Lotta alle zanzare: dalla pianta di citronella alle zanzariere, ecco come difendersi
Dalle pratiche quotidiane per eliminare l’acqua stagnante ai laghetti e tombini ben gestiti, dalle zanzariere alla protezione personale con repellenti, fino alle piante aromatiche: tutte le strategie per ridurre la presenza delle zanzare in casa e sui terrazzi

Nelle città di tutto il mondo, dalle megalopoli asiatiche alle capitali europee, il problema delle zanzare è diventato sempre più pressante. L’urbanizzazione disordinata, l’aumento delle superfici impermeabili e la cattiva gestione delle acque piovane creano habitat ideali per questi insetti, che in pochi centimetri d'acqua stagnante trovano il luogo ideale per riprodursi rapidamente.
Alcune aree urbane sono particolarmente esposte: in Italia, la Pianura Padana e le città lungo i grandi fiumi, come il Po, offrono condizioni ambientali favorevoli a una proliferazione massiccia di zanzare, la cui presenza compromette profondamente la vivibilità degli spazi all'aperto durante l'estate.
Situazioni peggiori si registrano in diverse metropoli caratterizzate da un clima caldo-umido, come Rio de Janeiro e Mumbai, dove la situazione è aggravata dall'elevatissima densità abitativa.
La zanzara tigre: una delle specie invasive più diffuse
Tra gli insetti esotici invasivi che affliggono gli ecosistemi di diverse parti del mondo, la zanzara tigre (Aedes albopictus) è oggi considerata una delle specie invasive più diffuse al mondo.
Originaria delle foreste tropicali e subtropicali del Sud-Est asiatico, si è espansa dagli anni ’70-’80 grazie soprattutto al commercio internazionale (pneumatici usati e piante ornamentali come la “lucky bamboo”) e ai trasporti aerei e marittimi.

In America è stata segnalata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1985 (Texas), diffondendosi rapidamente in gran parte del Sud-Est e fino a zone più temperate come New York e Chicago. È presente anche in Brasile, Messico e altri Paesi del Sud America.
In Europa la prima introduzione risale all’Albania (1979) e poi all’Italia (1990), dove si è rapidamente diffusa in quasi tutta la penisola; oggi è presente in Spagna, Francia, Grecia, Croazia, Slovenia, Svizzera, Germania e addirittura in Belgio e Olanda.
In Africa e Medio Oriente si è stabilita in Paesi mediterranei come Libano, Siria, Israele e Turchia e più a sud in Nigeria, Camerun, Gabon.
In Oceania è segnalata in Australia e nelle isole del Pacifico.
L’Italia è tra i paesi europei più colpiti, non solo perché la zanzara tigre vi si è stabilita precocemente, ma anche perché ha trovato condizioni ambientali e urbane particolarmente favorevoli. Tuttavia, non è l’unico caso grave: Francia meridionale, Grecia e Balcani presentano infestazioni simili o crescenti, mentre l’areale continua a espandersi verso nord.
Tra salute pubblica e qualità della vita
Le conseguenze della presenza e diffusione delle zanzare possono essere distinte in due grandi categorie.
La prima, più drammatica, riguarda i paesi in cui le zanzare sono vettori di malattie pericolose per l’essere umano. In Africa sub-sahariana, la zanzara Anopheles continua a trasmettere la malaria, con oltre 200 milioni di casi annui. In Asia e America Latina, la zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti) e, in misura crescente, la zanzara tigre (Aedes albopictus), diffondono virus come dengue, chikungunya e Zika, che ogni anno colpiscono milioni di persone. La dengue, ad esempio, è ormai endemica in oltre 100 Paesi tropicali e subtropicali e rappresenta una delle minacce più rilevanti per la salute globale.

La seconda categoria riguarda i Paesi dove le zanzare non sono storicamente vettori di malattie gravi, ma la loro presenza è talmente invasiva da compromettere la qualità della vita quotidiana. È il caso di molte zone d’Europa, Italia compresa, dove la densità di zanzare nei mesi estivi rende difficile vivere qualsiasi spazio all’aperto. In queste aree, però, il rischio non è solo sociale: la globalizzazione e i cambiamenti climatici favoriscono l’arrivo di nuove specie invasive e l’introduzione di virus esotici.
Non a caso, in Italia si sono già registrati focolai di chikungunya e casi autoctoni di dengue e West Nile virus, evidenziando come anche regioni un tempo considerate “sicure” possano rapidamente trasformarsi in aree di trasmissione attiva.
Come difendersi: il ruolo dei cittadini
Di fronte a un problema complesso come quello delle zanzare, i singoli cittadini possono giocare un ruolo importante, fatto di gesti semplici e costanti.
1) Eliminare gli habitat: la checklist settimanale
Il primo passo è impedire che le zanzare trovino luoghi adatti a deporre le uova. Bastano pochi centimetri d’acqua per far nascere molti esemplari. È quindi buona abitudine:
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svuotare i sottovasi o riempirli con ghiaia;
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tenere coperti o capovolti secchi, annaffiatoi, giochi, copertoni;
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pulire periodicamente grondaie e canalette;
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chiudere ermeticamente bidoni e cisterne per la raccolta dell’acqua piovana (oppure proteggerli con reti a maglia molto fine);
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cambiare ogni due giorni l’acqua nelle ciotole degli animali;

