sta formando nel Mediterraneo centrale. Il sistema "quasi tropicale" sta portando piogge torrenziali sulle coste adriatiche d'Italia e potrebbe interessare nei prossimi giorni le regioni del Sud e la Grecia.

Nelle prossime ore potrebbe svilupparsi un medicane nel Tirreno meridionale (mappa ECMWF).


Massima allerta meteo in Italia, specie nelle regioni orientali e meridionali, per la possibile formazione di un raro ciclone mediterraneo, conosciuto anche con il termine inglese “medicane” o Tropical Like Cyclone (TLC). Il sistema “quasi tropicale” si sta sviluppando in queste ore nel sud Italia, nel Tirreno meridionale, e si potrebbe dirigere nei prossimi giorni verso est, fino ad interessare le coste della Grecia.

Gli effetti di questo ciclone in formazione si stanno già vedendo nelle regioni adriatiche del Centro Italia, dove sta piovendo da ore con grande intensità. Il Centro Funzionale d’Abruzzo della Protezione Civile, ha emesso ieri sera un avviso di criticità per tutta la giornata del 15 novembre, con codice rosso per le aree costiere dell’Abruzzo.

Si tratta del massimo grado di allerta. In altre zone della regione è previsto un codice arancione, quindi con criticità moderata. Sono possibili esondazioni e frane, mentre sulle coste adriatiche sono in atto forti mareggiate. Allerta arancione sulle Marche, sui bacini del Sangro in Abruzzo e sulla Litoranea in Molise. Allerta gialla, invece, su alcuni settori di Emilia Romagna, Umbria, Lazio e sui restanti settori di Abruzzo, Molise, sui settori ionici della Basilicata e su tutta la Calabria.

Poi, nei prossimi giorni, il possibile ciclone mediterraneo, che è stato già battezzato “Numa” dall'Università di Berlino, si potrebbe spostare verso est rovesciando abbondanti piogge sulle regioni del sud Italia, muovendosi poi attraverso il Mar Jonio e infine verso le coste della Grecia, dove sono attese piogge torrenziali già da venerdì 17 novembre.

I “medicane”, i cicloni mediterranei con caratteristiche tropicali

I cicloni mediterranei sono fenomeni meteorologici tipici del Mar Mediterraneo, che hanno caratteristiche particolari. La loro specificità ne rende più difficile l’inquadramento in una categoria precisa. Un “medicane” ha comunque caratteristiche simili a quelle di un sistema tropicale.

Si generano quando masse d’aria fredda in quota si posizionano al di sopra delle acque calde del Mediterraneo, che in autunno raggiungono valori alti. Si generano forti venti ed un intenso movimento rotatorio di masse d'aria intorno ad un punto di minimo, che può comportare in certi casi la formazione di un occhio, anche se più piccolo e meno definito di quello degli uragani tropicali. Gli effetti associati più importanti sono le piogge torrenziali ed i forti venti, che difficilmente superano i 120-140 km/h.

Immagine satellitare del medicane Qendresa I nel Mediterraneo, al largo della Sicilia orientale. Novembre 2014 (astrogeo.va.it).

Pur avendo caratteristiche in comune con i cicloni che si sviluppano in aree tropicali, tanto è vero che il termine “medicane” è il frutto dell’unione fra le parole “mediterranean” ed “hurricane”, è sbagliato definire questi sistemi come uragani. Le dimensioni sono più ridotte e di solito hanno durata molto limitata nel tempo (1-2 giorni). Inoltre i venti raggiungono velocità inferiori. Questo non toglie che si tratta di fenomeni meteorologici molto potenti e potenzialmente pericolosi.

L'aspetto più pericoloso: piogge torrenziali sulla terraferma

L’aspetto più pericoloso di questi eventi meteorologici è costituito dalle piogge molto intense ed abbondanti che possono colpire la terraferma, con possibili esondazioni di fiumi, frane, allagamenti ed alluvioni lampo. L’accumulo di centinaia di millimetri di pioggia in poche ore può comportare situazioni critiche sulla terraferma, specie in aree densamente abitate e con rischio idrogeologico elevato. 

I “medicane” sono molto meno frequenti dei cicloni tropicali che colpiscono il continente americano, ma allo stesso tempo non sono fenomeni rarissimi. Ne sono stati registrati diverse decine negli ultimi decenni, come quelli del 1947, 1969, 1982, 1983, 1995. Recentemente si sono verificati nel 2011, nel 2014 e nel 2016. Vista la particolarità di questi fenomeni, non esiste ancora unanimità sulla loro definizione, e sulla comparazione con i cicloni tropicali. Si sta studiando il probabile aumento della frequenza di questi eventi a causa del global warming.

In Europa non esistono ancora centri ufficiali che attribuiscano il nome o la classe di intensità a questi eventi meteorologici. Il dipartimento di meteorologia dell’Università di Berlino assegna da diversi anni un nome (non ufficiale) a tutte le depressioni che si formano in Europa, ed ha chiamato questo ciclone “Numa”.