Il piccolo e grazioso uccellino da brughiera che rischia di scomparire dalle campagne italiane

Il suo stato di conservazione è classificato come “sfavorevole” in Europa, con un trend demografico negativo in molte aree, soprattutto nelle regioni settentrionali italiane.

Saltimpalo.
In Italia è diffuso nelle pianure e nelle colline fino a 600-800 metri di altitudine, ma evita le alte montagne. È una specie prevalentemente solitaria, anche durante la migrazione, che è a corto raggio.

Il saltimpalo, nome scientifico Saxicola torquatus, è un piccolo uccello passeriforme appartenente alla famiglia dei Muscicapidi. Con il suo aspetto vivace e il comportamento distintivo, il saltimpalo è un simbolo della biodiversità rurale, ma la sua popolazione è in declino in molte regioni, soprattutto in Italia.

Il suo nome scientifico, Saxicola torquatus, riflette le sue abitudini e il suo aspetto. Difatti questo uccello ha l’abitudine di posarsi su pali, rametti o cespugli rialzati, da cui osserva il terreno in cerca di prede, muovendo continuamente la coda in modo caratteristico.

Alcune caratteristiche del saltimpalo

Il saltimpalo presenta un marcato dimorfismo sessuale. Il maschio, soprattutto durante la stagione riproduttiva, sfoggia un piumaggio vivace, con capo e gola neri, un collare bianco incompleto ai lati del collo, petto arancio-rossastro e ali bruno-nere con una piccola macchia bianca.

La femmina, invece, ha colori più opachi, con tonalità brune e striature scure, senza il collare bianco evidente, e un petto castano meno brillante. I giovani hanno un piumaggio ancora più sobrio, con parti inferiori marroncino-fulvo e striature scure.

Questo uccello predilige ambienti aperti e semi-aperti con vegetazione rada, come brughiere, praterie, campi incolti, pascoli e terreni agricoli con siepi, muretti o cespugli, che utilizza come posatoi.

In Italia è diffuso nelle pianure e nelle colline fino a 600-800 metri di altitudine, ma evita le alte montagne. È una specie prevalentemente solitaria, anche durante la migrazione, che è a corto raggio. In Europa centrale e orientale è presente da marzo a novembre, mentre sverna principalmente nell’Europa meridionale e occidentale

Riproduzione e canto

Il periodo riproduttivo va da marzo ad agosto, con la femmina che depone due o tre covate di 4-6 uova in un nido costruito al suolo, spesso nascosto tra erba o cespugli, utilizzando materiali come muschio, paglia, licheni e radici.

L’incubazione, svolta esclusivamente dalla femmina, dura 13-14 giorni, mentre i pulcini restano nel nido per circa 14-16 giorni e diventano indipendenti già dopo 1-2 settimane dopo. Entrambi i genitori si occupano di nutrire i piccoli con invertebrati.

Il canto del saltimpalo è semplice ma caratteristico, composto da due cinguettii acuti intervallati da suoni simili a uno schiocco, emessi dai posatoi rialzati o durante il volo nuziale. Questo comportamento non solo serve per attrarre la femmina, ma anche per difendere il territorio, poiché il saltimpalo è un uccello territoriale tutto l’anno.

Una specie fortemente minacciata

Nonostante l’ampia distribuzione geografica, che include Europa, Africa e Asia, il saltimpalo è considerato una specie in declino in diverse regioni, inclusa l’Italia, dove è protetto dalla Direttiva Uccelli dell’Unione Europea e dalla Legge Regionale del 1978.

Un uccello molto territoriale.
Il canto del saltimpalo è semplice ma caratteristico, composto da due cinguettii acuti intervallati da suoni simili a uno schiocco, emessi dai posatoi rialzati o durante il volo nuziale.

Il suo stato di conservazione è classificato come “sfavorevole” in Europa, con un trend demografico negativo in molte aree, soprattutto nelle regioni settentrionali italiane. Le principali minacce sono legate a fattori antropici e ambientali, come perdita e degrado degli habitat naturali.

L’intensificazione dell’agricoltura, con l’uso di macchinari pesanti e la rimozione di elementi marginali come siepi, muretti, filari di alberi e incolti erbacei, ha eliminato i posatoi e i siti di nidificazione essenziali per la specie. Questi cambiamenti, iniziati nel secondo dopoguerra, hanno ridotto la biodiversità degli ambienti rurali, rendendoli inadeguati per il saltimpalo e altre specie simili.

Dall’altro lato, l’abbandono delle attività agricole tradizionali in alcune aree ha portato alla ricrescita di vegetazione boschiva, che non si adatta alle esigenze ecologiche del saltimpalo, il quale preferisce ambienti aperti con vegetazione bassa.

Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle regioni collinari e montane, dove la chiusura degli habitat aperti riduce le possibilità di nidificazione e caccia.