nei cimiteri, sostituire i vasetti d’acqua con sabbia bagnata o spugne irriganti.
La regola è semplice: il ciclo vitale della zanzara dura circa una settimana; eliminare o interrompere i ristagni prima di quel tempo significa prevenire nuove nascite.
2) Laghetti e vasche ornamentali: gestirli bene, non eliminarli
I laghetti da giardino non vanno equiparati al danno che arrecano i tombini scoperti: sono ecosistemi che, se ben curati, possono perfino ostacolare la proliferazione delle zanzare. Le soluzioni migliori sono:
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installare pompe o cascatelle per mantenere l’acqua in movimento;
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introdurre pesci onnivori (ad esempio pesci rossi) in vasche chiuse, che predano le larve;

arricchire l’ambiente con piante ossigenanti e galleggianti, evitando però coperture vegetali troppo dense;
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utilizzare, se necessario, Bacillus thuringiensis israelensis (Bti): un larvicida biologico selettivo che non danneggia pesci e anfibi, utile soprattutto dopo piogge abbondanti.
3) Tombini e pozzetti: la battaglia decisiva
I veri focolai urbani sono i tombini e le caditoie, dove l’acqua ristagna a lungo. Qui i trattamenti larvicidi fanno la differenza:
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prodotti biologici: sono a base di Bacillus thuringiensis israelensis (Bti) o Lysinibacillus sphaericus (Bs), molto selettivi e sicuri, da ripetere ogni 1–2 settimane o secondo etichetta;
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regolatori di crescita (IGR): impediscono alle larve di diventare adulti e hanno un’efficacia più duratura.
Esistono formulazioni in compresse a lento rilascio o in granuli. L’importante è rispettare le dosi e i tempi, annotando gli interventi per non dimenticare i richiami, soprattutto dopo forti piogge.
4) Barriere fisiche e gestione degli spazi
Bloccare l’ingresso delle zanzare è altrettanto essenziale. Alcuni accorgimenti:
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installare zanzariere a maglia molto fine (≤1 mm) su finestre e porte, sigillando bene i punti critici;

usare zanzariere dedicate per letti e culle;
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posizionare ventilatori da esterno, che disturbano il volo delle zanzare e disperdono gli odori che le attirano;
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scegliere luci da esterno meno attrattive e posizionarle lontano dalle aree di sosta.
5) Protezione personale: repellenti e abbigliamento
Quando si trascorre tempo all’aperto, la protezione individuale resta fondamentale.
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Repellenti cutanei: di origine naturale o sintetica e con gradi di efficacia differenti, questi prodotti vanno applicati solo sulla pelle esposta e rimossi con un lavaggio a fine giornata.

Abbigliamento protettivo: maniche e pantaloni lunghi, colori chiari, tessuti leggeri.
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Prodotti ambientali: zampironi e candele alla citronella vanno utilizzati all'aperto, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni presenti sulla confezione del prodotto.
Piante repellenti: un aiuto blando ma piacevole
Nella lotta integrata alle zanzare operata dai cittadini possono rientrare anche diverse piante ornamentali che, grazie ai loro oli essenziali e aromi intensi, possono contribuire a rendere il terrazzo o il giardino meno invitante per le zanzare e, allo stesso tempo, gradevole e profumato per le persone che lo frequentano.
Tuttavia, questi aromi si disperdono rapidamente all’aperto, limitando l’efficacia su distanze superiori a pochi metri.
L’effetto è quindi blando e locale, da considerare un complemento piacevole e naturale alle strategie principali di prevenzione e lotta.

Le specie più indicate sono le seguenti: Citronella (Cymbopogon), Lavanda (Lavandula angustifolia), Basilico (Ocimum basilicum), Menta (Mentha spp.), Rosmarino (Rosmarinus officinalis), Geranio odoroso (Pelargonium spp.), Timo (Thymus vulgaris), Melissa o Cedronella (Melissa officinalis), Alloro (Laurus nobilis), Santolina (Santolina chamaecyparissus), Erba gatta (Nepeta cataria), Eucalipto (Eucalyptus citriodora).