Meteo Italia, come sarà la primavera 2022? Ecco la tendenza

Ecco l'ultima linea di tendenza secondo il modello del centro europeo ECMWF sull'andamento della stagione primaverile. Come sarà la primavera del 2022?

Immagine di repertorio su una fioritura primaverile tipica della bella stagione.

Il 1° marzo 2022 è il primo giorno della primavera meteorologica, che per convenzione inizia 21 giorni prima rispetto a quella astronomica, il 21 marzo 2022, quando l’emisfero settentrionale e quello meridionale verranno raggiunti dai raggi solari con la stessa inclinazione. Questo evento avviene solo due volte l’anno: nel giorno dell’equinozio di primavera, ed in quello d’autunno. Nel giorno in cui nell'emisfero settentrionale vivremo l'equinozio di primavera, in quello meridionale inizierà l'autunno. Come sappiamo la primavera è anche la stagione più dinamica e più volubile dell’anno, caratterizzata da una miriade di sfaccettature.

A proposito di primavera

Come abbiamo già fatto con il mese di marzo, in questo articolo cercheremo di capire come potrebbe evolvere la stagione primaverile in Europa, e sul nostro Paese. Prima di iniziare occorre precisare che le previsioni stagionali (da non confondere con le normali previsioni a breve scadenza che valgono fino e non oltre a 72 ore), meglio definite come “linee di tendenza”, sono sperimentali e presentano una importante incertezza, accentuata dalle discrepanze tra i modelli di riferimento.

Andando ad analizzare le elaborazioni dei principali centri di calcolo internazionali, come ECMWF, notiamo come, secondo il modello europeo, l’inizio della primavera 2022 sarà caratterizzato da un pattern atmosferico, con importanti anomalie positive di pressione e geopotenziale sull’Atlantico orientale ed Europa, favorevoli a spinte, verso levante, del promontorio anticiclonico oceanico, che così garantirebbe una maggiore stabilità.

Come andrà con le precipitazioni?

Le piovose perturbazioni atlantiche sarebbero costrette a transitare sull’Europa centrale, interessando marginalmente pure il nord Italia, dove potrebbero arrivare delle piogge, seppur temporanee, e non abbondanti. Mentre sulle Alpi sono attese nevicate, ma principalmente concentrate sui versanti esteri. Le temperature si manterranno su valori prossimi alle medie stagionali, con clima piuttosto mite in tutte le regioni. Possibili leggere anomalie termiche positive al sud.

Se questo trend venisse confermato le precipitazioni potrebbero risultare sotto media in molte delle nostre regioni. Lungo i bordi più orientali dell’Appennino si potrebbero inserire delle circolazioni secondarie fredde, in uscita dai Balcani, che potrebbero interessare le regioni del meridione, apportando locali precipitazioni e nevicate a bassa quota lungo l’Appennino.

Campi di papaveri in fiore, un classico esempio di paesaggio primaverile

Novità nella seconda parte della stagione?

Nella seconda parte della stagione ci potrebbero essere importanti novità, specie a cominciare dal mese di aprile, con un indebolimento del vortice polare e l’abbassamento di latitudine del flusso perturbato principale, pronto a spingere le piovose e fredde perturbazioni atlantiche in direzione delle nostre regioni. Ciò potrebbe comportare un sensibile incremento della piovosità, che si porterà addirittura sopra media in diverse regioni della penisola. Specie sulle regioni del centro-nord e sui settori tirrenici.

Fra fine aprile e inizio maggio l’area del mar Mediterraneo, e soprattutto le nostre regioni più meridionali, potrebbero sperimentare le prime risalite del promontorio anticiclonico africano, con l’arrivo delle prime “scaldate” di stagione, almeno all’estremo sud.

Novità riguardo il vortice polare

Ad inizio di marzo la struttura del vortice polare stratosferico potrebbe iniziare a indebolirsi, favorendone un coricamento dello stesso verso la Siberia. In questo caso la circolazione legata al vortice polare presenterà un tipico assetto di tipo “displacement”, che nulla a che vedere con quello di tipo “split” visto che il nucleo del vortice polare stratosferico rimane unico e non frammentato. In questo caso il vortice polare si presenta leggermente fuori asse rispetto la sua posizione geografica ordinaria, suddividendosi in più “lobi”, generalmente due o tre, che scivolano verso latitudini più meridionali, fino a coinvolgere le regioni temperate dove originano delle ondate di freddo.