Giornata Mondiale dell'Acqua, cosa sono le acque sotterranee?

La Giornata Mondiale dell'Acqua 2022 è dedicata alle acque sotterranee. Cosa sono gli acquiferi? Come si studiano? Un po' di curiosità.

sorgente carsismo
L'acqua sotterranea rappresenta un'enorme percentuale dell'acqua dolce disponibile nel pianeta. In alcuni casi è visibile, per esempio nelle grotte, ma nella maggior parte dei casi è invisibile ed "intrappolata" nei pori delle rocce e del terreno.

Il 22 marzo del 2022 si celebra la Giornata mondiale dell'acqua, istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare governi e società civile sull'importanza e sulla vulnerabilità di questo prezioso elemento, indispensabile per la vita. Come ogni anno, celebrare l'acqua vuol dire anche aumentare la consapevolezza sulla crisi globale che investe questa risorsa vitale, con milioni di persone che non hanno accesso ad acqua potabile e gravi situazioni di inquinamento. Il tema scelto dall'ONU per la Giornata Mondiale dell'Acqua di quest'anno è: "Acquiferi sotterranei: rendere visibile l'invisibile". Si è scelto quindi di valorizzare l'importanza dell'acqua sotterranea, invisibile ai nostri occhi ma indispensabile per la vita, e da tutelare per il futuro.

Acque sotterranee: "sono nascoste ai nostri occhi, ma indispensabili e da tutelare"

"Le acque sotterranee sono invisibili - si legge nel testo pubblicato sul sito ufficiale del World Water Day 2022 - ma la loro importanza è visibile ovunque. Lontano dalla vista, sotto i nostri piedi, le falde acquifere sono un tesoro nascosto che arricchisce la nostra vita. Quasi tutta l'acqua dolce liquida del mondo è sotterranea. Con l'aggravarsi dei cambiamenti climatici le falde acquifere diventeranno sempre più vulnerabili e a rischio. Dobbiamo lavorare insieme per gestire in modo sostenibile questa preziosa risorsa. Le acque sotterranee saranno pure fuori dalla nostra vista, ma non devono essere dimenticate".

Cosa sono le acque sotterranee?

Quando si parla dell'acqua presente nel pianeta Terra si pensa subito agli oceani: è lì che si trova circa il 97% del volume di acqua. Riducendo il campo all'acqua dolce, viene da pensare ai laghi, o ai fiumi. Eppure questi rappresentano una minuscola parte dell'acqua dolce presente nel pianeta. La maggior parte dell’acqua dolce della Terra si trova immagazzinata nel sottosuolo, in serbatoi che gli idrogeologi chiamano "acquiferi" (in inglese "groundwater").

giornata mondiale acqua 2022
Il tema della Giornata Mondiale dell'Acqua 2022: "Acquiferi, rendere visibile l'invisibile".

Sono acquiferi le rocce e i sedimenti che si trovano sotto i nostri piedi: lì l'acqua che cade sotto forma di pioggia, o neve, una volta infiltratasi nel sottosuolo può rimanere immagazzinata per lunghi periodi. Questa risorsa idrica sotterranea immensa è invisibile ai nostri occhi, ma è profondamente vulnerabile all'infiltrazione di inquinanti. Dall'inquinamento delle industrie a quello dei rifiuti urbani, dai fertilizzanti e pesticidi usati in agricoltura fino agli effetti degli allevamenti, passando anche per inquinanti meno evidenti come il sale usato sulle strade per evitare la formazione di ghiaccio, è evidente che qualsiasi inquinante che si infiltra nel suolo è una grave minaccia per le acque sotterranee. C'è poi un altro grave problema: l'eccessivo utilizzo di questa risorsa.

Come facciamo a conoscere le acque che si trovano nel sottosuolo?

L'idrogeologia è quel ramo della geologia che si occupa di studiare le acque sotterranee. Ne studia la distribuzione ed il movimento nel sottosuolo. Come è facile immaginare, è molto complesso studiare qualcosa che è nascosto ai nostri occhi. Per questo gli idrogeologi usano i pozzi (che sono la nostra "finestra" sul mondo delle acque sotterranee) o le sorgenti naturali per studiarle. Altra cosa fondamentale è conoscere le rocce e i sedimenti che si trovano nel sottosuolo, quindi la geologia di una zona, per capire - in base ad esempio alla loro porosità o alla capacità di trasmettere acqua - come si sposteranno le acque sotterranee.

L'idrogeologia è la branca della geologia che studia le acque sotterranee

Del resto è proprio la parola "acquifero" a spiegarci l'utilità della conoscenza della geologia di un territorio per conoscere il comportamento delle acque sotterranee. Come indicato in uno dei più celebri libri di Idrogeologia, "Idrologia sotterranea", di Emilio Custodio, la parola "acquifero" viene dal latino aqua (acqua) e fero (portare) e ci indica quindi "masse rocciose che portano o contengono acqua".

Negli ultimi decenni, grazie allo sviluppo dei modelli numerici, si può calcolare il possibile comportamento di queste enormi quantità di acque nascoste alla nostra vista grazie all'uso dei computer. Rimane però sempre indispensabile conoscere la geologia del territorio e i dati su ciò che succede in superficie, come la quantità di pioggia che si infiltra nel suolo. I dati meteo sono quindi essenziali per studiare l'acqua che si trova nel sottosuolo.

Gli acquiferi carsici: una straordinaria finestra sul mondo delle acque sotterranee

Come riporta in un comunicato l'Associazione Internazionale degli Idrogeologi (IAH), le acque sotterranee sono la parte “nascosta” del ciclo idrologico e studiare le acque sotterranee, rendere concreto all’immaginario collettivo questo elemento “nascosto” non è un compito semplice. Esiste però una finestra speciale e straordinaria che ci permette di vedere con i nostri occhi questo mondo sotterraneo: le grotte e gli ambienti carsici in generale.

Nelle grotte gli speleologi osservano e studiano le acque sotterranee in un ambiente difficile da raggiungere ma visitabile. In questi acquiferi, definiti carsici, l'acqua si presenta particolarmente vulnerabile all'inquinamento esterno, e per questo sono sorte negli ultimi anni numerose iniziative per sensibilizzare e spingere su una maggior tutela. Una di queste iniziative è il progetto "L'acqua che berremo", campagna promossa dalla Società Speleologica Italiana con il patrocinio del ministero dell'Ambiente, che ha iniziato una mappatura dell'enorme rete di acquiferi carsici situati in Italia. Del resto gran parte delle montagne dell'Appennino e una parte delle Alpi sono costituite da rocce carbonatiche, ed ospitano immensi serbatoi di acqua sotterranea che dobbiamo conoscere e tutelare per il futuro.