Le cicale e il loro “canto”: il sottofondo musicale dell’estate mediterranea sta per tornare
Con l’arrivo del caldo, questi insetti ci faranno compagnia per diverse settimane durante l’estate. Poco visibili, la loro presenza è chiaramente percepibile per il loro canto diurno e incessante. Innocue per gli umani, le cicale hanno un ciclo di vita affascinante tutto da scoprire.

Con l’arrivo dell’estate, un sottofondo sonoro incessante e persistente si impone sui rumori del traffico cittadino e sul silenzio della campagne: è il "canto" delle cicale, un fenomeno naturale che torna puntuale ogni anno. Invisibili a molti, ma inconfondibili all’orecchio umano, le cicale contraddistinguono l'estate mediterranea ma anche la stagione calda di diverse altre parti del mondo, dall'Europa all'Asia, dall'America all'Australia.
Un insetto cosmopolita a cui piace "cantare"
Le cicale sono insetti appartenenti all’ordine degli Emitteri e alla famiglia dei Cicadidi, presenti in quasi tutto il mondo. Ne esistono centinaia di specie, con caratteristiche anche molto diverse tra loro: alcune compaiono ogni anno, altre invece seguono cicli più lunghi e sorprendenti, che possono durare oltre un decennio, come nel caso delle celebri Magicicada nordamericane.
Lo scopo di questo suono è attrarre le femmine per l’accoppiamento. Ogni specie ha un “canto” distinto, che varia per ritmo e intensità. In alcune zone, dove sono presenti molte cicale contemporaneamente, il frinire può raggiungere volumi molto alti, creando un vero e proprio sottofondo acustico naturale.
Un ciclo vitale lungo e coordinato
Una delle particolarità più affascinanti delle cicale è il loro ciclo di vita. Per la maggior parte del tempo questi insetti vivono sottoterra come ninfe, nutrendosi della linfa delle radici. Il periodo trascorso nel sottosuolo varia da specie a specie: per alcune può durare pochi anni, per altre oltre un decennio.
Quando arriva il momento giusto, spesso sincronizzato da fattori ambientali come la temperatura del suolo, le ninfe emergono in massa, si arrampicano sui tronchi degli alberi e iniziano la metamorfosi verso lo stadio adulto.

È proprio in questo periodo, tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate, che si può assistere alla comparsa delle cicale. Dopo aver abbandonato l’esoscheletro (che resta visibile come una piccola “muta” attaccata alla corteccia), gli esemplari adulti si dedicano alla riproduzione. La fase di vita in superficie è breve, spesso non supera le quattro o cinque settimane. Ma è in questo tempo limitato che riescono a lasciare un segno profondo, sia dal punto di vista ecologico che nella percezione collettiva dell’estate.
Rumorose, ma difficili da osservare
Nonostante il loro canto sia facilmente riconoscibile e spesso dominante nei paesaggi estivi, le cicale non sono così facili da osservare. Tendono a mimetizzarsi tra la corteccia degli alberi e le foglie, grazie alla colorazione bruna e ai corpi slanciati.
A volte, a rivelare la loro presenza più che l’insetto in sé sono le esuvie, cioè gli involucri vuoti lasciati dalle ninfe al momento della metamorfosi. Questi resti, ben visibili sui tronchi o sulle foglie, sono una traccia concreta del loro passaggio e un piccolo oggetto di curiosità soprattutto per i più piccoli.

Il canto, quindi, diventa una sorta di presenza acustica che sostituisce quella visiva: si sa che ci sono, ma difficilmente si riesce a individuarle. Questo contribuisce a mantenere attorno alle cicale un alone di discrezione, nonostante la loro attività sonora intensa.
Un ruolo ecologico spesso sottovalutato
Le cicale sono completamente innocue per l’uomo. Non pungono, non trasmettono malattie e non arrecano danni significativi alle piante, sebbene le femmine depongano le uova in piccoli tagli sui rami.
Il loro ruolo all’interno degli ecosistemi, invece, è tutt’altro che marginale. Dopo la morte i loro corpi arricchiscono il suolo di nutrienti, mentre in vita rappresentano una preziosa fonte di cibo per numerosi animali: uccelli, piccoli mammiferi, rettili e insetti predatori.
Curiosità: Magicicada tredecim e septendecim
Tra le cicale più note al mondo ci sono le Magicicada tredecim e Magicicada septendecim, due specie nordamericane che hanno la particolarità di emergere in modo sincronizzato ogni 13 o 17 anni, seguendo cicli che coincidono con numeri primi. Questa caratteristica ha attirato l’attenzione non solo degli entomologi, ma anche dei matematici, che hanno ipotizzato come tali intervalli riducano il rischio di sovrapposizione con i cicli riproduttivi di potenziali predatori o parassiti.

Quando queste cicale emergono in massa, come è avvenuto in alcune aree nel 2024, costituiscono un fenomeno spettacolare, visibile e udibile, che coinvolge milioni di esemplari in pochissimi giorni. Un evento raro, che ricorda quanto la natura, anche nelle sue forme più effimere, possa essere perfettamente organizzata.
Un simbolo della natura in città
Il frinire delle cicale, che può sembrare un semplice fastidio nelle ore più calde, è in realtà la voce di un ciclo vitale lungo, complesso e straordinariamente sincronizzato. La loro comparsa, ogni estate o ogni decennio, è un simbolo della natura che si ripete e che con la sua forza continua a vivere anche nei contesti più urbanizzati.