Scoperta una tempesta solare gigantesca avvenuta 14.300 anni fa: una minaccia anche per il presente?
I ricercatori sono riusciti a tornare indietro nel tempo e a studiare gli avvenimenti di migliaia di anni prima di Cristo, scoprendo che ben 14.300 anni fa c’è stata la più potente tempesta solare della storia.

Ogni anno sulla nostra stella avvengono tempeste solari, alcune delle quali raggiungono la Terra dando vita a tempeste geomagnetiche, con i loro caratteristici disturbi ma anche le magnifiche aurore.
Tuttavia in precedenza ci sono stati eventi particolarmente energici che hanno messo in crisi l’umanità, come ad esempio l’evento di Carrington avvenuto nel 1859.
L'importanza degli eventi estremi di particelle solari
Anche questa tempesta però risulta essere di poco conto se confrontata con quella che ha colpito la Terra 14.300 anni fa. Questa è infatti al momento la più potente tempesta solare della storia, identificata da un recente studio pubblicato sulla rivista Earth and Planetary Science Letters.
Eventi di tale portata sono estremamente rari e questa è la prima volta che ne viene identificato uno intorno alla fine dell’ultima era glaciale, prima dell’Olocene, oltre 12.000 anni fa.
Questa tipologia di fenomeno prende il nome di Extreme Solar Particle Events (ESPE), ovvero evento estremo di particelle solari e al momento durante l’Olocene, ovvero l’epoca attuale, ne sono stati individuati solo 8.

Sono eventi tanto rari quanto potenzialmente pericolosi, tanto che secondo un recente studio se un ESPE dovesse colpire la Terra durante un periodo in cui il nostro campo magnetico dovesse essere particolarmente debole, potrebbe causare danni al DNA umano e compromettere gli ecosistemi acquatici.
I ricercatori hanno ottenuto i dati relativi a questa tempesta, come la sua intensità, la tempistica e gli effetti sul nostro pianeta, grazie ad un modello da loro sviluppato chiamato SOCOL:14C-Ex.
I dati utilizzati per analizzare l’evento provengono invece da un deposito di radiocarbonio trovato in un albero in Europa sud-occidentale. Si sa infatti che gli anelli degli alberi funzionano come delle sorte di registri delle tempeste di particelle solari, conservando picchi di radiocarbonio nell’atmosfera noti come eventi Miyake.
Prima di passare all’analisi dell’evento del 12.350 a.C. si è però testato il modello su un evento avvenuto intorno al 775 d.C. che fino a quel momento deteneva il primato della più potente tempesta solare. Confrontando i due avvenimenti si è quindi giunti alla conclusione che il primo fosse stato più forte dell’ultimo del 18%.
Un evento fortunatamente estremamente raro
La prima autrice di questo nuovo studio, Kseniia Golubenko, nonché ricercatrice postodoc presso l’Università di Oulu, in Finlandia, ha dichiarato:
Essendo così rari e avendo riscontrato un ESPE solo nel 775 d.C. non c’è motivo di preoccuparsi di un evento di tale portata nell’immediato futuro, anche perché prossimamente ci aspettiamo un calo dell’attività solare in quanto la nostra stella ha raggiunto il picco della sua attività verso la fine del 2024.
Tuttavia sappiamo che bastano tempeste estremamente più deboli a mettere in crisi le attuali infrastrutture, come satelliti, reti elettriche e sistemi di comunicazione.
È perciò importantissimo continuare a studiare questi fenomeni per arricchire la nostra conoscenza e riuscire a valutarne meglio i possibili rischi associati.
Riferimenti allo studio
Kseniia Golubenko, Ilya Usoskin, Eugene Rozanov, Edouard Bard, New SOCOL:14C-Ex model reveals that the Late-Glacial radiocarbon spike in 12350 BC was caused by the record-strong extreme solar storm, Earth and Planetary Science Letters, Volume 661, 2025, 119383, ISSN 0012-821X. https://doi.org/10.1016/j.epsl.2025.119383