Argentina, cascate dell'Iguazú deserte: tempi di siccità e pandemia

Le cascate del Iguazù, in Argentina, colpite da una delle peggiori siccità degli ultimi decenni. La mancanza di turisti per l'emergenza coronavirus e la chiusura del parco producono uno scenario inedito nel parco nazionale.

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La siccità sta colpendo duramente, negli ultimi mesi, la Cuenca del río Iguazú.

Presso le Cascate dell'Iguazú, in Argentina, una delle località turistiche più importanti del paese e considerata una delle nuove sette meraviglie del mondo dal 2012, si sta verificando una situazione senza precedenti: c'è pochissima acqua e non ci sono turisti. La siccità ha colpito duramente il bacino del fiume Iguazú negli ultimi mesi ed è peggiorata nelle ultime settimane. Secondo le autorità del Parco nazionale dell'Iguazú, è stato registrato un flusso di 289 m3 s, mentre solitamente è in media di 1500 m3/s.

Secondo Sergio Acosta, direttore del Parco Nazionale, è la peggiore siccità dal 2006. "Sono cicli che si verificano ogni 10 o 15 anni", ha detto.

La famosa Devil's Throat e San Martin, due delle cascate più famose del parco, hanno un livello di acqua ai minimi, ma la stragrande maggioranza delle altre 273 cascate si è prosciugata.

Alcune versioni hanno anche attribuito la mancanza di acqua del fiume Iguazú all'azione delle sei dighe brasiliane che operano a monte, sebbene Acosta abbia relativizzato questa ipotesi.

La mancanza di turisti per la pandemia mondiale di coronavirus

Questa non è certo la prima siccità che si verifica in questo luogo emblematico dell'Argentina e non sarà neanche l'ultima. Si sta verificando però in una situazione eccezionale, con il Parco Nazionale totalmente chiuso al pubblico a causa della quarantena in vigore nel paese, dovuta alla pandemia di coronavirus COVID-19.

Il parco nazionale ha chiuso il 16 marzo come altri 10 parchi nazionali e la sua riapertura dipende dalle misure che le autorità nazionali dovranno adottare nelle prossime settimane.

È la peggiore siccità dal 2006. Nelle ultime settimane sono stati registrati flussi d'acqua, che rappresentano meno di un quinto del normale.

Animali come coati e scimmie, che erano soliti avvicinarsi alle aree di uso pubblico in attesa di cibo, ora rimangono nella giungla in cerca di frutti, lombrichi, insetti e altre risorse alimentari fornite dalla selva. Come indicato dal portale El Territorio, l'Amministrazione dei Parchi Nazionali continua a lavorare ogni giorno nella conservazione e protezione dei valori naturali che il Parco ospita accanto alle Cascate dell'Iguazú, al fine di garantire ai visitatori il godimento di questo patrimonio nazionale e globale una volta terminato il periodo di isolamento.