Ventilatori durante il caldo estremo: alleati o rischio per la salute? Ecco cosa dice la scienza

Ventilatore o condizionatore? È questo l’eterno dilemma durante le sempre più frequenti ondate di caldo estive. Ci sono differenze, vantaggi e svantaggi fra le due soluzioni. Sopra i 35 °C il ventilatore può essere inutile o addirittura rischioso, soprattutto per anziani e soggetti fragili. Lo conferma uno studio su The Lancet.

Il ventilatore se il caldo è fastidioso ma non estremo può essere una valida alternativa al condizionatore. In caso di temperature molto alte però secondo uno studio scientifico può perfino risultare controproducente, specie per anziani e soggetti fragili.

L’estate 2025 è partita in pieno e anche in anticipo con ondate di caldo intense fin da inizio giugno. In una prima fase, dopo maggio instabile e a tratti fresco, è stata benvenuta, gradita e sopportabile ma gradualmente sta prendendo la piega delle più intense e lunghe estati recenti, con lo spauracchio del ripetersi di situazioni stile estate 2003.

Ecco dunque che si corre ai ripari. L’aria condizionata è un rimedio da usare, sappiamo, con moderazione e senza esagerare. I suoi effetti collaterali sono sia di salute se eccessiva o se muove virus e batteri sia di costi energetici ed emissioni se non dotati di impianto fotovoltaico con accumulo.

L’alternativa, il ventilatore. Uno strumento semplice, poco energivoro, meno impattante dal punto di vista sanitario e ambientale. Ma presenta che dei limiti, e un articolo scientifico pubblicato su Lancet ne fa chiarezza. In particolare la sua efficacia è messa in discussione quando la temperatura supera i 35°C.

Cosa dicono le linee guida sanitarie

Varie aziende sanitarie nonché il WHO, Organizzazione mondiale della sanità, consigliano l’uso del ventilatore, purché con moderazione, al posto del condizionatore. Di recente alcune di queste ne hanno però sconsigliato l’uso dei ventilatori in ambienti con aria oltre i 35 °C.

il motivo è che paradossalmente possano comportare il rischio di aumento della temperatura corporea, in quanto il ventilatore muove aria calda. Insomma, il ventilatore come noto non rinfresca l’ambientale, ma il corpo umano, solo però a certe condizioni.

Dal 2021 in poi, alcune linee guida più recenti indicano che i ventilatori possono aiutare fino a 40 °C, favorendo l’evaporazione del sudore. Questo li renderebbe un’alternativa “green” all’aria condizionata. Ma è proprio così?

Lo studio su The Lancet: un’analisi critica dei ventilatori

Lo studio è stato pubblicato ad aprile 2024, sulla prestigiosa rivista scientifico medica Lancet. Robert Meade e altri ricercatori hanno pubblicato lo studio dal titolo “Una revisione critica dell'efficacia dei ventilatori elettrici come intervento di raffreddamento personale in caso di caldo e ondate di calore.”.

Il risultato smonta in molti casi l’utilità del ventilatore, individualo addirittura negativo in certe condizioni e per soggetti fragili.

Gli autori hanno analizzato in modo complesso i dati scientifici sanitari e ambientali e sono giunti alla conclusione che i benefici del ventilatore sono modesti e non sufficienti a ridurre la temperatura corporea interna quando l’aria supera i 35 °C.

Il rischio aumenta per anziani e soggetti vulnerabili, come anziani e malati cronici, che hanno spesso ridotta capacità di sudare.

i benefici del ventilatore sono modesti e non sufficienti a ridurre la temperatura corporea interna quando l’aria supera i 35 °C

In pratica, ad alte temperature il ventilatore non fa altro che muovere l’aria già calda.

Secondo gli autori, le agenzie sanitarie dovrebbero sconsigliare l’uso dei ventilatori in ambienti con aria più calda di 35°C.

I ventilatori non raffreddano l’aria

Più in generale, ricordiamo che a differenza di un condizionatore, un ventilatore non abbassa la temperatura dell’ambiente, ma mette appunto in movimento l’aria. La percezione di freschezza deriva dall’aumento dell’evaporazione del sudore e dalla convezione che rimuove il calore dalla pelle. L’effetto è nullo o negativo in ambienti molto caldi (temperatura oltre 35°C). Soprattutto se l’umidità è elevata, il ventilatore può risultare inefficace o addirittura controproducente, come evidenziato dall’articolo su The Lancet.

Usati da tempo nelle città tropicali, si stanno diffondendo anche in Europa i ventilatori da strada associati a spruzzi di goccioline d'acqua. In questo modo l'effetto raffrescante aumenta.

E’ poi inutile lasciare acceso il ventilatore quando siamo assenti di casa o dalla stanza, anzi il calore del motore sia pure lievemente può incidere negativamente aumentando ulteriormente la temperatura ambientale.

Il ventilatore raffredda solo chi è presente, agendo sul corpo della persona che vi si trova. Non va orientato in pieno contro la persona, ma in modo indiretto è necessario ricevere l’aria mossa, meglio a distanza e con l’uso del brandeggio.

Lasciarlo acceso in nostra assenza è uno spreco energetico ed economico, in quanto incide anche sulla bolletta.

Quali alternative consigliare?

Gli scienziati di questo studio suggeriscono come alternativa l’uso moderato di aria condizionata efficiente e raffrescatori ad evaporazione. Inoltre strategie personali: bagnare la pelle, indossare abiti leggeri, evitare sforzi nelle ore più calde. I ventilatori restano utili solo se integrati a queste pratiche, e sotto i 35 °C.

Riferimento notizia

Meade, R. D., Notley, S. R., Kirby, N. V., & Kenny, G. P. (2024). A critical review of the effectiveness of electric fans as a personal cooling intervention in hot weather and heatwaves. The Lancet Planetary Health, 8(4), e256–e269. https://doi.org/10.1016/S2542-5196(24)00030-5