Mercurio
Mercurio, il pianeta più vicino alla nostra stella, forse potrebbe ospitare forme di vita in alcune particolari regioni.

Su Mercurio, il pianeta più piccolo e più interno del sistema solare, con una distanza media di appena 0,3871 AU dal Sole, potrebbe esserci una regione potenzialmente abitabile. Questa la scoperta di un gruppo di ricerca del Planetary Science Institute degli Stati Uniti.

I ricercatori hanno infatti trovato prove di possibili ghiacciai salini che avrebbero origine da strati ricchi di volatili (VRL). Sono proprio questi composti che creano nicchie abitabili anche sul nostro pianeta, in quelle zone remote e inospitali come il deserto di Atacama in Cile.

Si vengono quindi a formare delle cavità nel sottosuolo dove la vita, in teoria, non è così impossibile.

Ma perché questa scoperta è così insolita?

Mercurio per tantissimo tempo è stato ritenuto troppo vicino al Sole per poter ospitare forme di vita. L’escursione termica su questo pianeta è la maggiore rispetto a tutti i pianeti del sistema solare: con temperature diurne nelle regioni equatoriali che possono raggiungere anche i 427 gradi Celsius, mentre durante la notte, a causa dell’assenza di atmosfera, le temperature crollano a -170 gradi Celsius.

Questa regione appena scoperta, in cui sono presenti numerosi strati ricchi di volatili e con pozzi di sublimazione diffusi e giovani, si trova in una regione vicino al polo nord del pianeta detta “Caos Boreale”.

Sembrerebbe che negli anni, gli impatti con gli asteroidi abbiano spazzato via i crateri più antichi di questa regione, alcuni dei quali con una datazione paragonabile rispetto a quella della formazione del pianeta stesso, e sopra un tennero già solido si siano sviluppati questi strati ricchi di volatili.

Altre teorie invece ipotizzano che i diversi strati si siano formati attraverso la differenziazione del mantello in cui i minerali tendono a separarsi. Oppure che la fuoriuscita di gas vulcanico abbia creato simultaneamente delle pozze di acqua e di vapore particolarmente denso e altamente salato che nel tempo, depositandosi, abbia creato questi ghiacciai salati.

Sicuramente servono ulteriori indagini a riguardo

Al momento comunque le evidenze scientifiche sembrano confermare una sorta di evento globale che poco dopo la formazione del pianeta stesso abbia creato questi crateri e queste cavità in cui sussistono almeno in teoria le condizioni per cui sia possibile lo sviluppo di alcune forme di vita.

Ovviamente nel prossimo futuro verranno portati avanti ulteriori studi per confermare o smentire questa nuova teoria.

Se interessati è possibile leggere l’intero articolo per poter visionare e valutare le varie riflessioni degli autori.