Luca Lombroso avverte: settimana di svolta, ci sono due date da tenere d’occhio per la neve. Nevicherà anche in pianura?

Fermento nelle mappe e grande attesa dal mondo degli appassionati di neve sugli scenari freddi e perturbati previsti dai modelli. La situazione presenta molte incertezze, con opposti scenari da sogno e da delusione. Neve anche in pianura? Facciamo chiarezza.
Sta per cambiare radicalmente la massa d’aria che domina sull’Italia. Dopo la lunga estate di San Martino come avete letto sono arrivate le perturbazioni autunnali, e non sono mancati ancora una volta fenomeni anche di forte intensità.
Ancora però non si è vista la vera prima neve a basse quote, su cui tante sono le attese, dagli appassionati meteo al settore del turismo invernale. Ora però le cose stanno per cambiare. Masse d’aria polari marittime si avvicinano all’Italia.
Il quadro in dettaglio però resta incerto, analizziamo dunque la tendenza della settimana non nei dettagli ma negli scenari più probabilistici.
Il tempo fino a giovedì 20 novembre
L’evoluzione generale dei primi giorni della settimana vede una discesa di aria polare marittima verso l’Europa occidentale, in parte artica, con saccatura in approfondimento verso l’Italia. Un minimo tra Golfo del Leone e il Nord Italia richiamerà aria fredda in quota, con formazione di una depressione in posizione ancora incerta.
Sono dunque attese altre precipitazioni al Nord e in gran parte del Centro, più intense al Nordovest e versante tirrenico. Rapido abbassamento del limite delle nevicate fino a 600–400 m, localmente più in basso tra Piemonte e Lombardia occidentale. Scarse le possibilità di fiocchi in pianura, ancor meno di una imbiancata, anche se qualche scenario poco probabile non la esclude.
Le temperature di conseguenza saranno in netto calo, con valori quasi invernali e prime gelate al Nord nelle pause fra le perturbazioni.Venti di libeccio in rotazione a maestrale e tramontana e bora, mari mossi.
Come scenari alternativi i cluster ECMWF indicano al 45–50% l’ipotesi sopra descritta di una fase più fredda e nevosa a bassa quota al Nord, il 30% dei membri prevede saccatura più occidentale , aria più mite fenomeni ridimensionati, il 20% vede un’evoluzione rapida verso il freddo ma con tempo più asciutto.
Terzo fine settimana di novembre: neve in pianura, speranza o illusione?
Come scenario più probabile prevalgono cluster con una fase anticiclonica sull’Europa centrale e con perturbazioni relegate più a ovest o a sud. Solo un cluster minoritario ma a elevato impatto sia sui fenomeni che sulle attese dei nivo appassionati mostra un cut-off con formazione di un profondo ciclone mediterraneo.
E’ proprio questo scenario che corrisponde al run operativo di ECMWF, con una depressione chiusa sul Tirreno e minimo di 1000–1005 hPa che porterebbe una situazione quasi di “cul de sac” per l’Italia centrale e settentrionale. Ne conseguirebbe maltempo diffuso, piogge estese e abbondanti in molte regioni e neve a quote relativamente basse al Nord, specie al Nordovest, Alpi e lungo l’Appennino centro settentrionale.

Al momento dunque il quadro resta troppo incerto per annunciare la prima grande nevicata a neve a quote medio-basse. Ricordatevi che la neve è “permalosa” e se basta un piccolo cambiamento di posizione del minimo per stravolgere tutto.
Situazione molto dinamica fra il 24 e 26 novembre
Secondo gli scenari prevalenti di ECMWF persisterà una circolazione ciclonica tra Atlantico e Europa occidentale, con una saccatura che tende ad allungarsi verso il Mediterraneo.

Scenari secondari indicano una configurazioni con la saccatura più occidentale o meridiana, ma spostata a ovest e quindi meno fredda e perturbata per l’Italia.
Rispetto dei giorni 21–23 novembre cresce quindi la probabilità di una fase più perturbata nell’inizio della prossima settimana, ma ancora da definire nei dettagli.
Che succederà a fine novembre?
Vediamo ora cosa potrebbe succedere negli ultimi giorni del mese, dal 27 novembre e allungando lo sguardo anche al primo dicembre. L’incertezza di fa elevata, con tre differente scenari.
Quello più probabile vede un’ampia circolazione ciclonica atlantica che continua a pilotare perturbazioni verso l’Europa occidentale, con l’Italia investita da una prevalente componente nordoccidentale. Questo porterebbe a un’ alternanza fra variabilità e veloci passaggi instabili-perturbati non particolarmente freddi.
Come secondo scenario un anticiclone mediterraneo potrebbe lambire l’Italia, con una depressione presente sui balcani. La conseguenza sarebbe tempo abbastanza stabile nei settori occidentali e Sardegna, più instabile con infiltrazioni fredde lungo le coste Adriatiche.
Il terzo scenario è quello più estremo, caratterizzato da cicloni mediterranei dalle caratteristiche invernali. È lo scenario che piacerebbe ai malati di lampionismo, in teoria in grado di portare neve a quote basse al nord e copiose nevicate su Alpi e Appennino. È questo uno scenario poco probabile, difficile si realizzi, ma vi lasciamo sognare un fine mese con odore di neve.