Al via COP30: il WMO dice addio agli 1,5°C, ma dal fiume arrivano flottiglie di canoe per chiedere giustizia climatica

Prende il via a Belem in Brasile col monito del WMO il 30° vertice ONU sul clima. Tante novità quest’anno, dal vertice dei Capi di Stato tenuto prima dell’inizio della COP al ritorno in scena dei movimenti di protesta e degli attivisti climatici.

Quest'anno la COP si svolge in un luogo simbolo dei cambiamenti climatici e della deforestazione, l'Amazzonia. Atteso il ritorno in scena dei movimenti di protesta e degli attivisti, gruppi di flottiglie stanno raggiungendo Belem in canoa e barca a vela. Immagine CURIOS - stock.adobe.com

Prende il via in queste ore a Belem, in Brasile, la 30° Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici. I lavori dureranno fino a venerdì 21 novembre, probabile però che, come capitato a tutte le ultime COP, non bastino due settimane di negoziati, side event (conferenze tematiche) e sessioni ad alto livello con ministri e capi di Stato per raggiungere un accordo.

Come sempre tanti e importanti i temi in discussione, vediamo dunque quali sono gli argomenti sul tavolo dei delegati nonché le notizie sui primi giorni del vertice sul clima.

La novità: vertice dei Capi di stato prima dell’inizio della COP

Quest’anno i leader di 53 paesi si sono già trovati a Belem il 5 e 6 novembre scorsi, prima dell’inizio ufficiale. Assenti dal vertice i leader di quattro dei cinque maggiori emettitori del pianeta: Cina, Stati Uniti, India e Russia. Il presidente della Colombia Gustavo Petro ha criticato Donald Trump, assente da Belem, dichiarando: «Il signor Trump è contro l’umanità. La sua assenza lo dimostra».

Per l'Italia nel frattempo è arrivato il vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha dichiaro che "il Cambiamento climatico è una realtà che tocca tutti, tenere conto di questione sociale".

Presente anche, in rappresentanza della Santa Sede, il Cardinale Piero Parolin, che ha letto un messaggio di Papa Leone XIV che afferma: "In un mondo che brucia, sia per il surriscaldamento terrestre sia per i conflitti armati, la Cop30 dovrebbe diventare un segno di speranza".

Il segretario ONU António Guterres ha accusato i governi di non aver mantenuto l’impegno di limitare il riscaldamento globale entro 1,5 °C e ha criticato governi e multinazionali che “fanno profitti dalla devastazione climatica”.

Il WMO: impossibile stare negli 1.5°C

L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha presentato a COP30 il rapporto State of The Climate 2025, un documento fondamentale che serve come base per i negoziatori.

Secondo il WMO il 2025 sarà il secondo o il terzo anno più caldo mai registrato. Le concentrazioni di gas serra, come già anticipato, sono a livelli record non solo storici ma anche geologici. Gli ultimi 11 anni sono rientrati tutti negli undici anni più caldi da 176 anni di osservazione. Più in dettaglio, la temperatura media nel periodo gennaio-agosto 2025 è stata di 1,42 °C ± 0,12 °C superiore alla media preindustriale.

“Questa serie senza precedenti di temperature record, combinata con l'aumento record dei livelli di gas serra registrato lo scorso anno, rende chiaro che sarà praticamente impossibile limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C.”, ha affermato il Segretario generale del WMo Celeste Saulo.

Che però ha aggiunto “Ma la scienza è altrettanto chiara sul fatto che è ancora del tutto possibile ed essenziale riportare le temperature a 1,5 °C entro la fine del secolo".

Niente jet privati ma canoe e barche: il viaggio verso Belem dei movimenti

Torna protagonista, dopo tre COP svolte in paesi in cui era difficile manifestare e fare proteste, la società civile.

Oltre 100 leader indigeni, scienziati, attivisti, artisti e studenti stanno raggiungendo la città non in aereo, ma risalendo in barca e canoa i fiumi amazzonici. Il viaggio, chiamato “Voyage to Resist the End of the World”, è una “università itinerante della foresta”: si dorme in amache, si discute di clima, diritti dei popoli nativi, salute e futuro dell’Amazzonia. Stanno arrivando a Belém anche le barche a vela transatlantiche di Flotilla 4 Change e il veliero Rainbow Warrior di Greenpeace.

La foresta pluviale dell'Amazzonia al Anavilhanas National Park, Brasile. Gruppi di indigeni, giornalisti, attivisti e scienziati stanno raggiungendo Belem navigando lungo i grandi fiumi amazzoni.

Gli indigeni raccontano come siccità, deforestazione e crisi climatica stanno già affliggendo la loro vita. “Questa è una COP di voci che si incontrano” dicono — e chiedono che la COP somigli più a questo viaggio condiviso che a un summit di delegazioni distaccate e jet privati.

I temi sul tavolo della Presidenza COP30

La COP del 2025 si svolge a 10 anni dalla stipula dall’accordo di Parigi, e la prima questione è la revisione degli impegni nazionali che presentano gli stati all’UNFCCC.

Ad oggi solo 70 Stati su 198 hanno presentato il nuovo NDC 3.0. Il 5 novembre è arrivato, dopo non poca discussione interna, quello dell’Unione Europea. Benché ridimensionato rispetto alle aspettative, ma gli impegni UE restano ambiziosi, con promesse di diminuzione del 55% delle emissioni entro il 2030 rispetto al 1990, fra il 67 e 72% al 2035 arrivando alla neutralità climatica entro il 2050.

Tra gli altri temi in discussione a Belém c’è l’attuazione del Global Stocktake 2023 e questioni legate al finanziamento climatico: il Green Climate Fund, il nuovo Global Environment Facility e il Fondo Perdite e Danni, che finora è un contenitore vuoto. Non sono in discussione nuovi accordi globali con tagli vincolanti ai gas serra, ma si auspicano passi importanti nell’applicazione dell’accordo di Parigi.