Possono formarsi onde anomale nel Mediterraneo? Le zone più vulnerabili al fenomeno
Oltre agli tsunami, mari e oceani, in determinate condizioni, possono generare imponenti “muri d’acqua”, talora imprevedibili, meglio conosciuti con il termine di “onde anomale”.

Oltre agli “tsunami”, mari e oceani, in determinate condizioni, possono generare imponenti “muri d’acqua”, talora imprevedibili, meglio conosciuti con il termine di “onde anomale”. Dal punto di vista scientifico viene definita “anomala” quell’onda che risulta grande più dell’altezza dell’onda significativa, ossia della media aritmetica delle onde più alte.
Purtroppo molto spesso il termine di “onda anomala” viene erroneamente associato e confuso, soprattutto nel mondo giornalistico, con lo “tsunami”. In realtà si tratta di due fenomeni diversi per origine e natura.
La differenza fra tsunami e onde anomale
Gli tsunami, a differenza delle “onde anomale”, vengono innescati da violenti terremoti superficiali che hanno epicentro in mare o in mezzo all’oceano, possenti eruzioni vulcaniche sottomarine di tipo esplosivo o da colossali frane sottomarine (sono quelli che investono il Mediterraneo) innescate da eruzioni vulcaniche o grossi terremoti (come quello di Messina e Reggio Calabria del 1908).
Inoltre agiscono diversamente rispetto alle “onde anomale”. Lo spostamento d’acqua prodotto si propaga progressivamente in superficie creando onde superficiali molto lunghe, anche di qualche centinaio di chilometri, che si estendendo in tutta la superficie oceanica (come quando si lancia un sasso in uno stagno).
A differenza degli “tsunami” la dinamica delle “onde anomale” è un po’ diversa poiché vengono generate e alimentate dall’interazione di venti, correnti e morfologia del fondale marino. Generalmente queste onde si sviluppano in acque molto profonde, in pieno oceano, giungendo da più direzioni diverse rispetto a quella del vento e del tradizionale moto ondoso.
Dove si possono vedere più frequentemente le onde anomale?
Queste gigantesche ondate, che possono superare pure i 18 – 20 metri di altezza, nascono anche in quei mari dove raramente si riscontrano tutti gli elementi necessari alla loro formazione.
Un esempio può essere quello del mar del Nord, il Mediterraneo o persino il bacino dei Grandi Laghi nord-americani, lungo il confine tra Stati Uniti e Canada meridionale, dove il fenomeno dell‘”interferenza costruttiva“, ovvero l‘unione di onde di diversa origine e direzione, è alquanto rara.

Ma quando si manifestano queste onde possono fare molti danni, oltre a provocare gravi incidenti marittimi, o come capita nei casi peggiori, l’affondamento di pescherecci e navi in mare aperto.
Le onde di sgambetto
Fra le “onde anomale” più frequenti troviamo le cosiddette “onde di sgambetto”, note anche in alcune aree del Mar Mediterraneo. Questo tipo di onde si generano quando una forte corrente marina incontra una successione di grandi onde lunghe che si muovono nella direzione opposta alla corrente.
Quando le onde lunghe incontrano la forte corrente contraria tendono a rallentare la loro velocità di propagazione, dato che la corrente marina agisce come una sorta di freno in profondità che ne ostacola il movimento. Tale processo genererà una sorta di vero e proprio “sgambetto” che può portare le onde in superficie ad accavallarsi le une sulle altre, creando una grande ondata gigante che può raggiungere altezze considerevoli.
Ciò capita soprattutto quando nello Stretto di Messina, per “effetto Venturi”, si incanalano gli intensi venti meridionali (ostro e scirocco) che spingono il moto ondoso fino alla parte centro-settentrionale del Canale.
Spesso incontrando la corrente “scendente”, che si muove da Nord a Sud in direzione opposta ai venti meridionali, queste onde vengono rallentate durante il loro movimento verso Nord, trasformandosi in onde molto ripide e irregolari, molto dure da navigare, che possono superare altezze di 3-4 metri.
Lungo il litorale dello Stretto di Messina le “onde di sgambetto” sono le principali responsabili delle brevi ma intense mareggiate che investono pure i tratti di costa più ridossati ai venti di scirocco e ostro.