Meteo, come sarà l'estate 2020? L'influenza delle anomalie oceaniche

L'analisi delle attuali anomalie termiche oceaniche ci aiuterà a capire come potrebbe evolversi la circolazione generale atmosferica nei prossimi mesi, in vista della prossima stagione estiva

Immagine di repertorio risalente alla scorsa estate da una spiaggia italiana

Gli oceani coprono il 71% della superficie terrestre e contengono il 97% dell’acqua terrestre. Essi giocano un ruolo cruciale nella circolazione atmosferica globale e nel clima. In questo articolo cercheremo di analizzare le attuali anomalie termiche della superficie oceanica, per capire come quest’ultime potranno influenzare i prossimi mesi in Europa.

Per capire come si potrebbe evolvere la circolazione generale atmosferica nei prossimi mesi, in vista della prossima stagione estiva, prenderemo come esempio l’area dell’Atlantico settentrionale.

Le attuali anomalie termiche sul nord Atlantico

Guardando più da vicino il tratto fra Scozia e Islanda, notiamo la presenza di una vasta area caratterizzata da anomalie termiche negative, specie alle alte latitudini, a ridosso del Circolo Polare Artico.

Ciò è dovuto principalmente all’intensa attività ciclonica in quest’area, indotta dalla presenza di un vortice polare molto compatto e a un indice NAO positivo (oscillazione nord-atlantica) durante l’intera stagione invernale. Nella zona appena elencata la pressione a livello del mare è rimasta molto più bassa del normale.

La forte attività ciclonica e il costante sviluppo di profonde depressioni extratropicali, con frequenti tempeste, hanno contribuito a rimescolare, di continuo, la superficie oceanica, facendo salire dal fondo le acque più fredde presenti a grandi profondità. Ciò si è tradotto con un raffreddamento della superficie dell’oceano in buona parte dell’Atlantico settentrionale.

La correlazione fra le temperature oceaniche e le onde di calore estive

In vista della stagione estiva il raffreddamento delle acque dell’oceano Atlantico ha avuto sempre una correlazione con le ondate di calore che hanno interessato l’Europa.

Molti studi accademici suggeriscono che la presenza di acque molto più fredde del normale sull’Atlantico settentrionale favorisce la persistenza di una vasta ondulazione oraria della “corrente a getto” che scorre sopra l’Europa, contribuendo a sviluppare grossi promontori anticiclonici di blocco che alimentano le ondate di calore in Europa, durante il periodo estivo.

Per semplificare, le anomalie delle temperature superficiali dell’Atlantico settentrionale possono influire sui modelli di pressione in sviluppo in estate, influenzando la posizione del flusso della “corrente a getto”, consentendo a una maggiore pressione di accumularsi sull’Europa, causando forti ondate di calore.

Gli esempi con le estati del passato

Dobbiamo anche considerare che il modello NAO positivo agevola la formazione e la persistenza di centri anticiclonici sull’Europa centrale. Facendo un raffronto con le estati più calde che hanno interessato l’Europa, vedi il 2019, 2015, 2003, 1994 e 1983, notiamo subito come in quei periodi sull’Atlantico vi erano delle significative anomalie termiche negative, mentre lungo le medie latitudini atlantiche si registrava la presenza di anomalie termiche positive.

Questo tipo di pattern ha accompagnato le principali ondate di calore che hanno interessato il vecchio continente durante il periodo estivo. Il 2020 sembra presentare una situazione analoga.