Clima, la COP26 si terrà a fine 2021: "non è una buona notizia"

La conferenza dell'ONU sul clima, la Cop26, si terrà nel novembre del 2021. Doveva tenersi quest'anno, dopo il fallimento della Cop25 di Madrid, ma è stata spostata per l'emergenza COVID-19. Intanto, la crisi climatica avanza ed il lockdown non ha avuto effetti sulle concentrazioni di CO2.

cop26-glasgow
La Cop26 di Glasgow si terrà a novembre del 2021: doveva tenersi nel 2020 ma è stata spostata per l'emergenza coronavirus.

La conferenza ONU sul clima, la COP26, si terrà a fine 2021. Ieri sera è stata fissata la data di questo appuntamento cruciale per la lotta contro il cambiamento climatico: si terrà dall'1 al 12 novembre del 2021. Il vertice sul clima si sarebbe dovuto svolgere a novembre di quest'anno a Glasgow, in partnership con l'Italia, ma è stato rinviato per la pandemia di COVID-19. La COP26 avrebbe ripreso il testimone lasciato dalla precedente conferenza, la COP25 di Madrid, che abbiamo seguito diffusamente (dal posto) su Meteored Italia.

Era circolata l'ipotesi che la conferenza delle parti si potesse tenere a inizio 2021 ma la Gran Bretagna ha spinto per un rinvio più lungo. La decisione finale, con la scelta del novembre 2021, è stata presa dai rappresentanti dell'Ufficio COP dell'UNFCCC (United Nations Framework
Convention on Climate Change), con i partner britannici e italiani.

Alla Cop26 che doveva svolgersi fra pochi mesi erano attese circa 30.000 persone, tra cui 200 capi di Stato e di governo provenienti da ogni parte del pianeta.

Non è una buona notizia

Questo rinvio non è una buona notizia. Già la conferenza di Madrid era terminata con un fallimento, nonostante la forte pressione dei movimenti per il clima e la richiesta della comunità scientifica di prendere misure coraggiose per salvare il pianeta da una gravissima crisi climatica incombente. La conferenza aveva mostrato tutti i limiti, con decisioni troppo poco coraggiose di fronte al dilagare dell'emergenza clima.

Come informa Luca Lombroso, "a Glasgow andava completata l’applicazione dell’art.6 dell’Accordo di Parigi, incagliatosi a COP 25 di Madrid, e le nazioni devono presentare i nuovi NDC, i piani nazionali di riduzione delle emissioni" di CO2.

La crisi climatica avanza

In questi mesi drammatici, con il lockdown in molti paesi del mondo ed il confinamento di centinaia di milioni di persone, si è assistito a una riduzione delle emissioni di CO2 davvero importante. Peccato che questa riduzione non basti affatto a risolvere il problema. La riduzione delle emissioni di CO2 e altri gas serra dovrebbe essere strutturale. Tre mesi di stop ai trasporti non avranno purtroppo nessun effetto e la crisi climatica continua ad avanzare. Proprio a maggio è stato toccato un nuovo massimo della concentrazione di CO2 nell'atmosfera: la concentrazione di gas serra continua ad aumentare.

Leggi anche. Coronavirus, "il crollo delle emissioni di CO2 diventi strutturale"

Dopo il lockdown, ripartenza all'insegna della sostenibilità (e meno emissioni)

"Diventa quanto mai importante - scrive il meteorologo e divulgatore ambientale Luca Lombroso, che ha seguito per Meteored la Cop25 di Madrid - preparare una ripresa post emergenza basata su politiche low carbon". "L’occasione, viene spontaneo dirlo, è unica per cambiare verso uno sviluppo verde l’economia mondiale".

Proprio a riguardo, centinaia di scienziati e personalità del mondo della ricerca sul clima hanno firmato un appello rivolto alle massime cariche dello stato affinché il grande lockdown vissuto in questi mesi sia l'occasione per una ripartenza più sostenibile, con un minor impatto sull'ambiente e meno emissioni di CO2.