Record battuto: a Milano è caduto il chicco di grandine più grande mai registrato

Numerose le immagini dei danni causati dal violentissimo temporale che ieri notte ha colpito la città di Milano ma quello che forse non tutti sanno è che proprio durante questo evento estremo è caduto un chicco di grandine da record.

Grandine
A Milano sono caduti chicchi di grandine fino a 19 cm di diametro

Intorno alle 4:00 di ieri notte, martedì 25 luglio, un violentissimo temporale si è abbattuto sulla città di Milano causando ingenti danni. Numerose le immagini di auto distrutte, tetti scoperchiati, alberi sradicati e case danneggiate.

Un’intensa struttura temporalesca ha attraversato la Lombardia da ovest verso est, proprio al culmine della sua potenza si sono sviluppate fortissime raffiche di vento discensionali con moto orizzontale in uscita dal fronte temporalesco, i cosiddetti downburst. I sensori dell’ARPA Lombardia (Azienda Regionale per la Protezione dell’Ambiente) nella città di Milano hanno registrato raffiche di vento fino a 104 km/h.

Battuto un nuovo record: a Milano il chicco di grandine più grande mai registrato

L’energia sprigionata da questo sistema temporalesco è stata incredibile ma non si è limitata alle raffiche di vento. Infatti sempre sul capoluogo lombardo è caduto il chicco di grandine più grande mai registrato fino ad ora.

La conferma è arrivata già ieri pomeriggio direttamente dall’ESSL (European Severe Storm Laboratory), questo grazie alla buona base di dati dell’ESWD (European Severe Weather Database) che ha permesso di verificare in meno di 24 ore il record milanese.

Si tratta di un chicco di grandine del diametro di 19 cm che ha superato il precedente record di 3 cm. Infatti prima di questo il primato era del 19 luglio scorso in Veneto quando sono stati rilevati chicchi di ben 16 cm. Il record ancora prima era del 2016, quindi in pochi giorni in Italia sono stati battuti ben due record.

A quale velocità un corpo simile impatta al suolo?

Confrontando questi dati con un articolo del 2020 di un gruppo di ricerca della Texas Tech University (“Review of Impact Factors of the Velocity of Large Hailstones for Laboratory Hail Impact Testing Consideration”) si possono stimare le velocità terminali che hanno potuto raggiungere i chicchi di queste dimensioni, ottenendo potenziali valori anche superiori ai 200 km/h (tra i 145 km/h e i 235 km/h), in pratica delle vere e proprie cannonate.

La velocità terminale di caduta è il limite massimo che può raggiungere un corpo in caduta libera in un fluido. Questo perché il corpo ovviamente man mano che precipita acquista velocità per effetto dell’accelerazione dovuta alla forza di gravità, ma ovviamente durante la sua caduta incontra la resistenza del fluido in cui è immerso (in questo caso l’atmosfera terrestre) che lo rallenta.

Questa resistenza aumenta con il crescere della velocità del corpo e ad un certo punto accade che la forza di gravità è esattamente uguale e contraria alla resistenza dell’aria, si ha quindi una risultante delle forze nulla e quindi da quel momento in poi il corpo continuerà a precipitare ad una velocità costante.

La violenza di quest’evento è dovuta alla grandissima quantità di energia ed umidità immagazzinata dalla nostra atmosfera nei giorni passati ed è semplicemente l’altra faccia della medaglia del surriscaldamento globale: temperature maggiori aumentano l’energia atmosferica e fanno sì che aumenti sia il numero che l’intensità di questi eventi estremi.