Alluvione in Emilia-Romagna, i cambiamenti climatici hanno avuto un impatto limitato? Lo studio

Il team di risposta rapida sull’attribuzione degli eventi meteo estremi ai cambiamenti climatici ha analizzato l’alluvione in Emilia Romagna. Secondo il WWA il ruolo dei cambiamenti climatici, sarebbe limitato, ma servono approfondimenti.

Campi alluvionati in Emilia Romagna. Coldiretti parla di 50 milioni di alberi da frutto irrimediabilmente danneggiati. Alcune zone, come Conselice, sono ancora allagati per il collasso della rete di canali di bonifica.

Nel mese di maggio 2023, come noto, l'Emilia-Romagna è stata colpita da gravi alluvioni, in particolare nelle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Lambito anche il modenese. Questi eventi disastrosi sono stati causati da tre episodi di forti precipitazioni che si sono verificati il 2-3, 8-10 e 15-16-17 maggio. L’interrogativo è sorto subito spontaneo: hanno influito, e quanto, i cambiamenti climatici? Ecco le prime analisi di un team internazionale di scienziati.

L’attribuzione degli eventi estremi

Fino a pochi anni fa, la scienza rispondeva netta al proposito: non è possibile attribuire il singolo evento ai cambiamenti climatici. La richiesta dei media e del pubblico da un lato e il miglioramento della scienza del clima e della modellistica dall’altro hanno spinto il dottor Geert Jan van Oldenborgh e il dottor Friederike Otto a creare il WWA (World Weather Attribution). Il WWA è un'iniziativa nata nel 2015 composto da ricercatori provenienti da diverse istituzioni, tra cui il Grantham Institute - Climate Change and the Environment dell'Imperial College London e il Royal Netherlands Meteorological Institute. Per l’analisi degli eventi si avvale anche di climatologi e meteorologi dei paesi oggetto dell’approfondimento.

Per il caso dell’Emilia Romagna ad esempio è stato coinvolto Federico Grazzini, del Ludwig-Maximilians-Universität, Meteorologisches Institut, München, Germany e a lungo previsore presso il Servizio meteoroloro regionale dell’ ARPAE-SIMC, Regione Emilia-Romagna.

Le cause pluviometriche delle alluvioni di maggio 2023

Il team WWA ha pubblicato un articolo riassuntivo e un report approfondito sull’evento. Dal punto di vista pluviometrico, sono stati tre gli episodi di pioggia intensa, tutti guidati da sistemi di bassa pressione situati sul Mar Tirreno, fra cui il ciclone Minerva.

Il primo evento è avvenuto l’1-2 maggio 2023 ed è arrivato dopo una lunga siccità nel Nord Italia, accentuata da nevicate invernali inferiori alla media nelle Alpi, Dolomiti e Appennino. In questo evento il suolo era particolarmente secco. Nei due eventi successivi, i suoli erano invece saturi di acqua. Le precipitazioni accumulatesi durante questi tre periodi di piogge intense hanno portato all’esondazione di 23 fiumi nella regione.

Il primo fiume a ovest non fuoriuscito dagli argini è il Panaro nel modenese, il primo a est salvo il Marecchia a Rimini. Problemi si sono comunque avuti nel modenese nel torrente Tiepido e nel fiume Secchia, e nel reggiano nel torrente tresinaro.

L’alluvione ha sommerso insediamenti commerciali, industriali, agricoli, varie citta e lasciato migliaia di persone senza casa. Inoltre, si sono verificate oltre 400 frane, molte delle quali di grave entità.

L’analisi di attribuzione cambiamento climatico

Per comprendere se il cambiamento climatico causato dall'uomo abbia influenzato la probabilità e l'intensità di queste precipitazioni estreme, il team internazionale di scienziati ha condotto uno studio di attribuzione.

L’evento è stato analizzato mediante un database grigliato di varie stazioni, da cui si evidenzia che negli ultimi 60 anni mai si era avuta tanta pioggia in 21 giorni, periodo in cui sono concentrati gli eventi di pioggia intensa. Il tempo di ritorno del fenomeno è stimato in 200 anni. Il tempo di ritorno, ricordiamo, è in realtà una probabilità, non un tempo. In questo caso eventi di questo tipo hanno una probabilità dello 0.5% di verificarsi.

Il tempo di ritorno del fenomeno è stimato in 200 anni. Il tempo di ritorno, ricordiamo, è in realtà una probabilità, non un tempo. In questo caso eventi di questo tipo hanno una probabilità dello 0.5% di verificarsi.

Secondo questo studio i risultati indicano che non vi è una tendenza significativa nel numero o nell'intensità delle precipitazioni estreme in primavera nella regione di Emilia-Romagna. Inoltre, i modelli climatici utilizzati nello studio non hanno mostrato alcun cambiamento significativo nella probabilità di eventi simili nel futuro.

Auto in colonna e che marciano in strada allagata in Romagna: questo è un comportamento pericoloso e da evitare. Bastano pochi cm di acqua per portare via automobili. Foto Andrea Raggini, Emilia Romagna Meteo aps,

Impatti, vulnerabilità e adattamento

Gli autori dello studio puntano il dito sull’uso del territorio, urbanizzazione e preparazione della popolazione. Le inondazioni hanno causato la perdita di 17 vite umane e costretto circa 50.000 persone ad abbandonare le proprie case. Molte vittime erano anziane, o hanno perso la vita a causa della riluttanza ad evacuare, il cercare di salvare cose o automobili. Questo evidenzia come le vulnerabilità del territorio, la disabilità e la scarsa percezione del rischio, abbiano amplificato gli impatti nella regione.

Nonostante la rarità di eventi così estremi, l'urbanizzazione rapida e l'alta densità urbana hanno limitato le capacità di drenaggio dell'acqua, aumentando il rischio di alluvioni. Tuttavia, esistono opzioni di adattamento che possono migliorare la resilienza della regione agli eventi estremi futuri, come soluzioni basate sulla natura, piani di protezione sociale e miglioramento della pianificazione urbana.

Conclusioni e commento

Questo primo lavoro sembra dunque evidenziare un "impatto limitato" del cambiamento climatico sull'alluvione in Emilia Romagna. "limitato" non significa però non ci sia. Altrettanto, la mancata evidenza statistica è comprensibile, per eventi rari.

Val la pena ricordare, come affermò in altri eventi il meteorologo Marshall Sheppard, che anche se un evento ha evidenze limitate, ciò non significa che non vi sia su di esso influenza del cambiamento climatico; significa semplicemente che le prove scientifiche attualmente non sono abbastanza forti in questo momento per trarre conclusioni più forti, ma potrebbero emergere in futuro.

Altre stazioni meteo in Emilia Romagna peraltro evidenziano singolari anomalie. L’Osservatorio Geofisico di Modena in un comunicato stampa sottolinea che i due mesi di maggio più piovosi sono negli ultimi 4 anni, 2019 e 2023 appunto.

Il Meteorologo AMPRO Pierluigi Randi ha sottolineato in un post le piogge di alcune stazioni: per esempio Brisighella ha visto nel 2023 piogge record di 552.4 mm in 11 giorni, nelle alluvioni del 1939 furono 360.5 mm in 19 giorni.

Sarà dunque necessario approfondire in altri lavori l’anomalia e l’eventuale attribuzione.