La sorprendente liquefazione del terreno dopo il terremoto in Emilia

Uno degli effetti del terremoto in Emilia del maggio 2012 fu la liquefazione del suolo nelle campagne, con formazione di vulcanelli di sabbia e gravi danni alle case. Ecco cos'è questo sorprendente fenomeno.

terremoto emilia 2012
I danni del terremoto in Emilia del maggio 2012 furono estesi. Ci furono 27 vittime.

Uno degli effetti geologici che sorprese di più i non esperti, dopo il terremoto dell'Emilia del maggio 2012, esattamente dieci anni fa, fu la formazione di vulcanelli di sabbia ed estesi fenomeni di liquefazione del suolo nelle campagne del Ferrarese, a causa di un processo molto noto in geologia chiamato "liquefazione del suolo".

Dopo i forti terremoti del 20 e 29 Maggio 2012 che colpirono l’Emilia Romagna, venne osservato un insolito fenomeno con formazione di vulcanelli di fango, crateri, rigonfiamenti e rotture del terreno da cui fuoriusciva una gran quantità di sabbia liquida. Il fenomeno causò crepe nei giardini e nelle cantine, fratture sui muri delle case, che in certi casi furono molto gravi. In certi casi la fuoriuscita di sabbia liquida dal terreno fu davvero ingente, come accaduto a Sant'Agostino.

La formazione di vulcanelli, crateri, rigonfiamenti e rotture del terreno, causò numerosi danni alle case, che si aggiunsero a quelli causati dallo scuotimento sismico. Grazie a indagini di terreno vennero individuati oltre 1300 effetti geologici riferibili al terremoto (cosismici), e di questi circa il 90% era rappresentato da liquefazione del suolo, riporta l'INGV in questo articolo.

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Il terremoto trasforma il terreno in fluido: un serio pericolo per case ed infrastrutture

Questo fenomeno di liquefazione del suolo riportò l'attenzione sul pericolo che rappresentano i terremoti in aree con terreni sabbiosi. Sono sedimenti generalmente stabili, ma in caso di terremoto la loro trasformazione in fluido li rende insidiosi, facendo crollare case e creando danni irreparabili alle infrastrutture.

La liquefazione del suolo: un fenomeno ben conosciuto

La liquefazione dei sedimenti è uno dei fenomeni idrogeologici più conosciuti ed evidenti, e può essere causato da terremoti di magnitudo generalmente superiore a 5.5 o 6.0. Il fenomeno della liquefazione avviene in sedimenti sabbiosi saturi in acqua e può essere causato da un forte terremoto.

La liquefazione del suolo avviene in terreni sabbiosi dove c'è una saturazione di acqua: un forte terremoto può innescare questo processo, trasformando il terreno in fluido con seri problemi per le case e le infrastrutture.

Lo scuotimento del terreno causato dal terremoto fa aumentare fortemente la pressione dell’acqua intrappolata dentro i sedimenti. Questa sovrappressione dell’acqua ha una conseguenza sorprendente per chi la osserva: trasforma il sedimento in un fluido. A questo punto l'acqua cerca una via di fuga verso la superficie, formando ad esempio il curioso fenomeno dei vulcanetti di fango che vennero avvistati in molte zone colpite dal sisma del 2012.

Non fu un fenomeno nuovo

La liquefazione del suolo a seguito di terremoti è stata osservata molte volte in tutto il pianeta, ed anche in Italia. Fenomeni di questo tipo ci furono dopo il terremoto di Kobe del 1995 (Giappone), dopo quello di Christchurch nel 2010 e 2011 (Nuova Zelanda), ed anche in alcune aree della piana de L’Aquila dopo il terremoto dell'aprile 2009. Ci sono poi molte testimonianze di fenomeni di questo tipo nel passato dell'Italia, una terra che come sappiamo è ad elevato rischio sismico e dove si verificano molti terremoti.

Non sempre un terremoto fa diventare il suolo liquido: il fenomeno della liquefazione avviene infatti in sedimenti limoso-sabbiosi saturi in acqua. Per questo è più comune osservarlo in aree di pianura, dove più facilmente si trovano depositi sabbiosi trasportati dai fiumi, e dove c'è maggior presenza di acqua nel terreno. Nel caso del terremoto in Emilia del 2012 il fenomeno venne osservato infatti in aree dove c'erano sedimenti fluviali molto ricchi di sabbia, e dove la falda idrica era piuttosto superficiale.