L'ambizioso progetto dell'Egitto, un fiume artificiale nel deserto per ricavare nuovi terreni fertili
Con una popolazione che supera i 100 milioni di abitanti, l’Egitto dipende fortemente dalla stretta striscia fertile lungo il Nilo, che ospita il 95% della popolazione. Ecco l’idea di un grande fiume artificiale nel deserto.

L’Egitto sta intraprendendo un’ambiziosa iniziativa per affrontare le sfide della crescente popolazione e della scarsità di terreni coltivabili. Il progetto, noto come Nuovo Delta del Nilo (New Delta Project), ha l’obiettivo di deviare parte delle acque del fiume Nilo per trasformare circa 9.200 chilometri quadrati di deserto in aree verdi e coltivabili, creando nuove opportunità agricole e insediamenti abitativi.
Quest’opera, dal costo stimato di 9,7 miliardi di dollari, rappresenta uno dei più grandi interventi di ingegneria idraulica e agricola della storia moderna.
La sfida ambiziosa per uno dei Paesi più popolosi d’Africa
Con una popolazione che supera i 100 milioni di abitanti, l’Egitto dipende fortemente dalla stretta striscia fertile lungo il Nilo, che ospita il 95% della popolazione e rappresenta il cuore della produzione agricola del paese, contribuendo al 24% del PIL e occupando il 42% della forza lavoro.
9. New Nile Delta
— Vertigo_Warrior (@VertigoWarrior) April 5, 2025
Egypt is building the worlds largest artificial river costing $9.7BN. which will transform 9,200 square kilometers of desert into a new Nile Delta, helping feed its exploding population. pic.twitter.com/xhLYBaoBER
Solo il 5% del territorio egiziano è coltivabile, limitato principalmente alla valle del Nilo e al suo delta. L’aumento demografico, unito alla salinizzazione del delta e alla perdita di fertilità dovuta alla diga di Assuan, che trattiene il limo fertile nel lago Nasser, ha spinto il governo egiziano a cercare soluzioni innovative per espandere le aree agricole e garantire la sicurezza alimentare.
Un fiume artificiale nel deserto
L’imponente infrastruttura, voluta dal presidente egiziano Al-Sisi, si concentra nell’area desertica occidentale, tra il bacino del lago Nasser e la depressione di Qattara. L’obiettivo è creare un canale artificiale lungo circa 170 chilometri, che trasporti le acque del Nilo attraverso una rete di canali e stazioni di pompaggio, irrigando terreni desertici per renderli coltivabili.
Il progetto include anche la costruzione di nuove città e insediamenti per decongestionare l’affollata regione del delta del Nilo e del Cairo, favorendo uno sviluppo economico e sociale equilibrato. La depressione di Qattara, che si trova fino a 133 metri sotto il livello del mare, potrebbe ospitare un bacino artificiale, ampliando ulteriormente le possibilità di irrigazione e produzione di energia idroelettrica.

I canali sono progettati per minimizzare l’evaporazione in un clima caldissimo, rivestiti di materiali impermeabili come il calcestruzzo. Stazioni di pompaggio all’avanguardia garantiscono il trasporto dell’acqua su lunghe distanze, mentre sistemi di irrigazione moderni, come l’irrigazione a goccia, massimizzano l’efficienza idrica.
L’obiettivo della grande infrastruttura
Il progetto promette di rivoluzionare l’agricoltura egiziana, aumentando la produzione di colture come frumento, legumi e frutta, essenziali per la sicurezza alimentare.
L’opera, inoltre, dovrebbe creare migliaia di nuovi posti di lavoro, incrementando l’economia rurale della nazione che consentirà una riduzione delle importazioni alimentari da altri Paesi. Ma sulla grande infrastruttura, che si propone di rivoluzionare l’economia egiziana, vengono avanzate anche delle critiche e delle perplessità.
Deviare grandi quantità d’acqua dal Nilo potrebbe alterare l’ecosistema fluviale, già compromesso dalla diga di Assuan. La salinizzazione dei suoli, l’inquinamento da fertilizzanti e la proliferazione di insetti, come le zanzare, sono rischi concreti. Inoltre, i costi elevati gravano su un’economia già fragile, sollevando interrogativi sulla sostenibilità finanziaria dell’opera, soprattutto nel lungo periodo.