5 maggio, 25 anni fa la terribile alluvione a Sarno: ecco cos'è cambiato da allora

Il 5 maggio del 1998, esattamente 25 anni fa, colate di fango e detriti sommergevano i paesi di Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici, in Campania. Ci furono 160 morti. Ecco cosa ci ha insegnato quel disastro e cosa è cambiato.

sarno 1998
Frana di Sarno e Quindici 5-6 maggio 1998. Il paese di Sarno tagliato in due da uno dei fronti della frana.

Il 5 maggio del 1998, esattamente 25 anni fa, si verificò in Italia uno dei peggiori disastri dovuti ad un evento franoso. A seguito di piogge molto abbondanti, vaste colate di detrito e fango scesero rapidissime dai versanti dell’Appennino campano, sommergendo i centri abitati di Sarno, Quindici, Siano e Bracigliano, situati in Campania fra le province di Salerno e Avellino.

Le colate di fango, rapidissime, raggiunsero le zone abitate con grande violenza, distruggendo edifici e seppellendone altri sotto metri di fango. Le vittime di quel disastro furono 160. Per giorni, centinaia di soccorritori scavarono nel fango che nel frattempo si andava essiccando con il Sole e le alte temperature, alla ricerca dei sopravvissuti. Furono giorni drammatici per tutto il paese, che si scopriva nuovamente molto fragile.

Dopo il disastro passi avanti nella mitigazione del rischio idrogeologico in Italia

Il disastro, che commosse l’intera Italia, fece muovere finalmente qualcosa nell'ambito della mitigazione del rischio idrogeologico. In un paese dove si moriva di più per eventi alluvionali che per terremoti, venne approvato il “decreto Sarno”, (decreto legge n.180 del '98), che dava compito alle Autorità di Bacino – enti creati nel 1989, ben nove anni prima, ma fino a quel momento praticamente inattivi – ed alle Regioni, di realizzare in breve tempo la mappatura delle aree a maggior rischio idrogeologico d’Italia, ed individuare le misure da prendere più urgentemente per ridurre il rischio idrogeologico.

La mappatura delle zone a rischio alluvione o frana

La mappatura delle aree a rischio alluvione ed a rischio frana e la pianificazione degli interventi di mitigazione, doveva essere contenuta in un documento chiamato PAI (Piano stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico), secondo queste nuove norme approvate. Oggi i PAI sono uno degli strumenti più importanti per la mitigazione del rischio idrogeologico in Italia.

I Piani di Assetto Idrogeologico, adottati dopo il disastro di Sarno, sono oggi strumenti contro il rischio idrogeologico molto importanti per la mitigazione.

L'importanza dei PAI, i Piani di Assetto Idrogeologico

I PAI vengono redatti dalle Autorità di Bacino, e vengono realizzati per microaree all’interno dei più grandi bacini idrografici del territorio nazionale. Questo permette un maggior dettaglio, indispensabile nella pianificazione territoriale e nella prevenzione “casa per casa”. L’Italia è infatti un paese in cui il rischio idrogeologico è elevatissimo e riguarda un elevato numero di abitanti. Case costruite in posti dove non dovevano essere costruiti, in zone soggette a esondazioni o sotto versanti franosi, sono soggette ad un rischio molto elevato.