Alluvione in Emilia Romagna, ecco perché tra le cause c'è la siccità

La grave alluvione che ha colpito la regione italiana dell'Emilia Romagna i primi giorni di maggio, con città allagate e vittime, è una conseguenza della siccità e dei cambiamenti climatici. La situazione, i video, e i dettagli.

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Una delle zone colpite dall'alluvione, lungo il torrente Sillaro a Massa Lombarda (Ravenna). Foto: Vigili del Fuoco.

Maggio è iniziato con una grave alluvione nella regione italiana dell'Emilia Romagna. Il 2 maggio ci sono state piogge molto abbondanti, con picchi di 200 mm in certe zone, e le precipitazioni sono proseguite anche nella giornata di ieri, mercoledì 3 maggio. In breve tempo i fiumi di questa zona si sono ingrossati e ci sono state esondazioni e pesanti danni nella provincia di Bologna e in quella di Ravenna.

Due persone sono morte a causa delle inondazioni: un uomo di 80 anni, travolto dalle acque del fiume Senio esondato, e presso Fontanelice (Bologna), dove un uomo è morto a seguito del crollo di una casa. L'esondazione dei fiumi e le piene dei corsi d'acqua hanno portato alla chiusura di molte strade, e centinaia di persone sono state evacuate. Interrotto a lungo anche il traffico ferroviario.

La situazione oggi è in miglioramento, anche grazie al ritorno della stabilità meteo su tutta l'Italia, ma è ancora attiva da ieri una allerta rossa per rischio idraulico nelle zone colpite.

L'alluvione nell'Emilia Romagna è arrivata dopo molti mesi di siccità, una situazione che sta colpendo dal 2022 tutto il nord Italia. E sarebbe proprio la siccità, insieme alla violenza e all'abbondanza delle piogge cadute, a spiegare queste esondazioni.

La siccità responsabile dell'esondazione dei fiumi

Secondo quanto ha riferito all'ANSA Luca Brocca, dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dopo un lungo periodo di siccità "il suolo è diventato più rigido, al punto che la pioggia non si infiltra più facilmente". Il suolo indurito da una prolungata assenza di precipitazioni avrebbe quindi impedito o rallentato l'infiltrazione dell'acqua, favorendo le piene.

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Secondo Brocca, inoltre, queste piogge non cambieranno di molto la situazione di siccità, e non basterebbe neanche un maggio di piogge abbondanti per invertire la tendenza: "una buona quantità di acqua si infiltrerà nel terreno - afferma Brocca - fino a raggiungere le falde, ma bisogna considerare la ridotta estensione dell'area colpita dagli allagamenti".

“Le piogge in Emilia Orientale sono state senz’altro straordinarie come quantità cumulata - afferma Luca Lombroso, meteorologo collaboratore di Meteored, che il 2 maggio ha effettuato un collegamento video dal fiume Secchia in piena - con picchi di 180-200 mm o oltre in 36 ore nella fascia pedecollinare. Sono stati anche superati alcuni record storici, ma non mi sento più di parlare di evento eccezionale, aggiunge. Stiamo vivendo una nuova normalità, e questi eventi rari in passato vanno ora gestiti. A fianco della mitigazione, è sempre più necessario l’adattamento ai cambiamenti climatici, sia attraverso la prevenzione e cura del territorio sia sapendo come comportarci in presenza di allerta meteo come quelli emessi prima e durante questo evento”.