La furia del Monsone indiano travolge le coste asiatiche

In questi giorni la furia del monsone indiano inizia ad abbattersi sulle coste dell'Asia meridionale flagellate da forti venti, mareggiate e precipitazioni torrenziali.

Una delle conseguenze del monsone Indiano

Quest’anno il monsone indiano è partito davvero bene, portando i primi intensi carichi precipitativi lungo gli stati dell’Asia meridionale, oltre che sul Bangladesh e sull’India, con accumuli pluviometrici che su alcune aree sono risultati superiori alle attese. E nei prossimi giorni il flusso umido del monsone di SO dovrebbe estendersi fino al nord dell’India, eccetto lo stato del Rajasthan. Tutto merito della salita verso nord del “fronte di convergenza intertropicale” presente sull’oceano Indiano centro-orientale.

La storia del monsone indiano

L’impetuoso flusso del monsone di SO che stagionalmente, nel periodo estivo, spira dall’oceano Indiano settentrionale in direzione delle coste dell’India, del Pakistan e dei restanti paesi dell’Asia meridionale, lo possiamo ritenere come una sorta di derivato dell’Aliseo di SE che è attivo sull’emisfero australe.

L’Aliseo di SE, che soffia con grande forza e costanza sull’oceano Indiano meridionale, invece di estinguersi in prossimità dell’equatore, continua il suo moto naturale sull’emisfero boreale.

A causa della rotazione della terra intorno al proprio asse, l’Aliseo di SE, una volta superato l’equatore, tende a deviare la sua direzione, assumendo dapprima la componente da Sud e poi quella da SO, man mano che si sale di latitudine verso nord. La sua intensità, già notevole a ridosso dell’equatore, è crescente man mano che si passa da 0° a 10°-15° di latitudine nord.

Caratteristiche del monsone

Sopra tale latitudine il vento, che qui prenderà il nome di monsone di sud-ovest, diviene sempre più burrascoso fino a raggiungere forza 7-8, della scala Beaufort, a ridosso delle coste del Pakistan meridionale, e India occidentale fino ad allargarsi all’ampio Golfo del Bengala, al mar delle Andamane, Golfo del Siam e mar Cinese Meridionale.

Bisogna specificare che la direzione del Monsone estivo non è sempre quella tipica di SO o S-SO, ma viene modificata a seconda dei luoghi e delle condizioni bariche locali che si riscontrano subito dopo la formazione della profonda depressione termica, da 990 hPa, tra Pakistan centro-meridionale e nord dell’India (sotto la catena montuosa dell’Himalaya).

Lungo le coste della Cina meridionale, Vietnam, Tailandia, Malaysia, come sulle Filippine e sugli arcipelaghi indonesiani il monsone estivo assume una direzione più da Sud o da SE (non per caso si parla pure di monsone di SE), spirando spesso con minor forza e costanza rispetto al suo omonimo indiano.

Ma come nasce il monsone?

Ogni anno, verso la tarda primavera, il calo della pressione nel cuore dell’entroterra indiano, indotto dall’intensa calura che si va ad accumulare sulle immense distese continentali di India e Pakistan, attiva una impetuosa ventilazione superficiale (attiva fra 0 e 3000 metri) che dalle coste della Somalia risale fino alle coste indiane e all’Asia meridionale.

Queste correnti sud-occidentali sono molto umide a causa del loro passaggio obbligato sulle superfici sub-equatoriali dell‘oceano Indiano. Le piogge si intensificano ulteriormente quando queste correnti, salendo di latitudine verso l’India centro-settentrionale, interagiscono con i primi rilievi himalayani, nel loro moto verso nord-est.

Questo è il motivo per cui il settore immediatamente a nord del Golfo del Bengala è noto per avere le più intense precipitazioni del mondo durante la stagione monsonica estiva. Per questo motivo Cherrapunji, villaggio indiano sulle prime pendici dell’Himalaya, è una tra le località più piovose al mondo, detenendo una media pluviometrica annua di ben 11.777 mm.

La vera causa delle piogge torrenziali portate dai monsoni

Oltre al semplice effetto “stau” una delle cause responsabili delle precipitazioni torrenziali è legata allo sviluppo delle cosiddette “depressioni tropicali monsoniche”. Esse sono analoghe alle comuni depressioni tropicali, con l’unica differenza di presentare una struttura molto più grande, di dimensioni più similari ad una depressione extratropicale.

Come le depressioni tropicali comuni le “depressioni monsoniche” si contraddistinguono da una accesa attività convettiva che ruota attorno ad un minimo barico al suolo ben definito che produce una intensa ventilazione ciclonica, chiusa nei medi e bassi strati, con correnti che possono superare la soglia dei 60-70 km/h. Una volta originate, avvicinandosi alla terra ferma, possono generare piogge molto forti ed eventi alluvionali.

Tipicamente, 6-7 “depressioni monsoniche” si formano ogni estate sul Golfo del Bengala e proseguono verso l’India e alle volte in direzione del Pakistan meridionale, dove riescono a scaricare forti precipitazioni.

Nei prossimi giorni il Monsone di SO continuerà a soffiare in modo impetuoso e burrascoso, specie lungo il mar Arabico, nel tratto che va dalle coste somale, all’Oman fino alle coste meridionali pakistane e dell’India occidentale, dove sono in atto vere e proprie burrasche, con venti sui 70-80 km/h e onde alte fino a più di 5-6 metri che rendono molta difficoltosa la navigazione.