Il meteorologo Luca Lombroso sull’ipotesi di freddo e neve a Natale 2025: “la tendenza ECMWF svela scenari sorprendenti”

Cede l’anticiclone e tornano le perturbazioni, ma accompagnate da masse d’aria miti. L’inverno zoppica e la neve si alza di quota, in difficoltà molte stazioni da sci. Freddo e neve arriveranno proprio a Natale? Facciamo chiarezza grazie agli scenari cluster.
C’è frenesia e attesa per le previsioni meteo natalizie, il vero bianco Natale in pianura continua a mancare da troppo tempo e il lungo periodo anticiclonico ha deluso chi si aspettava un dicembre freddo e nevoso a quote basse. Nonostante la blanda La Niña e i segnali di anomalo riscaldamento della stratosfera, il vortice polare resta al suo posto senza segnali imminenti di incursioni alle nostre latitudini.
Natale però è ancora distante, e le carte possono sempre rimescolarsi. Per una volta il battito d’ali di una farfalla in Tibet anziché un tornado in Texas potrebbe magari innescare irruzioni di aria fredda verso l’Italia?
Per capirlo in anticipo abbiamo un potente strumento di previsione probabilistica, i cluster ECMWF. Vediamo cosa dicono le varie alternative al modello operativo.
Molta incertezza già dal 16 al 18 dicembre
L’anticiclone ormai appare in cedimento, e le perturbazioni sembrano tornare ad interessare l’Italia con un flusso atlantico ben strutturato. ECMWF propone ben sei diversi scenari cluster, ma con tratti comuni chiari. Sono i dettagli della posizione delle depressioni mediterranee a cambiare, ma la maggior parte dei membri ensemble mostra una corrente zonale vivace con ondulazioni poco profonde.
Avremo probabilmente una saccatura in avvicinamento da ovest, con minimo principale tra penisola iberica e Francia, e asse leggermente inclinato SW–NE. Questa posizione indurrà un richiamo mite e umido sull’Italia, con precipitazioni soprattutto al nordovest, Liguria, alta Toscana e settori alpini esposti alle correnti meridionali.
Ci sono alcuni scenari alternativi ma poco probabili, e i cluster freddi o con pressoché assenti.
Dal 18 al 20 dicembre: l’Atlantico guida la circolazione
Nella seconda metà della terza settimana di dicembre avremo la persistenza di una grande saccatura atlantica sull’Europa occidentale, con minimo principale tra Penisola Iberica e Francia. L’Italia sarò ancora dominata da correnti sudoccidentali, miti e umide: questo scenario è dominante in tutti e tre i cluster ECMWF, con differenze solo nei dettagli.
Nuovamente le precipitazioni saranno più frequenti e probabili su Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia occidentale, versanti tirrenici centrali Tirreno e settori alpini esposti allo Stau da SW. Il limite delle nevicate sarà prevalentemente oltre i 1300-1600 m sulle Alpi e 1800-2000 m in Appennino.

Resta l’assenza quasi totale di scenari freddi, e la neve in pianura non sembra avere alcuna possibilità di concretizzarsi.
21–23 dicembre: cosa suggeriscono i cluster ECMWF
ECMWF raggruppa le 50 micro mappe ensemble in tre possibili gruppi, ma tutti mostrano una profonda ondulazione atlantica che continua a dominare l’Europa occidentale, con Italia sul bordo mite della saccatura. Le incognite sono solo sulla forma e posizione della depressione mediterranea secondaria indotta dalla saccatura.

Tratto comune sono le correnti sudoccidentali persistenti e tese, segnale di giornate umide, grige e miti sull’Italia, a tratti con piogge specie sulle regioni tirreniche e occidentali, accompagnate da condizioni più autunnali che invernali.
Le isoterme restano tali da portare neve a quote solo medio alte, a tratti anche solo oltre 1800–2000 m, con abbassamento a 1300-1500 m nelle valli alpine più chiuse in cui ristagna residuo freddo da irraggiamento. L’Appennino sarà ancor più penalizzato da questa situazione.
Nessun cluster indica irruzioni fredde, le retrogressioni restano relegate al ricordo del passato.
Come saranno la Vigilia, Natale e Santo Stefano?
Qui, curiosamente, i cluster si riducono a due, entrambi privi di segnali di irruzioni fredde, anche se aria polare continentale si potrebbe espandere nell’est Europa, ma distante dalle Alpi migliaia di chilometri.
Entrambi i cluster mostrano la persistenza della grande ondulazione atlantica, con l’Europa centro-meridionale e l’Italia sotto correnti sudoccidentali.
Prematuro sapere se sarà, almeno in montagna, Bianco Natale nel senso stretto del termine, ovvero con neve il giorno 25. Sarà invece un Natale umido e relativamente mite in molte città del centro nord, con tratti di timido tepore al sud e isole.
E fine anno?
I modelli iniziano a intravedere un possibile cambio di passo, con correnti più dinamiche e scenari potenzialmente più freddi negli ultimi giorni del 2025.
È presto per sbilanciarsi, ma il quadro potrebbe diventare più invernale. Come ben sappiamo la neve è permalosa, dunque l’evoluzione è da seguire, senza chiudere a priori la speranza di nevicate a quote più basse.